Una recente analisi, pubblicata sulla rivista scientifica Obesity Reviews, ha lanciato l’allarme sull’impatto della pubblicità di alimenti poco salutari sui più giovani. Il lavoro ha preso in esame oltre 20 di studi, dimostrando come l’esposizione ripetuta a spot e contenuti promozionali di cibi e bevande ad alto contenuto di grassi, zuccheri e sale contribuisca a peggiorare la salute degli adolescenti e dei giovani adulti, influenzando profondamente abitudini alimentari, preferenze e comportamenti.
La pressione pubblicitaria sui giovani
Secondo la ricerca, più i ragazzi vengono esposti a pubblicità di alimenti ultra-processati, più tendono a consumarne. L’effetto è immediato e duraturo: bastano pochi minuti di esposizione a spot pubblicitari per far aumentare l’introito calorico giornaliero. Si tratta di un effetto documentato in oltre il 90% degli studi esaminati. Tra i prodotti più promossi ci sono bibite zuccherate, snack ipercalorici, dolci e prodotti da forno industriali. Questa pressione pubblicitaria si traduce in un maggior rischio di obesità, diabete di tipo 2 e altre patologie croniche legate all’alimentazione, condizioni che stanno crescendo rapidamente proprio tra i giovani.
Il legame precoce con i marchi
Una delle dinamiche più preoccupanti riguarda la costruzione di una fedeltà precoce al marchio. I giovani, se esposti ripetutamente a determinati loghi o messaggi, sviluppano un legame emotivo con i prodotti pubblicizzati. Questo effetto si verifica anche senza la presenza di uno spot vero e proprio: basta un simbolo noto per innescare il desiderio di consumo. È stato osservato che i bambini che riconoscono più loghi di prodotti alimentari tendono a mangiare di più, anche a distanza di tempo.
L’influenza del marketing digitale sui giovani
Il panorama digitale ha amplificato l’impatto di queste strategie. I social media ospitano un numero crescente di contenuti pubblicitari mascherati da consigli tra pari, rendendo difficile per gli utenti, soprattutto i più giovani, distinguere tra comunicazione promozionale e contenuti spontanei. Le piattaforme digitali, con la loro capacità di raccogliere dati e personalizzare l’offerta, si sono rivelate strumenti molto efficaci nel rafforzare preferenze verso alimenti poco salutari. Questo tipo di marketing appare particolarmente invasivo nei confronti di adolescenti e giovani adulti, gruppi di età molto recettivi ai segnali di ricompensa e al giudizio dei coetanei. L’influenza si estende ben oltre la semplice promozione: modifica la percezione del cibo e crea una cultura alimentare fondata su prodotti ad alto impatto calorico e scarso valore nutrizionale.
Impatti sulla salute e disuguaglianze sociali
Solo una parte degli studi esaminati si è concentrata sugli effetti sanitari diretti, ma tra questi la maggior parte ha evidenziato una correlazione tra l’esposizione alla pubblicità di alimenti malsani e l’aumento dell’indice di massa corporea, del peso corporeo e del rischio di sovrappeso. Uno studio statunitense condotto su oltre 2.500 giovani ha mostrato che coloro maggiormente influenzati dalla pubblicità di fast food avevano una probabilità significativamente maggiore di soffrire di obesità. Inoltre, la diffusione del marketing alimentare nocivo non è uniforme. Alcuni gruppi risultano particolarmente esposti: adolescenti appartenenti a comunità a basso reddito, ragazzi neri e latinoamericani negli Stati Uniti sono bersagliati in modo sproporzionato. In queste aree, le opzioni alimentari salutari sono spesso limitate e la presenza di pubblicità di cibi nocivi è molto più massiccia rispetto ad altre zone.
Poca regolamentazione sul tema
Nonostante l’Organizzazione Mondiale della Sanità abbia riconosciuto il marketing alimentare nocivo come una minaccia per la salute pubblica, le risposte politiche restano deboli. Alcune città e Paesi hanno introdotto restrizioni significative, come il divieto di pubblicità di cibo spazzatura nei trasporti pubblici o in fascia protetta televisiva, ma molte aree, soprattutto negli Stati Uniti, mostrano ancora un grave ritardo. La revisione mette in evidenza l’urgenza di azioni normative più incisive. Tra le proposte, l’estensione delle tutele legali anche agli adolescenti e ai giovani adulti, che restano esclusi da molte delle norme attualmente in vigore. Inoltre, si chiede maggiore trasparenza da parte delle aziende sui dati pubblicitari e un controllo più severo sui formati digitali, compresi i contenuti promossi da influencer.