Chiara carissima, a 45 anni incontro un uomo che qui chiamerò Felice. Separato dalla moglie e con una figlia di 12 anni molto dolce, è davvero positivo e solare. Vuole un rapporto fatto di complicità e divertimento. Il problema? Io ho avuto sempre relazioni tossiche e ora ogni tanto mi chiedo: dove sta l’inganno in questa relazione troppo perfetta? Perché non riesco a essere, nel profondo di me, anche io felice? Tua Scorpione

Carissima Scorpione. Nei miei libri non do spiegazioni. Credo piuttosto di condividere le ansie che attanagliano me per prima. Questo per dirti che, se ho l’istinto di salvarmi la vita, è perché la sento minacciata: da chi? Da quello stesso mostro con cui sei alle prese tu. Un mostro che mi ha abituata a fidarmi più del dolore che del piacere. Fra le righe butti l’amo di quello che credo sia il terrore più profondo: e se, una volta che mi abbandono, poi Felice se ne va? Dove sta l’inganno? Ma il vero inganno, amica mia, sta nella nostra abitudine al massacro. Nell’istintivo associare alla relazione un campo di battaglia che ci distragga dal campo di battaglia che è il nostro cuore. E quanto ci fa comodo, allora, un uomo delusivo, che è il nostro cuore. E quanto ci fa comodo, allora, u inafferrabile, violento psicologicamente! Possiamo dare a lui la responsabilità del nostro non essere felici. Adesso, invece, la responsabilità sembra essere tutta tua. Vivila come un’occasione. Non penso sia un caso che tu abbia incontrato, proprio adesso, proprio lui. Significa che eri pronta. Soprattutto a guardarti allo specchio e a capire da dove viene la tua abitudine alla sofferenza. Da dove vieni.