Nausea e vomito, dolori addominali, aumento o perdita di peso, ma anche sbalzi di umore: sono alcuni dei tratti tipici che possono accompagnare una gravidanza, ma che può provare non solo la donna “in dolce attesa”, ma anche il suo partner. Proprio così: anche gli uomini possono provare sintomi paragonabili a quelli della futura mamma, proprio come se fossero “incinti”. Si chiama “sindrome di Couvade”.

Cos’è la sindrome di Couvade

A quanto pare non solo le donne possono avvertire malesseri durante la gravidanza. Alcuni dei sintomi tipici di questa fase così delicata della vita, come appunto le nausee mattutine, possono essere vissuti anche dai loro compagni, proprio come se anche loro fossero “incinti”. Gli esperti parlano di sindrome di Couvade, dal francese “couver”, ossia “covare”: è una sorta di gravidanza per empatia, che possono vivere molti futuri padri.

I sintomi della sindrome di Couvade, la gravidanza “per empatia”

Proprio come nel caso delle donne, i sintomi si manifestano soprattutto nel primo trimestre di gravidanza. A descriverli, di recente, è stato lo psicologo Harald Werneck, docente presso l’università di Vienna: nausea e vomito, sbalzi d’umore, voglie alimentari insolite, dolori addominali e gonfiore, persino aumento o perdita di peso. Secondo il professore, la sindrome interesserebbe addirittura 1 padre su 5 nei paesi di lingua tedesca. Proprio sull’edizione tedesca della rivista Men’s Health, lo psicologo Klaus Althoff ha spiegato che nel mondo gli uomini interessati da questa forma di empatia oscillano tra l’11% e il 97%.

Empatia, ormoni o suggestione?

Pur non essendo ritenuta una patologia vera e propria, la condizione è studiata da medici e psicologi. Secondo Werneck si tratterebbe di una forma estrema di empatia, unita a una condizione di squilibrio ormonale. Una ipotesi avallata anche da uno studio sul fenomeno condotto dall’Università di Londra. «Le cause possono essere differenti, perché l’essere umano è complesso. Parliamo, quindi, di concause. Da un punto di vista psicanalitico, la sindrome di Couvade non è altro che una forma emotiva di empatia che l’uomo può sperimentare durante la gravidanza della compagna e che si manifesta con sintomi fisici e psichici simili a quelli della futura madre», premette Alessandra Iamundo De Cumis, psicanalista specializzata in disturbi psicosomatici.

Un modo per prepararsi alla genitorialità

Nello specifico «si tratta di una identificazione inconscia con la madre, visto anche come un tentativo per prepararsi al ruolo paterno e alla genitorialità, a una modalità per affrontare i cambiamenti, le paure e l’ansia che la gravidanza e il parto comportano – aggiunge l’esperta – In buona sostanza l’uomo prova empatia con la compagna fino a identificarsi con lei». Oltre allo stress, però, secondo Werneck a incidere potrebbe essere anche una forma incosciente di gelosia per cui alcuni uomini possono temere di essere messi in secondo piano dalla partner rispetto al bambino in arrivo. Più cauta Iamundo De Cumis, che ricorda come le cause della sindrome non sia del tutto note: «Sicuramente c’è anche una componente culturale», sottolinea.

Il peso della cultura

«Di fatto questa sindrome è stata studiata non solo dalla psicologia, ma anche dalla sociologia perché in alcune culture l’uomo ha un ruolo più attivo nella gestazione e condivide le responsabilità partecipando attivamente alle cure della moglie», spiega la psicanalista. Questo spiegherebbe perché i dati citati da Werneck e Althoff sembrano indicare che il fenomeno sia particolarmente sentito nei paesi di lingua tedesca.

C’entra anche la gelosia?

In alcuni casi, poi, un fattore da tenere in considerazione potrebbe essere anche la gelosia del futuro padre nei confronti del nascituro, che attirerebbe maggiori attenzioni della madre. «La gelosia intesa come invidia materna, vale a dire un desiderio ovviamente non coscio di partecipare alla gestazione, potrebbe esserci. Sicuramente va tenuto presente che alcuni uomini ammettono proprio la paura che tutte le attenzioni della compagna possano essere rivolte al figlio, di fatto quindi detronizzandolo», dice Iamundo De Cumis.

Quando i padri provano il post partum

In realtà non si tratta dell’unico fenomeno di empatia che possono provare gli uomini quando vivono l’arrivo della genitorialità. Gli squilibri ormonali, ad esempio, possono intervenire anche nel periodo post partum: per esempio, può diminuire il testosterone mentre aumenta la prolattina, l’ormone prodotto dalle madri nella fase dell’allattamento. «Sappiamo che la psiche è in grado di indurre cambiamenti ormonali, così come eventuali cambiamenti ormonali sono in grado di influire sull’umore. Un esempio è lo stress, che può far innalzare i livelli di cortisolo – spiega ancora l’esperta – Ma esistono anche altre sindromi causate da fattori psicologici, che a loro volta sono legate a oscillazioni ormonali: è il caso dei disturbi premestruali, di quelli alimentari o della depressione post partum. Per questo può essere utile un intervento psicoterapeutico unito al supporto di un endocrinologo».