La dieta Mediterranea si conferma “amica” della salute e ora anche un prezioso alleato contro il rischio di tumore al seno, in particolare di recidive. È quanto emerge da uno studio secondo cui chi segue questo tipo di alimentazione in modo costante ha un minor rischio di riammalarsi di oltre il 40%. Ma non solo.

L’alimentazione contro i tumori

Secondo una recente ricerca pubblicata su BMC Medicine, il rischio relativo di ammalarsi di tumore può in certi casi calare anche del 30% grazie anche a una dieta equilibrata. Non significa che l’alimentazione, abbinata a uno stile di vita sano e attivo, prevenga in ogni caso l’insorgenza della malattia, ma che esistono alcuni cibi che possono contribuire alla probabilità di andare incontro a una patologia oncologica. Sono i cosiddetti “pro-infiammatori”, che vanno consumati con moderazione, soprattutto se si sta affrontando un percorso di terapia.

L’importanza del microbiota

Un ruolo cruciale, infatti, è svolto dal microbiota intestinale, che ha funzioni legate al sistema immunitario e il cui squilibrio può concorrere allo sviluppo di alcune patologie infiammatorie tra cui i tumori (nel 20% di casi associati alla disbiosi, cioè proprio il suo squilibrio). Per questo gli esperti parlano di “rischio relativo”. «È la probabilità che si verifichi un evento, come ammalarsi di tumore. Se una ricerca indica che il rischio relativo di sviluppare un tumore può diminuire del 30%, significa che certe azioni o stili di vita, come una dieta specifica, possono ridurre la probabilità di sviluppare il tumore del 30% rispetto a chi non segue quella dieta», spiega l’oncologo Sergio Del Bianco, direttore scientifico di OncoPrecision.

I cibi che aiutano a non ammalarsi di tumore al seno

Ma qual è l’alimentazione che aiuta a non ammalarsi? «Mangiare cibi ricchi di fibre, frutta e verdura fresca e limitare il consumo di carne rossa e lavorata può contribuire significativamente. Questi cambiamenti riducono lo stato pro infiammatorio e migliorano significativamente le difese immunitarie, riducendo così il rischio relativo di sviluppare una neoplasia – aggiunge Del Bianco. Questo però non significa che una dieta sana, come quella Mediterranea, prevenga l’insorgenza della malattia in ogni circostanza. Purtroppo, infatti, concorrono anche altri aspetti come la predisposizione genetica».

Il nuovo studio sul tumore al seno

Intanto, uno studio indica i benefici della dieta Mediterranea nel contrasto all’insorgenza di recidive dopo un tumore al seno. Si chiama DIANA-5 (acronimo di DIeta e ANdrogeni), prosecuzione di un’analisi iniziata 20 anni. Oggi ne sono stati pubblicati i risultati sul Clinical Cancer Research, dopo l’esame di oltre 1.500 donne. Se gli interventi non hanno portato dei benefici in termini di riduzione delle recidive, emerge tuttavia che le donne che hanno seguito più attentamente la dieta raccomandata (indipendentemente dall’aver seguito o meno i corsi di cucina), hanno visto una riduzione del rischio di recidiva di oltre il 40%.

La dieta Mediterranea contribuisce a ridurre i rischi di tumore al seno

Le donne prese in considerazione, tra i 35 e i 70 anni, avevano avuto la malattia ed erano state curate con chemioterapia. Dopo aver fornito loro raccomandazioni alimentazioni dell’American Institute for Cancer Research e del World Cancer Research Fund, sono state seguite mensilmente presso 11 centri oncologici. «La dieta Mediterranea regola i livelli di insulina e zuccheri nel sangue, mantiene il peso sotto controllo, riduce l’infiammazione e lo stress ossidativo, che sono fattori di rischio per il cancro. Durante e dopo la menopausa, il mantenimento di un peso sano e dell’equilibrio ormonale possono essere particolarmente importanti e possono essere efficacemente influenzati da un’alimentazione più controllata», spiega ancora Del Bianco.

Dieta Mediterranea e macro Mediterranea: le differenze

Lo studio fa riferimento in particolare dalla cosiddetta dieta macro Mediterranea: «La dieta Mediterranea tradizionale si concentra su un’alimentazione basata su piante, cereali integrali, legumi, frutta, verdura, pesce e un uso moderato di latticini e carne. La “Macro Mediterranea” potrebbe essere vista come una sua evoluzione: incorpora principi della dieta macrobiotica, che si fonda ancora di più sul consumo di cibi integrali e locali, limitando ulteriormente i prodotti animali e industrializzati. La fusione di queste due diete combina la ricchezza e la varietà della Mediterranea con l’approccio equilibrato alla macrobiotica», spiega l’oncologo.

Perché si riduce il rischio di recidive

Da qui il valore positivo di alcuni alimenti contenuti nella dieta Mediterranea e macro-Mediterranea come alleati anti-tumorali. «La dieta Mediterranea – in particolare il consumo di frutta, verdura, legumi e proteine vegetali in alternativa a carne rossa e insaccati – ha un impatto significativo rispetto a un corredo genetico legato al tumore al seno, cioè alle mutazioni genetiche BRCA1 o 2 coinvolte nella patologia. Addirittura, alcuni studi documentano una riduzione del 50% del rischio in queste pazienti», chiarisce Del Bianco.

Quali cibi privilegiare

Cosa non dovrebbe mancare a tavola, dunque, e cosa invece andrebbe evitato? «Per ridurre il rischio di tumore, è consigliabile privilegiare alcuni cibi per le loro proprietà benefiche e antinfiammatorie come frutta e verdura fresche, cereali integrali, legumi, pesce e olio d’oliva che, naturalmente ricchi di nutrienti, antiossidanti e fibre sono tutti eccellenti per mantenere un corpo sano e, di conseguenza, ridurre il rischio di tumori – spiega l’oncologo – Incorporare questi alimenti in una dieta equilibrata non solo può contribuire alla prevenzione del cancro, ma promuove anche un benessere generale migliorando la salute del sistema immunitario e riducendo l’infiammazione».