Tra pochi giorni ricorre la Giornata contro la violenza sulle donne, il 25 novembre, ma forse in poche sanno che esiste anche un giorno dedicato agli uomini: il 19 novembre, infatti, è proprio la Giornata internazionale dell’uomo. Non si parla tanto o solo di diritto maschili, anche se uno degli obiettivi è la promozione dell’uguaglianza di genere (le donne aspettano ogni anno l’8 marzo per questo). L’istituzione della giornata maschile, non riconosciuta dall’Onu, serve anche per superare alcuni tabù che hanno a che fare soprattutto con la sfera sessuale.
Gli uomini e i tabu sotto le lenzuola
Uno degli scopi della celebrazione, infatti, è migliorare il ruolo sociale dell’uomo, soprattutto aumentando il coinvolgimento dei padri nella vita familiare, ma anche promuovendo la salute e il benessere maschili, anche intimo. Sono ancora tanti, infatti, i tabu che riguardano le problematiche sessuali maschili, che vanno dalle disfunzioni (erettili, prima di tutto), alle conseguenze degli sbalzi ormonali (sì, ne soffrono anche gli uomini), senza dimenticare le ricadute psicologiche legate alla body image. Insomma, gli uomini non sono esenti da frustrazioni che hanno a che fare con la loro forma fisica: il fenomeno, anzi, è aumentato con l’avvento dei social dove l’immagine maschile, in termini di prestanza fisica, la fa da padrona.
Uomini: tanto pudore e poche parole
Gli uomini, si sa, non amano parlare molto dei loro problemi di salute, men che meno di quelli psicofisici. Eppure ce ne sarebbe bisogno, oggi più che mai: «Storicamente si è posta poca attenzione al benessere psicologico ed emotivo dell’uomo. Nella cultura maschile c’è meno consapevolezza dell’importanza e della possibilità di rivolgersi a un medico, specie se andrologo e urologo, che in alcuni casi può occuparsi anche del benessere psicofisico lavorando in équipe con uno psico-sessuologo», spiega Valentina Cosmi, psicoterapeuta e sessuologa SISP e consulente LELO, azienda che opera nel settore dei sex toys. Proprio la sfera sessuale oggi merita forse più attenzione, perché può avere ricadute anche sul benessere della coppia.
Sempre più sesso virtuale e meno reale anche per gli uomini
Da un’indagine della Società italiana di Andrologia appena pubblicata, emerge che in Italia 1 ragazzo su 3 fa solo sesso virtuale, mentre oltre 1 milione e 600mila persone di età compresa tra i 18 e i 35 anni non ha mai avuto rapporti sessuali. Non solo: circa 220mila coppie stabili, della stessa fascia di età, dice di astenersi dal sesso. «Nel caso dei giovani la possibilità di accedere al mondo del virtuale può essere un’esperienza che aiuta il ragazzo a prendere confidenza con l’ambito della sessualità, che è molto delicato e può essere carico di ansia prestazionale – spiega l’esperta –. Il sesso virtuale è più rassicurante, permette di scoprirsi ma con modi, tempi e quantità più facili da gestire. Può diventare problematica se diventa l’unica modalità sessuale, ma dalla mia esperienza clinica i giovani spesso ne fanno un ricorso misto e non esclusivo».
Le coppie bianche sono in aumento?
Diverso il discorso se si tratta di coppie che si astengono dal sesso. «In passato si parlava di matrimoni bianchi per indicare coppie nelle quali non c’era la possibilità di avere rapporti sessuali se uno dei due partner aveva problemi, come il vaginismo. Oggi va fatta una distinzione tra coloro che non hanno rapporti di penetrazione e coloro che non ne hanno di alcun tipo. Nel primo caso la percentuale è rimasta tendenzialmente invariata ed è legata appunto alla presenza di una disfunzione sessuale, mentre nel secondo si tratta di una scelta di vita diversa, ma non sembra che ci sia un aumento del fenomeno», spiega la psico-sessuologa.
Non è sempre colpa del testosterone
Alcune difficoltà fisiche, però, possono in alcuni casi frenare anche lui. Può trattarsi di una riduzione della libido o di un calo del testosterone, ma occorre non confondere una condizione fisica con alcuni retaggi culturali: «Bassi livelli di testosterone, per esempio, non sono necessariamente legati alle difficoltà sessuali. Gli squilibri ormonali possono essere legati a patologie in atto, ma la “potenza sessuale” non è correlata direttamente alla percentuale di testosterone – chiarisce Cosmi – Le difficoltà nella sfera sessuale per l’uomo possono avere una motivazione psicologica, emotiva e relazionale. Spesso si tratta di sintomi con origine mista, di natura cioè sia psicologica che organica. Ci possono essere difficoltà nella coppia, un’ansia elevata o cause legate alla percezione della propria immagine».
La paura dello specchio (anche per lui)
Se le donne a volte temono lo specchio, neppure gli uomini sono esenti da qualche difficoltà di accettazione del proprio corpo: «Sicuramente viviamo in un momento storico in cui l’immagine corporea ha un forte impatto sulla sfera psicologica e questo vale sia per le donne che per gli uomini. Tra questi ultimi è molto diffuso lo spectatoring, l’auto-osservazione durante l’atto sessuale. È spesso fonte di ansia e porta a vivere la sessualità in una modalità prestazionale, che però non va d’accordo con l’erezione», spiega la sessuologa.
Meno pensieri e ansia da prestazione
«Una volta si diceva che “Il sesso per gli uomini non vuole pensieri”, intendendo che funziona meglio quando non è accompagnato da un carico di pensieri negativi. C’è un fondo di verità, perché gli uomini culturalmente sono abituati a pensare di dover offrire una prestazione di un certo livello, accompagnata da un’erezione di un certo tipo e durata, ma occorrerebbe abbandonare questo modello e questa idea», sottolinea Cosmi, che esorta gli uomini a prestare maggiore attenzione alla propria sfera emotiva: «Per il benessere psicofisico e psicosessuale maschile occorre un approccio integrato: per alcune difficoltà può essere utile un supporto farmacologico, ma accompagnato da un percorso in cui siano presenti figure come quella dello psico-sessuologo oltre a quella dell’andrologo o dell’urologo».