Lui è nuovo in città, lei è di una simpatia travolgente. Tra i due nasce un’amicizia fatta di risate e chiacchiere fino a notte fonda. Quando il discorso cade sul sesso, si trovano d’accordo: entrambi single, in mancanza di altro, si divertiranno tra loro. Senza impegni, senza buttarci in mezzo i sentimenti. Nel caso tu non abbia ancora visto Friends with benefits del 2011, con Justin Timberlake e Mila Kunis, non andremo oltre – anche se non serve essere Paolo Mereghetti per intuire il finale. Perché le relazioni con un friend with benefits (amico di letto o trombamico, giusto per non dare adito a dubbi) sembrano tanto allettanti quanto scivolose. E se uno dei due si stufa? O peggio: se si innamora?
Il friend with benefits di Courtney Love
Pare non preoccuparsene affatto Courtney Love, spirito ribelle, ex cantante e chitarrista della band alternative rock delle Hole, vedova del frontman dei Nirvana, Kurt Cobain. Ospite del podcast Fashion Neurosis condotto dalla stilista londinese Bella Freud, Courtney – che il 9 luglio compirà 61 anni – ha aggiornato i fan sulla sua vita privata svelando di avere un misterioso friend with benefits: «Sono una libertina e la persona con cui faccio le mie cose romantiche è anche lui un libertino».
Le vostre aspettative devono essere simili
Il primo passo è che siate single (altrimenti, inutile raccontarselo, vi chiamate amanti). Ma quali sono gli altri presupposti che rendono la relazione con un friend with benefits una buona idea, almeno potenzialmente? «Per definizione, questi rapporti mescolano aspetti dell’amicizia – complicità e affetto – con l’intimità fisica e sessuale senza prevedere impegni particolari, se non, ovviamente, il rispetto reciproco», suggerisce Eleonora Sellitto, psicoterapeuta e sessuologa a Roma. «I “friends” devono volere l’uno dall’altra lo stesso tipo di storia, avere aspettative simili e tenersi reciprocamente aggiornati su quello che provano. Bisognerebbe anche che stabilissero una serie di regole: ci si racconta eventuali avventure “extra”? Ci si vede anche in gruppo? Si vive la relazione alla luce del sole o resta un segreto? La chiarezza è fondamentale».
L’ex come friend with benefits? Cattiva idea
Stabile, maturo, sincero: il friend with benefits perfetto è così. «Meglio anche scegliere qualcuno che abbia uno stile sessuale e affettivo non troppo diverso dal nostro: se siamo persone romantiche e non particolarmente estroverse, un amico di letto portato al “binge eating” amoroso – che, oltre a vedere noi, brucia un flirt dietro l’altro – potrebbe metterci a disagio» afferma la dottoressa Sellitto. «Alla larga, poi, dagli ex: ripescare dal passato è una scelta comoda e comune ma, dopo un primo periodo inebriante, è facile che riaffiorino sentimenti e vecchi rancori, che magari parevano completamente superati».
Se lo desideri ok, se ne hai bisogno meno
Forse ti stavi semplicemente annoiando e ti serviva una botta di trasgressione e di divertimento. Oppure eri un po’ triste, avevi voglia che qualcuno ti facesse sentire amata, accolta. E lui era lì, pronto a darti quello che cercavi senza troppi pensieri. «Qualunque sia stata la dinamica che ti ha portato a letto con un amico, non conviene che il singolo episodio diventi un’abitudine se stai attraversando un periodo di scarsa lucidità e di forte insoddisfazione» afferma la psicoterapeuta. «In questo caso, è più facile, non tanto innamorarsi, ma finire per aggrapparsi a questa storia, trasformando il desiderio in bisogno. Ma nel momento in cui, per uno dei due, frequentarsi smette di essere una libera scelta e diventa un’esigenza (al punto da stare male se, per un contrattempo qualsiasi, un incontro salta) nascono inevitabilmente incomprensioni e gelosie».
Quando subentra la gelosia
Gelosia: ecco un’altra parola decisiva. «Per vivere al meglio una relazione con un friend with benefits bisognerebbe avere una buona consapevolezza di sé: dovrebbe stare alla larga da questi rapporti chi sa di non essere tipo da “sesso senza amore” e chi tende a essere molto gelosa – e non solo dei fidanzati ma di tutte le persone a cui tiene» afferma la dottoressa Eleonora Sellitto. «Il rischio di innamorarsi – o di credere di esserlo – è sempre in agguato».
Ti sei innamorata del friend with benefits?
Nel momento in cui affiora un coinvolgimento più profondo, invece di far finta di niente e continuare a frequentarsi, bisogna parlarne col friend with benefits. «Come abbiamo visto, qui è necessario che le aspettative e i sentimenti dei partner siano simili: quando viene a mancare questo presupposto, e uno solo dei due si innamora, la storia non può proseguire» dice Sellitto. «Prima ci si confronta e si chiude con sincerità, maggiori sono le possibilità di salvare l’amicizia – magari dopo una pausa, necessaria per placare le emozioni e ritrovare un equilibrio».
Se sei reduce da una brutta rottura
A proposito di equilibrio, evita di buttarti in una storia con un friend with benefits se sei reduce da una brutta rottura, che ti sta facendo ancora soffrire. «Cercare un amico speciale per consolarci può sembrare l’ideale, ma dopo la fine di una relazione è sempre meglio non iniziare subito un nuovo rapporto, nemmeno se “soltanto” di letto» consiglia la psicoterapeuta. «Stare da sole per un po’ è importante anche per capire cosa non ha funzionato ed evitare di riportare le stesse dinamiche disfunzionali nei legami successivi».
Carrie ce l’aveva detto
E per concludere, la domanda chiave: le donne sanno fare sesso come gli uomini (leggi, senza che subentrino sentimenti e voglia di legarsi)? Le maniache di Sex and the City forse ricorderanno che è il tema centrale della primissima puntata della serie su Carrie & Co. «Le nuove generazioni si danno, giustamente, il permesso di sperimentare e di godersela più di quanto abbiano fatto (e facciano), in media, le 40-50enni. Ma più spesso, per le donne, vivere il sesso in modo del tutto disinvolto è meno immediato. Non si tratta solo di un fattore culturale – che ci ha abituate ad associare intimità e sentimento – ma anche di una traccia più profonda, che affonda le radici in dinamiche ancestrali: siamo cresciute con l’istinto di prenderci carico delle relazioni, di proteggerle, di dare loro un senso. Mentre agli uomini, in termini evolutivi, è stata storicamente attribuita la spinta a diffondere il proprio patrimonio genetico, spostandosi con più libertà da un legame all’altro. Sono schemi che oggi possiamo decostruire ma che, almeno in parte, continuano a influenzarci».