Le proprietà dello zenzero, soprattutto come anti nausea in gravidanza o contro il mal d’auto, così come antimicrobico, sono note, ma adesso uno studio americano mostra i possibili benefici della radice anche contro alcune malattie autoimmuni. Si tratterebbe, in particolare, di lupus eritematoso e artrite reumatoide. Occorre, però, prestare attenzione alle dosi e modalità di consumo, come ci spiega la biologa nutrizionista Simona Santini.

Lo zenzero contro le malattie autoimmuni

Uno studio, condotto dalla Anschutz Medical Campus della Colorado University con la Michigan University, pubblicato su JCI Insight, mostra come l’integrazione di zenzero nella dieta può aiutare a controllare l’infiammazione nei pazienti con malattie autoimmuni. Il motivo sta nel fatto che agirebbe sull’azione dei neutrofili (cioè il gruppo di globuli bianchi più numerosi nel sangue), alla base di alcune malattie autoimmuni come il lupus, la sindrome da anticorpi antifosfolipidi e l’artrite reumatoide. Avrebbe, quindi, proprietà antinfiammatorie specifiche: «La nostra ricerca, per la prima volta, fornisce prove del meccanismo biologico alla base delle apparenti proprietà antinfiammatorie dello zenzero nelle persone», ha spiegato Jason Knight, coordinatore della ricerca.

Lo zenzero come integratore nelle terapie

Secondo i ricercatori i risultati dello studio aprono la strada a trattamenti che prevedano un’integrazione di zenzero: «Non ci sono molti integratori naturali, o farmaci da prescrizione, noti per combattere i neutrofili iperattivi – ha aggiunto Knight – Pensiamo, quindi, che lo zenzero possa avere una reale capacità di integrare i programmi di cura già in corso, alleviando i sintomi delle persone affette da malattie autoimmuni. Ci sono molte malattie in cui i neutrofili sono anormalmente iperattivi. Abbiamo scoperto che lo zenzero può aiutare a frenare la NETosis (il processo coinvolto in alcune malattie autoimmuni e legato ai neutrofili) e questo è importante perché è un integratore naturale che può essere utile per trattare l’infiammazione e i sintomi per le persone con diverse malattie autoimmuni» ribadiscono i ricercatori.

Perché lo zenzero fa bene

Di certo le qualità dello zenzero sono note da tempo. «Si tratta di una pianta erbacea che si presenta come una specie di tubero e ha importanti proprietà. In particolare favorisce la digestione, ha effetto antinausea, allevia i sintomi del reflusso, abbassa il colesterolo. Ma è anche utile in caso di raffreddore e mal di gola e sembra essere in grado di abbassare la pressione sanguigna. Infine, ha proprietà antiossidanti», spiega la biologa nutrizionista Simona Santini, autrice di numerosi libri, tra i quali il recente La dieta delle stagioni (BUR).

Le proprietà antinfiammatorie della pianta

«Da tempo sono note le sue proprietà antinfiammatorie anche in presenza di malattie autoimmuni, ma questo recentissimo studio per la prima volta ne ha svelato il meccanismo d’azione. Nello specifico, la ricerca ha dimostrato che l’integrazione di zenzero agisce sui neutrofili (categoria di globuli bianchi coinvolti nella risposta infiammatoria) che a loro volta sono coinvolti nell’aumento dell’infiammazione e che contribuiscono quindi a malattie autoimmuni quali lupus, artrite reumatoide e sindrome da anticorpi antifosfolipidi. Un apporto maggiore di zenzero, quindi, sarebbe in grado di frenare la formazione di queste “trappole”, e quindi l’infiammazione e i sintomi correlati alle malattie autoimmuni», chiarisce l’esperta.

Attenzione alle dosi: quanto consumarne

«Secondo gli studi condotti finora le proprietà antiossidanti e antinfiammatorie si ottengono con una dose da 0.5 g a 4 g al giorno di zenzero polverizzato ed essiccato; per il mal d’auto ne sono consigliati 1-2 g da radice essiccata; per un’azione digestiva e riscaldante invece si possono realizzare infusi e decotti con 30 g di zenzero fresco tritato in 1 litro d’acqua, lasciando poi in decozione per 3′ e filtrando. Ma attenzione, se ne sconsiglia l’uso sotto i 18 anni, in gravidanza e allattamento, o in presenza di calcoli biliari, gastrite e ulcere – spiega Santini – Andrebbe evitato anche se si assumono farmaci ipotensivi, per il suo effetto fluidificante sul sangue che può causare sanguinamenti». Quanto alla dose massima, «è di 15-20 g al giorno di rizoma fresco che corrispondono a 3-4 g di radice in polvere, per evitare possibili effetti collaterali, come bruciori di stomaco e disturbi intestinali», spiega Santini.

Non solo integratori: lo zenzero in tavola

La ricerca Usa punta l’attenzione sui vantaggi di una integrazione di zenzero nell’alimentazione, ma va ricordato che la pianta si può usare anche al naturale come ingrediente di piatti da portare in tavola. «Si può trovare fresco come radice nel reparto della frutta e verdura dei supermercati oppure in polvere. Si può usare grattugiato sia fresco che secco sulle pietanze per dar loro sapore, dalle zuppe ai primi ai secondi piatti, ma anche per insaporire dolci e biscotti. Si può usare fresco poi per preparare decotti e tisane», consiglia Santini.