Guppies
La serie Tv Friends

Chi sono i Guppies, i giovani in cerca di casa

Aumentano i giovani under 40 che rinunciano ad acquistare un immobile. Ecco quali sono le alternative: dall'asta all'affitto condiviso

Non ci sono solo gli studenti universitari alle prese con la ricerca di una casa. Se le attenzioni sono tornate sulle loro proteste, nelle tende fuori dagli atenei, il problema di trovare un’abitazione è comune a molti giovani, anche a coloro che hanno finito di studiare e lavorano. Qualcuno li chiama Guppies, l’acronimo che indica i Given Up on Property, ossia giovani professionisti under 40 che hanno rinunciato all’acquisto di una casa di proprietà. Ecco l’identikit e a cosa puntano.

Chi sono i Guppies

Il neologismo indica appunto i giovani con meno di 40 anni che hanno terminato gli studi e hanno una professione, ma non una casa. Perché ci hanno rinunciato (in inglese give up). Il loro numero è in aumento, come conferma una ricerca pubblicata da Business Insider. Basti pensare che solo nel Regno Unito il 42% degli under 40 non possiede un’abitazione e non prevede di acquistarne una nel corso del prossimo decennio. La percentuale di chi ha una casa scende ulteriormente con l’abbassarsi dell’età: secondo un altro studio, citato dal Daily Mail sono appena il 22,5% nella fascia tra i 25 e i 34 anni, e solo 1 Millennial su 5 ritiene che potrà “sicuramente” acquistarne una nei prossimi 10 anni.

I Guppies sono un fenomeno anche italiano

Nonostante i dati provengano dal Regno Unito, anche in Italia si assiste a un fenomeno analogo: aumentano i giovani under 40 senza una casa di proprietà e senza neppure più l’idea di poterla acquistare. «In Italia c’è la stessa tendenza e anche più marcata, perché gli stipendi sono più bassi. Dai dati disponibili emerge chiaramente che chi compra casa ha un’età sempre più elevata», spiega Enrico Poletto, real estate manager e CEO di APP – Aste Private Professionali. «Con la situazione attuale destinata a perdurare almeno nel medio periodo, di tassi elevati, inflazione alta e di conseguente erosione del potere di acquisto a parità di salari potrà solo che accentuarsi ulteriormente – prosegue Poletto – Parliamo poi di un paese dove i giovani sono sempre stati tradizionalmente restii a lasciare il focolare domestico. Nel Belpaese, infatti, il 71% dei giovani tra i 18 e i 34 anni sta ancora sotto lo stesso tetto di mamma e papà (Eurostat, 2021).

Meglio acquisto o affitto?

Si compra meno, dunque, e lo si fa più tardi. Secondo una ricerca della National Association of Realtors, l’associazione nazionale degli agenti immobiliari americani, l’età media degli acquirenti di una prima casa è salita a 36 anni. L’alternativa, infatti, è rappresentata sempre più spesso dall’affitto, da soli o in condivisione con parenti, amici, partner e colleghi, per poter dimezzare costi e spese. «Credo si tratti soprattutto di una scelta obbligata. Anche gli affitti sono molto alti, ma almeno non richiedono un investimento finanziario iniziale impegnativo e tramite la condivisione degli spazi con altri co-inquilini si riescono ad abbassare sensibilmente i costi. Per chi se lo ricorda sarà sempre più frequente una convivenza alla Friends, la famosa sit-com statunitense», osserva Poletto dal suo osservatorio privilegiato da cui emerge, però, anche un’altra possibilità.

Le nuove possibili soluzioni: l’asta

Stando alle indicazioni del mercato prende piede, infatti, la formula dell’acquisto tramite asta. Ma come funziona? «Nei portali specializzati, tramite i motori di ricerca, si visionano gli immobili in modo selettivo. Individuato quello di interesse, dopo averlo visionato di persona o con virtual tour 360 – spiega Poletto – si presenta la domanda per partecipare all’asta, in modalità analogica o telematica». Occorre, per questo, versare una cauzione pari in media al 10% del prezzo che, se servisse, può essere finanziata da un istituto di credito. L’anticipo, comunque, viene restituito in caso di mancata aggiudicazione. Se, invece, si vince l’asta, la cauzione viene trattenuta come caparra per l’acquisto definitivo dell’immobile, di cui si diventa proprietari.

I pro dell’asta

«I principali vantaggi sono che si possono evitare i costi di intermediazione, si può comprare a un prezzo più basso di quello di mercato e si può agire in piena autonomia. Si tratta di un acquisto sicuro, secondo la mia esperienza di 20 anni di aste giudiziarie delegate a notai o di aste private supervisionate da notai, la tendenza del momento. I risparmi possono arrivare fino al 25%, a seconda della tipologia di immobile, delle caratteristiche e della sua ubicazione», chiarisce il CEO di APP – Aste Private Professionali. Anche per le aste si può contare sul bonus “prima casa under 36” che, come chiarito da una circolare dell’Agenzia delle Entrate, può essere applicato anche all’acquisto di un immobile all’asta. Vale anche, ad esempio, l’esenzione dal pagamento dell’imposta di registro, ipotecaria e catastale per le compravendite non soggette a IVA.

Quali rischi?

Ma non si rischia, al contrario, che il prezzo possa lievitare ulteriormente con le offerte dei potenziali acquirenti? È quanto accade spesso negli Usa, dove spesso finiscono con l’avere la meglio coloro che hanno maggiore disponibilità immediata, specie di contanti. «Il prezzo sale se l’immobile è di valore e in quel caso difficilmente lo si paga di più di quel che vale. Mi sento di dire che non è avvantaggiato chi ha maggiore disponibilità immediata, perché la maggior parte delle persone che compra all’asta accede a un finanziamento bancario per pagare il saldo», risponde Poletto.

Quali difficoltà nel comprare casa?

Secondo un sondaggio condotto da Zoopla, azienda britannica che opera nel settore immobiliare, a frenare gli acquisti sono, per il 50% dei giovani, Inflazione e crescita dei tassi d’interesse per accendere un mutuo. «Le maggiori difficoltà sono queste, unite al fatto che gli stipendi in Italia sono bassi e il potere d’acquisto, soprattutto dei giovani, è drammaticamente diminuito», spiega Poletto. La percezione comunque è anche che siano aumentati i prezzi degli immobili, dopo un’iniziale svalutazione durante la pandemia. «Anche qui bisogna fare un distinguo. L’efficientamento energetico degli immobili, attuale e futuro, è un elemento ormai discriminante in un senso o nell’altro». Insomma, investire nella manutenzione di una casa può fare la differenza nel suo costo finale.

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