Accedere alle proprie informazioni, relative all’assegno di inclusione, diventa più facile. Come comunicato da una nota dell’INPS, la piattaforma dell’ADI cambia per semplificare la vita agli utenti nella gestione delle domande e nella conoscenza degli importi ai quali si ha diritto, che hanno sostituito il reddito di cittadinanza. Attenzione, però: arrivano anche le prime sospensioni. Ecco quando e perché.

A partire dal 1° gennaio 2024 il reddito di cittadinanza ha fatto spazio all’assegno di inclusione (ADI) con effetti anche rispetto alla spettanza dell’assegno unico figli. Oltre all’ADI viene previsto anche un intervento di supporto per la formazione e il lavoro. Misure queste destinate a contrastare la povertà, la fragilità e l’esclusione sociale e lavorativa attraverso percorsi di inserimento sociale, di formazione e di attivazione al lavoro.

Assegno di inclusione: cosa cambia

 La novità positiva è che l’accesso al servizio dell’assegno di inclusione diventa più facile. A comunicarlo è stata l’INPS che, attraverso una nota, ha comunicato l’arrivo di nuove funzioni nella piattaforma relativa all’ADI. Gestire le pratiche, accedere ai propri dati e presentare le domande, quindi, è più semplice, grazie agli strumenti intuitivi appena introdotti. Per esempio, gli utenti che hanno diritto al sussidio (che ha sostituito il reddito di cittadinanza) possono modificare autonomamente i dati anagrafici come la residenza o i recapiti per eventuali comunicazioni. È anche possibile aggiornare la situazione del nucleo familiare, utilizzando l’apposito modulo “adi-com esteso” o ⁠visualizzare gli intestatari delle carte di inclusione, verificare lo stato della propria domanda, ecc.

Attenzione alle sospensioni

Ma non si tratta dell’unica novità. Con il messaggio n. 2132 del 5 giugno 2024 l’INPS ha fornito anche indicazioni sull’obbligo di presentazione dei nuclei familiari beneficiari dell’assegno di inclusione al primo appuntamento, presso i servizi sociali. È importante, però, chelLa presentazione avvenga entro 120 giorni dalla sottoscrizione del Patto di attivazione digitale (PAD) ossia il percorso di inclusione sociale personalizzato che viene individuato dopo la presentazione della domanda per il sussidio. Se non si aderisce e si “salta” l’appuntamento, ecco che scatta la sospensione del beneficio, come accadrà tra pochi giorni a chi ha disatteso l’obbligo.

Come riattivare l’assegno

In caso di sospensione sarà possibile riottenere la misura solo a seguito della «registrazione dell’avvenuto incontro da parte dei Servizi sociali nelle piattaforme», come spiega l’INPS. «Inoltre, anche dopo l’applicazione della sospensione, i nuclei familiari beneficiari possono presentarsi ai Servizi sociali per registrare il primo incontro. Dal primo rinnovo mensile dei pagamenti utile verrà ripresa l’erogazione della misura con corresponsione anche delle mensilità arretrate». L’Istituto spiega che, in caso di registrazioni entro il 20° giorno del mese successivo a quello di scadenza (quindi entro il 20 giugno), si riattiverà il pagamento mensile corretto, altrimenti questo slitterà al mese successivo, come arretrato.

Le date da segnarsi: 15 e 27 giugno

La prima data utile per ricevere il pagamento dell’ADI è il 15 giugno. Interessa tutti i beneficiari dell’assegno che accedono alla misura per la prima volta, cioè chi ha presentato una nuova domanda e ha sottoscritto il PAD a maggio. Il primo pagamento viene accreditato sulla carta di inclusione da ritirare presso un ufficio postale, nella data del giorno 15 del mese successivo a quello di sottoscrizione del patto di attivazione digitale: per chi ha presentato la domanda a maggio, quindi, avverrà il 15 giugno; per chi la presenterà a giugno, il sussidio arriverà a metà luglio, ecc. Per chi, invece, ha già presentato la domanda, firmato il PAD e già ottenuto almeno una mensilità del sostegno, l’erogazione arriverà il 27 giugno.

Addio al reddito di cittadinanza

L’assegno di inclusione, dunque, ha sostituito il reddito di cittadinanza e modificato la percezione anche dell’assegno unico per i beneficiari della precedente misura, che ricevevano l’assegno unico insieme all’RdC. Per ottenerlo, chi ne aveva diritto ha dovuto presentare un’apposita domanda entro l’ultimo giorno del mese di competenza del reddito di cittadinanza.

Chi ha diritto all’assegno di Inclusione

Va ricordato che si tratta di un’integrazione al reddito per le famiglie con componenti minorenni, con almeno 60 anni di età o con disabilità e per le persone in condizione di svantaggio inserite in un programma di cura e assistenza dei servizi socio-sanitari territoriali.

A chi sono rivolte le nuove misure?

L’attivazione di un percorso di inclusione sociale e lavorativa è fruibile dalle persone residenti in Italia da almeno cinque anni di cui gli ultimi due in via continuativa. A partire dal 1° settembre 2023, possono beneficiare dello strumento di supporto per la formazione e il lavoro le persone tra i 18 e i 59 anni con ISEE non superiore a 6.000 euro, che siano in possesso degli ulteriori requisiti richiesti. Nel supporto rientrano programmi di formazione, progetti utili alla collettività, servizio civile universale e offerte di lavoro adeguate alle caratteristiche e alle competenze di ognuno. Inoltre, nel momento in cui tale percorso viene effettivamente avviato, per la sua durata è previsto anche un beneficio economico di 350 euro mensili erogato con bonifico per la durata delle attività formative o delle altre iniziative indicate, per un massimo di complessivi 12 mesi. Chi aderisce può attivare il proprio percorso di formazione e attivazione lavorativa, rilasciando la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro e dimostrando di essersi rivolte ad almeno tre agenzie per il lavoro o enti autorizzati all’attività di intermediazione, quale misura di attivazione al lavoro.

L’attivazione dell’ADI

Dal 1° gennaio 2024, invece, è stato attivato l’assegno di inclusione. Ne hanno diritto le famiglie che includono componenti minori, disabili, con almeno 60 anni di età o in condizione di svantaggio accertato dall’inserimento in un programma di cura e assistenza dei servizi sociosanitari territoriali che abbiano i requisiti richiesti.

Quali benefici?

Ai beneficiari dell’ADI viene riconosciuto un beneficio economico quale integrazione mensile al reddito familiare e un contributo per l’abitazione concessa in locazione. Il beneficio economico viene erogato per 18 mesi tramite uno strumento di pagamento elettronico ricaricabile chiamato “Carta di Inclusione” e può essere rinnovato per 12 mesi (con sospensione di un mese).

Le domande di assegno di inclusione e supporto per la formazione e il lavoro

Per ottenere il Supporto per la Formazione e il lavoro vanno inoltrate le apposite domande presso l’INPS. Dal 1° gennaio 2024, le categorie di potenziali beneficiari dell’ex reddito di cittadinanza, alle quali si aggiungono le persone che si trovano in una condizione di svantaggio accertata dall’inserimento in programmi di cura e assistenza dei servizi sociosanitari territoriali, dovranno richiedere l’attivazione della misura assegno di inclusione per continuare a beneficiare dell’integrazione al reddito.