Il consumo di energia dei data center raddoppierà entro il 2030, spinto dalle applicazioni di intelligenza artificiale. Ad aggiornare le cifre di un fenomeno in crescita è l’Agenzia internazionale per l’energia (Iea) nel suo primo rapporto sulle implicazioni energetiche dell’IA.

Data center e consumo globale di energia

Nel 2024 – osserva l’analisi dell’Agenzia – i data center rappresentavano circa l’1,5% del consumo globale di elettricità ma negli ultimi cinque anni la percentuale è aumentata del 12% annuo. Al ritmo attuale, si sottolinea, i data center consumeranno circa il 3% dell’energia globale entro il 2030 e per questa data il consumo raggiungerà circa 945 terawattora. Praticamente più del consumo attuale di elettricità del Giappone, afferma l’Iea, che sottolinea come un data center da 100 megawatt può utilizzare la stessa energia di 100.000 famiglie. Ma i nuovi data center già in costruzione, aggiunge, potrebbero utilizzare fino all’energia di due milioni di famiglie.

Le Big Tech «a caccia» di energia

Le grandi aziende tecnologiche impegnate nella corsa all’intelligenza artificiale riconoscono sempre più il loro crescente bisogno di energia. E si stanno attrezzando. Ad esempio, Google e Amazon hanno firmato un accordo per ottenere elettricità da piccoli reattori nucleari per contribuire ad alimentare. Mentre Microsoft utilizzerà l’energia dei nuovi reattori di Three Mile Island, il luogo del peggiore incidente nucleare americano nel 1979. «L’intelligenza artificiale generativa richiede una potenza di calcolo colossale per elaborare le informazioni accumulate in giganteschi database – afferma l’Iea -. Si creeranno nuove sfide per la sicurezza energetica e gli obiettivi di emissione di CO2».

Data center

Aumenteranno le emissioni di carbonio

«L’intelligenza artificiale ha il potenziale per trasformare il settore energetico nel prossimo decennio, determinando un’impennata della domanda di elettricità dai data center di tutto il mondo, sbloccando allo stesso tempo significative opportunità per tagliare i costi, aumentare la competitività e ridurre le emissioni», spiega Iea. Al momento, infatti, il carbone fornisce circa il 30% dell’energia necessaria per alimentare i data center, ma le energie rinnovabili e il gas naturale aumenteranno la loro quota grazie ai costi inferiori e alla più ampia disponibilità nei mercati chiave. Infine, la crescita dei data center aumenterà inevitabilmente le emissioni di carbonio legate al consumo di elettricità, dagli attuali 180 milioni di tonnellate di CO2 a 300 milioni di tonnellate entro il 2035. Questa rimane una quota minima dei 41,6 miliardi di tonnellate di emissioni globali stimate nel 2024.