In Italia non si tiene conto dei bambini

Di tanto in tanto un articolo di giornale propone ai genitori qualche regola magica per tenere a bada i bambini al ristorante. I commenti dei lettori, chi a favore chi contro, mi paiono spesso ragionevoli. Il fatto è che perlopiù i ristoranti sono progettati senza tenere conto dei piccoli: li escludono per definizione, così come fanno gli spazi cittadini, molti condomìni, le strutture commerciali, i mezzi pubblici. In Italia abbiamo un tasso di fertilità di 1,23 figli per donna, la media europea è di 1,53. La regola generale è che più ricchezza e benessere ci sono in uno Stato, meno figli si fanno. In Francia, però, il tasso è di 1,83 figli per donna.

Nessuna politica per la famiglia

Se da noi i numeri sono così bassi le ragioni sono tante, ma gli elefanti nella stanza sono almeno due: la fatica che facciamo – ancora oggi soprattutto noi madri – ritrovandoci senza servizi, e una cultura che esclude i bambini. Dalla scarsissima assistenza dopo il parto a carenza e alto costo dei nidi, fino a tempi scolastici incompatibili con quelli del lavoro, ecco il risultato di una cronica assenza di politiche per la famiglia.

Sono i genitori ad agire

E allora chi si occupa dei bisogni dei genitori? Lo stiamo facendo noi donne, madri a vario titolo, con la condivisione, la satira, le petizioni, il lavoro intellettuale e artistico, a cui si uniscono i “nuovi” padri (vedi hashtag come #noipapacisiamo). È azione politica. Non un sindacato dei genitori, ma certamente un movimento rivolto a collettività e istituzioni perché si investa in un cambio di paradigma. La società è pronta? Quest’estate, con la mia famiglia ho fatto un viaggio in Olanda. Musei per i piccoli ovunque, aree verdi a un chilometro al massimo per quasi tutti, spazi gioco persino al supermercato, un’idea di legge perché i bambini possano avere più di due genitori nei tanti casi di famiglie “non convenzionali”. Lasciamoci ispirare.