Nelle ultime settimane Marco, il mio primogenito adolescente, ne ha combinate di tutti i colori. Mio marito propone la linea dura, io sono una sostenitrice delle pedagogie gentili. Cosa ci consiglia? (Licia)
Cara Licia, sul tema delle punizioni agli adolescenti, anche tra esperti ci sono due fazioni. I castigatori, fautori della punizione senza dialogo e i pedagoghi della gentilezza, che credono nel dialogo senza punizioni. Io ti propongo una terza via: quella dell’educazione emotiva.
Le punizioni con gli adolescenti arrivano dopo
Se tuo figlio ha alzato i decibel del suo comportamento il primo passo è “cambiare occhi”. Il cuore degli adolescenti è spesso pieno di sassi, emozioni dolorose, ma senza nome. I maschi scagliano questi sassi contro il mondo (sfidano gli adulti, prevaricano i compagni). Le ragazze tendono a scagliare questi sassi contro se stesse (autolesionismo, automortificazione, disturbi alimentari). Dietro i sassi dei nostri ragazzi c’è sempre un dolore.
Comincia ad ascoltare gli adolescenti
Con questi nuovi occhi il secondo passo è “cambiare comunicazione”. Dato che abbiamo due orecchie e una bocca, con i figli adolescenti, soprattutto quando sbagliano, dobbiamo ascoltare il doppio e parlare la metà. Potreste dire a Marco: »Quali pesi hai nel cuore? Come possiamo esserti davvero d’aiuto?».
Affinché l’ascolto sia davvero efficace ti consiglio di “sederti accanto a lui”. Immagina di essere un adolescente sofferente. Hai sbagliato, ma l’adulto che hai di fronte, invece della solita predica, cerca di connettersi col tuo cuore. Con questo gesto ti fa sentire che tiene a te (amore), che crede in te (incoraggiamento), che vuole esserci per te (riparo). Un gesto del genere ricorda ai nostri ragazzi che non siamo noi il nemico da sconfiggere, ma le sfide della crescita che li stanno mettendo a dura prova.
Più che le punizioni, agli adolescenti proponi esperienze riparative
Le sanzioni sono il terzo passo. Ascoltare è importante, ma bisogna anche allenarli a rimediare. Invece di togliere qualcosa di buono dalla vita di tuo figlio (per esempio lo sport), aggiungi un’esperienza riparativa che gli faccia sentire che, agendo bene, alla fine, ci si sente meglio. I nostri adolescenti vanno responsabilizzati, ma senza un vero ascolto, c’è solo il dolore dell’incomprensione. Se tuo figlio sbaglia, per prima cosa, aiutalo a trasformare i sassi in parole.