Dopo ristoranti, hotel, spiagge, oggi finalmente si inizia a parlare di aziende pet friendly. La filosofia di un animale domestico nel luogo di lavoro sta, infatti, prendendo sempre più piede nel mondo, tanto che il 26 giugno si festeggia la Giornata mondiale del cane in ufficio: il Take your dog to work day è una ricorrenza nata nel Regno Unito già alla fine degli anni ’90. In Italia però sono ancora poche le realtà che consentono l’ingresso degli animali domestici, se non in occasioni particolari (si arriva a fatica al 10% e tra loro ci sono due aziende leader del petcare, Purina e Mars Italia).
Da noi non esiste una legge sull’argomento e quindi, a parte alcune norme di sicurezza e igiene generali, tutto è lasciato alla discrezione delle singole aziende o delle pubbliche amministrazioni. O al buon cuore del proprio capo. Eppure tutti abbiamo imparato, con le attività da remoto degli ultimi anni, come lavorare con accanto il proprio cane (o gatto) porti benessere e rafforzi la nostra relazione. Senza contare le tante evidenze, anche scientifiche, sui vantaggi della loro presenza in ufficio, uno tra tutti, il significativo aumento della concentrazione.
Animali in ufficio: Uomo e Ambiente, l’arrivo di Artù

Quella coda che scodinzola tra stampanti e computer insomma, non ci distrae negativamente ma al contrario favorirebbe le nostre performance lavorative. Lo sanno bene i 25 dipendenti di Uomo e Ambiente, una società torinese di consulenza e formazione sulla sostenibilità. «Tutto è iniziato nell’autunno 2021, quando un nostro giovane collaboratore mi disse che sarebbe stato bello avere un cane in ufficio, da gestire tutti insieme» racconta Nunzia Giunta, amministratore delegato. Insieme a figlio e marito Nunzia va in canile e incontra Artù, l’ultimo rimasto di una cucciolata abbandonata, con cui scatta un feeling immediato. E così in ufficio arriva questo dolcissimo miscuglio di tante razze: fisicamente somiglia al Bassotto, ma ha il muso che ricorda quello del Rottweiler (da cui non ha però preso la propensione a fare la guardia…), la morbidezza e gli occhioni languidi del Cavalier King Charles Spaniel.
Animali in ufficio per tutti quelli che ne hanno bisogno
«Non abbiamo mai pensato di tenerlo al guinzaglio, un po’ perché l’azienda ha spazi ampi, ma soprattutto perché i nostri collaboratori sono felici di vederlo passeggiare (o correre) per i corridoi, condividere la pausa caffè alla macchinetta, mettendosi a pancia in su per ricevere una carezza da tutti, mordicchiare le piante antinquinamento, accompagnare chi esce sul balcone a prendere una boccata d’aria o fumare una sigaretta» racconta la Ceo. «Artù si è dimostrato un vero e proprio therapist aziendale stimolando la collaborazione tra colleghi, l’empatia, lo spirito di squadra. Sì, certo, c’è una persona del team che ama meno gli animali, ma lui sembra averlo capito e semplicemente mantiene le distanze».
Qualche tempo dopo l’arrivo del cagnolino in azienda il team ha chiesto alla direzione la possibilità di allargare anche ad altri animali domestici. «Questo non vuol dire che tutti i proprietari portino i loro pet ogni giorno in azienda, ma sanno che possono farlo quando ne hanno bisogno o semplicemente voglia». Un “beneft” emotivo insomma, soprattutto per chi come la padrona di Billy, un cucciolotto da poco adottato in canile, andrebbe in ufficio con l’ansia e il dispiacere di lasciarlo solo in casa.
Animali in ufficio, fanno bene a tutti (con qualche regola)
Altro capo della Penisola, altra bella iniziativa apripista. Non siamo in un’azienda privata, ma in una amministrazione regionale, realtà solitamente più restie ad aprire le porte ai pet. Merito di Giusi Savarino, assessore al Territorio e Ambiente della Regione Sicilia, che lo scorso 2 aprile ha firmato un regolamento con cui ha ammesso l’ingresso negli uffici dell’assessorato agli animali domestici dei dipendenti. «Ho sempre avuto cani in famiglia. Quando, nell’ottobre 2024, il presidente del Senato Ignazio La Russa ha dato il suo ok all’ingresso degli animali d’affezione in alcune aree di Palazzo Madama, ho pensato che sarebbe stato bello seguire il suo esempio» racconta l’assessore.
Nel regolamento sono indicate alcune norme di comportamento, indispensabili per una convivenza civile, ma ancora più importanti in una realtà lavorativa che conta circa 900 dipendenti. «Se è vero che questa possibilità è stata accolta con favore da tanti, anche da chi non ha animali domestici, è altrettanto vero che ci possono essere persone allergiche o che hanno timore dei cani ed è giusto rispettare le esigenze di tutti; anche per questo l’ingresso è consentito a non più di 10 pet contemporaneamente» prosegue Giusi Savarino.
I vantaggi si vedono subito
Non ci sono limiti di taglia, ma gli animali devono avere il microchip ed essere in regola con le vaccinazioni, i proprietari sono tenuti a portare con loro sempre museruola e guinzaglio; naturalmente devono fare in modo che non sporchino (altrimenti sono tenuti a pulire) e sono responsabili di eventuali danni a cose o a persone. Quasi superfluo dire che i pet devono anche essere educati e non disturbare, in qualsiasi modo, il lavoro del personale.
«I vantaggi li vediamo già» conclude l’assessore. «Innanzitutto i proprietari di animali sono più sereni perché non convivono più con i sensi di colpa di lasciarli a lungo in casa da soli, soprattutto se hanno bisogno di farmaci o cure particolari, e poi negli uffici ci sono meno tensioni, più socialità, più sorrisi e un clima decisamente più caldo e accogliente, che stimola la creatività e la voglia di fare».