Polemica per una frase offensiva rilasciata da Vittorio Feltri nel corso di Donne sull’orlo di una crisi di nervi, la trasmissione di Rai 3 condotta da Piero Chiambretti. Il giornalista 81enne, commentando le (già peraltro infelici) affermazioni rilasciate di recente da Carlo Nordio a proposito del braccialetto elettronico e delle donne vittime di maltrattamenti (il ministro della Giustizia aveva consigliato loro di «rifugiarsi in chiesa o in farmacia»), ha dichiarato in occasione della puntata del 22 maggio: «Possono venire a casa mia. Se sono bone».
La stoccata di Feltri al ministro Nordio
L’intervento di Vittorio Feltri è iniziato con una critica nei confronti dello stesso ministro della Giustizia proprio in relazione a quelle parole sulla protezione delle donne vittime di violenza. A proposito del consiglio del Guardasigilli di rifugiarsi in chiesa o in farmacia, Chiambretti si è mostrato perplesso e ha incalzato così il “direttore dei direttori”: «E se sono chiuse? Dove vanno queste donne che vengono inseguite da maniaci e stalker?». A quel punto. Feltri ha replicato: «Consiglierei a Nordio di non dire c…te».
Feltri: «Donne vittime di violenza a casa mia. Se sono bone»
Alla precedente considerazione, Feltri ha aggiunto tuttavia una battuta giudicata da più parti gravemente sessista, oltre che infelice. Alla domanda su quali alternative potrebbero esserci per le donne in pericolo, il giornalista ha aggiunto: «A casa mia. Se sono bone». Una battuta offensiva verso tutte le donne che si trovano minacciate, vittime di maltrattamenti, spesso a rischio della vita, che tuttavia non ha mancato di suscitare risate e applausi in studio. Chiambretti a quel punto ha cercato di minimizzare («Questa non va detta, non è politicamente corretta») ma la frittata era ormai fatta.
Donne in Rete contro la violenza: «RAI divulga sessismo e banalizzazione»
La frase di Feltri non è passata inosservata. L’associazione D.i.Re – Donne in Rete contro la violenza – ha chiesto alla RAI una presa di posizione netta sulla questione. «Dopo aver ascoltato gli inqualificabili consigli del ministro Nordio, ci troviamo a dover commentare battute di basso profilo che colpiscono le decine di migliaia di donne che ogni anno vivono situazioni di maltrattamento o violenza, che ledono la dignità e il ricordo delle migliaia di donne uccise per mano di un uomo», ha scritto l’associazione in una nota che riporta la dichiarazione della presidente Cristina Carelli: «Chiediamo che la RAI prenda posizione pubblica rispetto quanto accaduto nella trasmissione condotta da Piero Chiambretti – si legge -. Le azioni di contrasto alla violenza possono essere sostenute anche attraverso scelte di campo in cui le varie agenzie culturali, tra cui la RAI, devono iniziare a farsi interpreti». «Sarebbe finalmente il momento di adottare un certo linguaggio e di esprimere tolleranza zero verso la cultura misogina sessista e violenta a cui abbiamo assistito», conclude Carelli.