Per contrastare il cyberbullismo tra i minori, il capo della polizia Vittorio Pisani ha avanzato la proposta di vietare l’uso dei telefonini a scuola, sia in classe che durante le pause. Lo ha detto intervenendo a “Cuori connessi”, l’iniziativa di Unieuro e polizia di Stato che dal 2016 sensibilizza studenti, genitori e insegnanti sui rischi della rete e dei social network.

Cyberbullismo: numeri da paura

Il fenomeno è più diffuso di quanto si pensi. Secondo l’Istat, nel 2022 il 46% degli studenti delle scuole medie inferiori e il 35% degli studenti delle scuole superiori sono stati vittime di bullismo.

Inoltre, secondo un monitoraggio del Ministero dell’istruzione e del merito, il 26,9% degli studenti e delle studentesse ha riportato di essere stato vittima di bullismo nei 2-3 mesi precedenti alla rilevazione, avvenuta tra maggio e giugno 2023. Il 17,5% dei partecipanti ha dichiarato di aver preso parte attiva a episodi di bullismo.

La proposta del capo della polizia

Il capo della polizia, nel proporre di tenere i telefonini fuori dalle aule, ha spiegato che nelle scuole di polizia questa regola viene applicata da tempo. Il motivo: favorire il distacco dallo strumento elettronico e il recupero della relazione umana.

Pisano ha anche sottolineato la necessità di introdurre nell’ambito scolastico una formazione sui valori fondamentali, come l’affettività, il rispetto, la legalità. Bisognerebbe anche insegnare ai ragazzi a usare in modo consapevole e responsabile i social network.

Cyberbullismo, l’invito a denunciare

Il capo della polizia ha invitato i testimoni di episodi di cyberbullismo a denunciare e a sostenere le vittime, che spesso vivono situazioni di disagio e di paura. “Denunciare”, ha spiegato, “non spetta alla vittima, che vive un momento di difficoltà, di soggezione psicologica. Invece, è un’indicazione che va data ai testimoni, ai ragazzi che sanno che un loro compagno vive una difficoltà ed ha bisogno di sostegno”.

Il ministro dell’Interno: prevenire il cyberbullismo

Alla presentazione del nuovo libro della collana “#cuoriconnessi”, disponibile dal 12 febbraio, ha partecipato anche il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. “Chiedere aiuto e segnalare comportamenti dannosi alla polizia postale, agli insegnanti, ai genitori è essenziale”, ha detto.

Piantedosi ha ribadito l’importanza di prevenire il fenomeno del cyberbullismo e di educare i giovani a un uso sicuro e civile della tecnologia. “La rete è una straordinaria innovazione”, ha detto, “ma ci sono rischi come nella vita reale”.

Il ministro ha concluso affermando che la sfida è culturale ed educativa e va affrontata insieme, ognuno per la propria parte.