Quanto siamo libere?

Sembra una domanda fuori luogo in un Paese come il nostro. Laico, democratico, evoluto. Nessun obbligo di indossare indumenti che ci imprigionano o ci mortificano, nessun divieto di uscire da sole, guidare la macchina, amare chi vogliamo, lavorare… Siamo, sulla carta, donne dotate di tutti i diritti fondamentali, molti dei quali duramente conquistati. Da quello al voto a tutti quelli che hanno sancito l’uguaglianza di uomini e donne davanti alla legge. Eppure, secondo l’ultimo Global Gender Gap Index, il rapporto del World Economic Forum che definisce i livelli di parità nell’ambito dell’istruzione, della politica, dell’economia, l’Italia è scivolata nel 2023 dalla 63esima alla 79esima posizione.

Che diritti ancora ci mancano?

Le discriminazioni più vistose sono nel campo del lavoro, non solo per il basso tasso di occupazione e la scarsa presenza femminile nelle posizioni apicali, ma anche per la più evidente e intollerabile delle ingiustizie: la disparità di stipendio a parità di mansioni. Ancora oggi una ragazza preparata, motivata, ambiziosa gioca in svantaggio rispetto a un coetaneo con gli stessi atout. Libera di fare carriera sì, ma non di farlo pesare. È su quel “ma” che si gioca tutto. Possiamo essere brave, a patto di restare al nostro posto (ovvero, un passo indietro). Girare di notte da sole e fare quello che ci pare e piace ma senza pretendere che non ci capiti niente. Fare figli oppure non farli, ma senza esigere che qualcuno ci aiuti. Se capita, bene, ma non è dovuto. Possiamo abortire, ma solo sperando di trovare uno dei pochi ginecologi non obiettori in circolazione. E allora, che fine hanno fatto i diritti che ci illudiamo di avere?

Il nostro progetto a favore dei diritti delle donne

È proprio per questo che Donna Moderna lancia Libere e uguali. Per una nuova idea di parità, un progetto lungo un anno, realizzato con la collaborazione scientifica dell’Università Statale di Milano, che mira a smantellare stereotipi e pregiudizi che rallentano l’affermazione di una società realmente equa ed inclusiva, creando terreno fertile per una cultura poco rispettosa delle donne.
Il primo appuntamento che devi segnarti in agenda è l’8 marzo dalle ore 11 alle 12.30 nell’Aula Magna dell’Università Statale di Milano dove, nell’ambito delle celebrazioni organizzate dalla Statale per la Giornata Internazionale della Donna che hanno inizio alle ore 9.30, verrà presentato l’Osservatorio dei diritti realizzato in collaborazione con l’Istituto di ricerca Swg e saranno introdotti i tavoli di lavoro che nel corso dei mesi tradurranno in proposte concrete le esigenze emerse dalla ricerca.

Gli ospiti che ci saranno all’evento

A commentare con noi i dati del primo sondaggio, dedicato alle relazioni, un prestigioso parterre: Silvia Romani, Professoressa associata di Storia delle Religioni, Referente dipartimentale Rete Parità di Ateneo; Sara Valaguzza, Professoressa ordinaria di Diritto Amministrativo, presidente del Comitato Unico di Garanzia; Ludovica Leone, senior researcher di Swg; Matteo Lancini, psicoterapeuta e presidente della Fondazione Minotauro di Milano; Elena Biaggioni, avvocata e vicepresidente di D.i.Re. Ad aprire i lavori, la prorettrice Marilisa D’Amico con la direttrice di Donna Moderna Maria Elena Viola e l’assessora allo Sviluppo Economico e Politiche del Lavoro del Comune di Milano Alessia Cappello per i saluti istituzionali. Il talk sarà preceduto dal reading di Cinzia Spanò Esagerate! Frammenti di una stand-up tragedy.

Partecipare all’evento è semplice e gratuito. Basta iscriversi qui.
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Con la collaborazione scientifica di Università degli Studi di Milano

Consulenza di Di.Re

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