Trascorrere troppo tempo davanti al computer può avere per gli uomini delle conseguenze intime indesiderate. Uno studio cinese ha identificato una correlazione fra la disfunzione erettile e l’abitudine di impiegare il proprio tempo libero fra videogame, filmati di Youtube e social media.

Lo studio ha coinvolto 200.000 uomini

Lo studio, coordinato dall’urologo cinese Linhui Wang (Changhai Hospital, Naval Medical University Shanghai), è stato pubblicato sulla rivista “Andrology”. La ricerca, che ha coinvolto oltre 200.000 uomini, ha messo in luce che per ogni 1,2 ore trascorse davanti al pc, le probabilità di sperimentare una disfunzione erettile aumentava di 3,57 volte.

Un calo degli ormoni follicolo-stimolanti

L’uso a lungo termine del computer durante il tempo libero è stato associato a livelli più bassi di ormoni follicolo-stimolanti (FSH) negli uomini, quelli che stimolano la produzione dello sperma. Questo ormone è prodotto dalla ghiandola pituitaria del cervello: negli uomini permette lo sviluppo e la produzione degli spermatozoi e nelle donne la maturazione degli ovuli. Bassi livelli di FSH sono stati collegati a diminuzione della libido, infertilità e bassa energia. Lo studio non indica tuttavia chiaramente il motivo per cui un calo di questo ormone possa influire sulla funzione erettile.

uomo al pc

Vita sedentaria? Rischio flop a letto

I ricercatori non hanno riscontrato prove che altre attività svolte da seduti – come guardare la televisione o guidare – aumentassero il rischio di disfunzione erettile. Detto questo, un comportamento eccessivamente sedentario è stato collegato dagli studiosi a questo deficit delle prestazioni sessuali maschili, mentre “l’attività fisica può aiutare a prevenire o migliorare la funzione erettile“. “Sebbene il meccanismo specifico della disfunzione erettile causata dall’uso del computer non sia stato chiarito nel presente studio – hanno chiarito i ricercatori – il danno del comportamento sedentario alla funzione erettile sembra essere chiaro, il che deve attirare l’attenzione del pubblico”.