Diminuisce la dispersione scolastica, ma aumenta il numero degli studenti che non acquisiscono competenze adeguate in Italiano e in Matematica, anche se gli alunni delle scuole italiane si confermano bravi in Inglese e hanno buone competenze digitali. Il rapporto Invalsi 2025, che misura le competenze di bambini e adolescenti della scuola primaria e secondaria di I e II grado in Italia, fotografa una brutta battuta d’arresto negli apprendimenti di Italiano e soprattutto di Matematica in tutti i cicli scolastici, dalle elementari all’ultimo anno delle superiori, fornendo l’impressione che si è ben lontani dal riuscire a recuperare i livelli pre-Covid, come si era sperato nel 2024. Al momento del diploma, a 18 anni, praticamente uno studente su due non ha competenze adeguate né in Italiano né in Matematica.
Invalsi 2025, divario tra Nord e Sud
La situazione è decisamente migliore al Nord e più grave al centro-sud e nelle isole. In Matematica, infatti, nel Lazio, Campania, Calabria e Sicilia circa il 60% non raggiunge il livello di accettabilità; in Sardegna questa percentuale si alza al 70%. E per quanto riguarda l’Italiano solo nelle due macro-aree settentrionali la comprensione dei testi scritti raggiunge livelli almeno accettabili per oltre la metà degli studenti e delle studentesse (circa il 60-61%), mentre al Centro-Sud meno della metà di allievi raggiunge i traguardi.
Il commento del ministro Valditara
“Dobbiamo ripensare l’insegnamento dell’italiano, i programmi ed è quello che noi abbiamo fatto e stiamo facendo. È fondamentale tornare ad avere un’attenzione forte verso grammatica, sintassi, riassunti“, ha commentato, alla presentazione del report, il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara. Stesso discorso vale per la Matematica: «Serve un ripensamento dell’insegnamento della matematica, che parta dalla realtà per arrivare alla teoria», ha suggerito il ministro.
Invalsi 2025, i dati delle scuole medie
Le competenze inadeguate sono conseguenza di un peggioramento che parte dalle elementari ed è via via sempre più evidente. Il rapporto dell’Istituto guidato da Roberto Ricci evidenzia, infatti, come già alla fine delle scuole medie, in Italiano, a fronte di un 62% di allievi che mostrano competenze almeno adeguate nel centro-nord, nel mezzogiorno la percentuale scende in modo rilevante e in particolare in Calabria, Sicilia e Sardegna, meno della metà di coloro che acquisiscono la licenza media accede alle superiori con competenze adeguate. In Matematica, sempre al sud, nemmeno la metà degli allievi esce dal I ciclo d’istruzione con competenze adeguate: le hanno solo 4 allievi su 10. In particolare mostrano maggiori difficoltà in Matematica le bambine e le ragazze.
Problemi fin dalle elementari
In seconda elementare, in Italiano circa il 66% (era il 67% nel 2024, il 69% nel 2023 e il 73% nel 2022) raggiunge almeno il livello base (dalla fascia 3 in su); in Matematica il 67% (era il 67% nel 2024, il 64% nel 2023 e il 71% nel 2022) raggiunge almeno il livello base. In quinta elementare, in Italiano il 75% (era il 75% nel 2024, il 74% nel 2023 e l’80% nel 2022) raggiunge almeno il livello base. In Matematica il 66% (era il 68% nel 2024, il 63% nel 2023 e il 66% nel 2022) raggiunge almeno il livello base; anche i risultati d’Inglese sono leggermente più bassi o stabili rispetto al 2024.
Invalsi, la preoccupazione di Save the Children
Secondo Save the Children, «è positivo il dato sul calo della dispersione scolastica , passata dal 14,2% del 2020 al 9,8% nel 2024, ma si evidenzia il persistere di ampi divari territoriali fin dai primi gradi scolastici, che penalizza gli studenti delle aree più deprivate del Paese e su cui è necessario potenziare politiche e strumenti per garantire apprendimenti di qualità e ampliare l’offerta educativa». L’associazione ha poi sottolineato che «l’aumento della dispersione implicita tra il 2024 e il 2025 (8,7% rispetto al 6,6% del 2024), in particolare al Sud e nelle Isole (12,5% rispetto al 9,2% del 2024) è un segnale da attenzionare. Preoccupano, in particolare, le forti differenze territoriali che colpiscono tutti i cicli di istruzione».