Ho capito di essere invecchiata un weekend di inizio estate al mare, quando, con l’acqua a metà coscia, nella tipica modalità a bagmomaria delle persone di “mezza età”, chiacchieravo con alcuni amici delle follie del mondo. Dopo i 50 non si riesce più a schiantarsi al sole per ore, sudando e sbuffando, si schiatta e basta, ed è meglio evitare. Allora si prende l’abitudine di fare salotto tra le onde per vincere l’afa e ammazzare il tempo. A volte ci si tuffa. In quel weekend neppure quello, ché mi ero fatta la messinpiega. E questa è stata forse la prova più evidente della mia incombente senilità. Essendo tipico delle “signore” restare a testa asciutta per non sciupare il lavoro del parrucchiere. Una cosa che ho sempre trovato piuttosto buffa e limitante. Eppure, eccomi qua. Dunque, in queste conversazioni si parla in genere del più e del meno, toccando i temi più disparati, ma sempre sotto l’egida del confronto nostalgico, scandito dal refrain “ai nostri tempi”.

Ai nostri tempi non faceva così caldo

Ma così caldo che si è costretti a stare in ammollo a rinfrescarsi le pudenda, sotto un sole assassino. Fuori si soffoca. Su Donna Moderna c’è scritto che abbiamo raggiunto temperature record, che viaggiano sopra i 35 gradi, a volte superano i 40. Un esperto ha detto che, se continua così, tra 10 anni possiamo toccare i 50. Praticamente come avere sempre la febbre a 40, ma con 10 gradi in più. Non si sopravvive. Già ora le gente sviene e rischia la vita in certi posti di lavoro, al Pronto soccorso hanno registrato il 20% di ingressi in più. Per non parlare degli altri effetti del clima impazzito: piogge, uragani, temporali terribili. Se non muori per la canicola, muori per la catastrofe ambientale. E pensare che quando eravamo piccoli noi, ci si lamentava per l’anticiclone delle Azzorre. Vi ricordate Bernacca quando lo annunciava? Portava caldo e qualche acquazzone. Oggi il cugino africano ha ridisegnato le latitudini, spostando i Tropici in Italia – ma senza i benefit di un Club Med – con tutti gli annessi e connessi.

Ai nostri tempi la frutta aveva un’altro sapore

Prendi la frutta. Ai nostri tempi sapeva di frutta, oggi non più. È come annacquata, incolore, insapore… Ma vi ricordate quelle scorpacciate di ciliegie che ci facevano venire il mal di pancia? Era una gioia l’arrivo dell’estate. Riempirsi di vitamine senza bisogno di prenderle in pastiglie. Oggi la frutta costa un occhio e non è buona. Tutta colpa del meteo, che ha spazzato via le stagioni e strapazza i campi con clima torrido e gelate improvvise. Eppure c’è ancora chi non crede al climate change…

Ai nostri tempi si scendeva in piazza per gli ideali

Per fortuna, i giovani. Loro sì che ci credono e si arrabbiano con noi per il mondo che abbiamo lasciato. Dicono che gli abbiamo rubato il futuro, e un po’ c’hanno ragione. Però se davvero ci tenessero a salvare il Pianeta, si dovrebbero sbattere un po’. Ai nostri tempi si scendeva in piazza per difendere i sogni. Non solo il venerdì. Questi ragazzi invece sembrano un po’ comodi. Quando vanno a un colloquio, la prima cosa che chiedono è “A che ora si esce?” e “Quante ferie ho?”. Privilegiano al lavoro il tempo libero e non si impegnano nelle relazioni. Non si sposano, non fanno figli. Non mettono radici. Ma come si fa a mettere radici in un mondo così instabile? Sono tornate persino le guerre. Una cosa che “ai nostri tempi” davamo per morta e affossata. Noi siamo figli della democrazia. Quella vera.

ai nostri tempi: nostalgia vacanze da giovani e famiglia in spiaggia
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Ai nostri tempi non si viveva sui social

Già. Mica quella dei social, in cui tutti pensano di poter dire la loro e non sanno niente. Sono la sciagura del mondo i social. Che danno un’idea falsata della vita. Che puntano sull’immagine invece che sull’immaginazione. Che abbassano la soglia dell’attenzione. Ai nostri tempi passavamo l’estate a leggere o a contare le formiche. Grande cosa la noia, aiuta a pensare e a fantasticare. Oggi siamo tutti incollati allo schermo del telefonino, guarda qua (e uno indica i bagnanti sotto l’ombrellone con gesto plateale della mano). Ai nostri tempi in spiaggia si guardavano le ragazze. Ci si attrezzava alla vita tra una partita al calciobalilla e una gita in moscone. Così, senza accorgersene, si diventava grandi. Ai nostri tempi l’acqua era pure più pulita, riflette uno che si è aggiunto da poco schivando un corpo estraneo che potrebb’essere un Kleenex o una medusa. È quasi ora di pranzo, fuori tutti.

Anche questi di oggi sono i nostri tempi

Ai nostri tempi si stava meglio pure se si stava peggio, è la chiusa finale. Ma il dato è frutto della presbiopia tipica dell’età, che riesce a vedere solo le cose lontane e tende a sfocare quelle vicine. Dimenticando che sono “tempi nostri” pure quelli che stiamo vivendo. Tra 10 anni, se il mondo non finisce, ci sembreranno bellissimi.