«Ormai non si può andare più da nessuna parte!». Chi ha il pallino dei viaggi negli ultimi tempi si sarà sorpreso a ripetere spesso questa frase, domandandosi se esistano ancora mete sicure per viaggiare. Guerre, calamità naturali, repressioni, ma anche questioni di ordine pubblico e proteste dei residenti contro i turisti danno l’impressione che il mondo si sia “ristretto” di colpo, limitando la possibilità di spostamento e la scelta tra le destinazioni. Ed è una sensazione strana, specialmente per chi è cresciuto pensando di poter andare pressoché ovunque senza troppi sforzi.

Le mete sicure per viaggiare secondo Lonely Planet e il New York Times

I numeri raccontano di un desiderio di partire parzialmente sfibrato dalle preoccupazioni: secondo l’Holiday Barometer, ricerca effettuata da Ipsos per il gruppo Europ Assistance, nel 2025 quasi 9 italiani su 10 hanno programmato almeno una vacanza estiva, ma quasi 7 su 10 la faranno in Italia. Intanto due stelle polari che da sempre regolano il settore turismo – la guida “Best in Travel 2025” di Lonely Planet e l’elenco di “52 posti dove andare” del New York Times – aggiornano i suggerimenti. Nella lista stilata quest’anno dal quotidiano americano compaiono Terai, in Nepal, Chiriquì, a Panama, e Tamar Valley, nella remota Tasmania.

La Lonely Planet inserisce Camerun, Lituania, Fiji, Laos e addirittura il Kazakistan. «Quest’ultimo condivide 6.846 chilometri di confine con la Russia, siamo proprio sicuri che abbia senso andarci?» chiedo subito al direttore di Lonely Planet per l’Italia, Angelo Pittro. «È una questione di prospettiva. Per un italiano Bali è una meta esotica, per un australiano meno. E così il Kazakistan: da noi viene percepito come un Paese vicino a un altro ingombrante, ma per un americano tutta l’Europa potrebbe esserlo. Per questo farei attenzione a definire a rischio le aree vicine a quelle di crisi, altrimenti ci rimarrebbe davvero ben poco da visitare».

Le mete sicure per viaggiare: il caso della Giordania

Un caso emblematico è la Giordania, per la quale il sito viaggiaresicuri.it, servizio del ministero degli Esteri, avverte che «le autorità giordane hanno programmato, in via precauzionale, un sistema di sirene d’allarme che si attiva automaticamente al rilevamento di attività cinetiche in corso nello spazio aereo nazionale». «Pur trovandosi in Medio Oriente» osserva Carla Diamanti, giornalista e travel designer, che ha appena pubblicato con National Geographic una guida del Paese, «la Giordania non è mai stata chiusa al turismo». Diversa è la situazione per l’Iran, che per ovvie ragioni è tra i Paesi sconsigliati dalla Farnesina. «È un peccato, perché è un concentrato di bellezza con una cultura millenaria».

Quando scoppia una crisi, la preoccupazione per la popolazione locale si accompagna anche al rammarico per non aver visitato quei luoghi prima. Talvolta, addirittura si scoprono le meraviglie di un posto solamente dopo che è stato distrutto o minacciato di distruzione: pensiamo all’antichissima Cittadella di Aleppo, in Siria, o alla magnificenza di Kyiv e Leopoli in Ucraina. «Come travel coach» dice Carla Diamanti «noto che chi viaggia è stanco di immagini distorte e della sovraesposizione mediatica. Si cercano autenticità e riferimenti sicuri e per questo vedo un ritorno verso i professionisti del viaggio in grado di rispondere agli eventuali imprevisti».

Petra in Giordania. Foto iStock

Per viaggiare sicuri ci vuole una mente aperta, ma attenta

Che ci si affidi a esperti o si organizzi tutto da soli, però, oggi è necessario mantenere alta la soglia della razionalità per non lasciarsi travolgere dalle emozioni, né in un senso né nell’altro. Dice a questo proposito il direttore di Lonely Planet Angelo Pittro: «A me fanno paura quelli che non s’informano. Io andrò in India, ma eviterò la zona del Kashmir (regione altamente militarizzata da tempo al centro di tensioni e conflitti tra India e Pakistan, ndr).

Eppure un sacco di persone scrivono: “Sono andato e non sapevo”. Il viaggio deve rimanere un’attività da affrontare con massima cautela e maturità. Bisogna mantenere una mente aperta per conservare il diritto di andare lontano, ma restare in guardia, perché il fronte dell’incertezza si è fatto molto più labile: due settimane fa mia figlia ha fatto scalo in Qatar e poche ore dopo in tutta quell’area hanno chiuso lo spazio aereo a causa del lancio di missili».

India. Foto iStock

Il Sudamerica è una meta sicura?

Non ci sono solo le guerre. Complice, forse, la facilità con cui accumuliamo tante notizie provenienti da ogni parte del globo, maturiamo la sensazione che non ci siano più molti posti sicuri dove andare. La detenzione del cooperante Alberto Trentini in Venezuela, l’uccisione di Alessandro Coatti in Colombia, l’instabilità dilagante in Perù e Argentina farebbero pensare che tutto il Sudamerica sia al momento da evitare. «In Colombia ci sono stato l’anno scorso con la mia famiglia ed è stato meraviglioso» replica Pittro, allentando la tensione.

«È un Paese che ha vissuto anni di lotte, ma non andarci ora sarebbe come non viaggiare in Italia per il terrorismo degli anni ’70. Siamo stati a Medellin, l’ex capitale dei narcos: il quartiere Comuna 13, dove l’esercito sparava coi cannoni agli spacciatori, oggi è un polo di arte e cultura, invaso pure lui dai venditori di cianfrusaglie». Per quanto non lo sconsigli espressamente, il sito Viaggiare Sicuri della Farnesina però non invoglia esattamente ad andarci. «Il ministero degli Esteri fa il suo lavoro e segnala tutti i possibili pericoli ai suoi cittadini» commenta Pittro.

Per scegliere le mete per viaggiare sicuri bisogna evitare i luoghi comuni

Da questo punto di vista, nessuna meta può dirsi al 100% affidabile: dipende anche in che zona si va, e persino a che ora. «Prendiamo Venice Beach, il lungomare di Los Angeles: di giorno lì sono tutti atletici e felici, la sera è meglio se non ti fai trovare. Al contrario, il centro storico di Bari fino a 15 anni fa era impraticabile, oggi è un polo turistico inestimabile. I luoghi comuni da un lato ci fanno credere che certe mete non siano visitabili, dall’altro ci obbligano ad andare dove vanno tutti, per poi lamentarci che siamo troppi» continua Pittro. Anche per questo, Lonely Planet cerca di “spingere” verso destinazioni meno affollate nella stessa Italia.

«Abbiamo segnalato Genova, che sorprende per la posizione pazzesca e il lavoro che è stato fatto per riqualificarla, senza che perdesse la sua anima». Mentre, per l’estero, la travel coach Carla Diamanti ultimamente si trova spesso a progettare itinerari in Bulgaria o Algeria, mete poco mainstream, e suggerisce che «il turismo non è dipendente solo dagli avvenimenti politici e dalle mode del momento, ma anche dal clima».

Il bello di viaggiare “fuori stagione”

Oggi più che mai a pesare sulle scelte dei viaggiatori sono gli elementi atmosferici, quali afa, siccità, incendi, alluvioni. Basti pensare che il portale di affitti brevi Airbnb ha di recente introdotto la policy “Major Disruptive Events”: in caso di guerre e disastri naturali, la cancellazione di una prenotazione sarà possibile fino all’ultimo, senza penali. Secondo uno studio di Enit, che fa parte del progetto “Turismo Climate‑sensitive”, in Italia le presenze straniere estive calano del 25% a causa del caldo, per salire in primavera e autunno. «Il nostro compito è spiegare che ormai le stagioni migliori non esistono più» precisa Carla Diamanti.

«L’Islanda è bellissima anche a ottobre e in Giappone ci sono altre magnifiche fioriture, oltre a quella dei ciliegi che tra marzo e aprile richiama milioni di visitatori: per esempio, quella della azalee, che dura fino a tarda primavera». Da necessità, il viaggio “fuori stagione” potrebbe diventare un’opzione per combattere overtourism e caro-prezzi? «Per visitare Capri non è necessario andarci ad agosto, i Faraglioni sono bellissimi tutto l’anno» specifica il direttore di Lonely Planet Italia. «E a Ibiza ci sono tantissime cose da vedere, non solo le discoteche.

Un turista o viaggiatore ha il diritto di muoversi in libertà, ma anche chi vive in un posto ha il diritto di essere rispettato e di non essere travolto dal turismo». Lonely Planet cerca di pubblicare guide per tutti i luoghi e Paesi – «tranne la Corea del Nord perché è difficile entrarvi» – ma la scelta resta sempre e solo individuale. Vale anche per le questioni di natura etica rispetto ai viaggi in determinate destinazioni che possono essere divisive, per esempio l’Arabia Saudita o gli Stati Uniti di Trump. «Ma» conclude Pittro «anche quello dei diritti umani è un tema controverso: quale Paese può dirsi davvero senza peccato?».

Tre consigli utili prima di partire

Per godersi le vacanze in serenità e scegliere delle mete sicure per viaggiare occorre prepararsi. Ecco come: controlla il sito Viaggiare Sicuri del nostro ministero degli Esteri (viaggiaresicuri.it) ed evita le aree sconsigliate perché a rischio estremo o ad alto rischio. La Farnesina aggiorna periodicamente le schede di tutti gli Stati, fornendo informazioni sulla sicurezza che tengono conto di diversi fattori: dalla situazione politica interna alla sicurezza igienico-sanitaria, al rischio di catastrofi naturali. Sottoscrivi una copertura assicurativa che includa i rischi ambientali e/o di guerra e il rimpatrio forzato. Infine, monitora la situazioni locale tramite ambasciate, media e app di sicurezza.