turno di notte

Turni notturni: come incidono sulla salute

Lavorare su turni notturni anche solo per un paio di giorni alla settima può avere gravi ripercussioni sulla salute: lo rivela un nuovo studio

Dal personale medico e paramedico a chi lavora nell’accoglienza o nelle fabbriche che hanno cicli produttivi senza vincolo di orario: sono molte le professioni che comportano turni di notte. Una ricerca americana ha monitorato quanto lavorare nelle ore normalmente dedicate al sonno possa ripercuotersi sulla salute. I risultati sono piuttosto preoccupanti.

Lavorare di notte può alterare i ritmi naturali del corpo

Una ricerca della Washington State University e del Pacific Northwest National Laboratory ha scoperto che i turni di notte possono alterare i ritmi naturali che regolano la glicemia, il metabolismo e l’infiammazione, aumentando il rischio di vari disturbi.

Turni notturni o diurni: lo studio su un gruppo di volontari

Lo studio, pubblicato sul Journal of Proteome Research, ha sottoposto un gruppo di volontari a tre giorni di turni notturni o diurni. Alla fine dei tre giorni, i partecipanti sono stati tenuti svegli per 24 ore in condizioni costanti per misurare i loro ritmi biologici interni senza interferenze da parte dell’ambiente. Durante questo periodo di 24 ore, sono stati prelevati campioni di sangue a intervalli regolari per monitorare i cambiamenti nei livelli proteici.

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Turni notturni: i risultati sui livelli di zucchero nel sangue

Mentre alcuni livelli proteici sono rimasti costanti sia tra i lavoratori del turno diurno che in quelli notturni, altri hanno mostrato cicli di 24 ore significativamente diversi nei lavoratori del turno notturno. In particolare, i ricercatori hanno osservato un’inversione quasi completa delle proteine ​​coinvolte nella regolazione dello zucchero nel sangue nei partecipanti al turno di notte. Hanno anche scoperto che i processi coinvolti nella produzione e nella sensibilità dell’insulina, che di solito lavorano insieme per mantenere livelli sani di zucchero nel sangue, non erano più sincronizzati nei lavoratori del turno di notte.

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“Quello che abbiamo dimostrato è che possiamo davvero vedere una differenza nei modelli molecolari tra i volontari con orari normali e quelli con orari disallineati con il loro orologio biologico”, ha detto in una nota Jason McDermott, uno scienziato computazionale della Divisione di Scienze Biologiche del PNNL. “Gli effetti di questo disallineamento non erano ancora stati caratterizzati prima a questo livello molecolare e in questo modo controllato.”

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Il rischio di diabete e obesità

I ricercatori hanno aggiunto che questa scoperta potrebbe fornire nuovi indizi sul motivo per cui i lavoratori del turno di notte tendono ad essere più inclini ai disturbi metabolici. “Nel complesso, i nostri risultati suggeriscono che il disallineamento circadiano è associato a un tiro alla fune tra i meccanismi dell’orologio centrale che controllano la secrezione di insulina e i meccanismi dell’orologio periferico che regolano la sensibilità all’insulina, che può portare a esiti avversi a lungo termine come diabete e obesità“, scrivono i ricercatori.

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