Anche Levante è stata vittima di una relazione tossica: dieci anni fa è stata perseguitata da un ex che non accettava la fine della loro relazione. Una storia come se ne sentono purtroppo tante per la cantautrice siciliana che ne racconta i dettagli a “Vanity Fair”. Per Claudia Lagona, in arte Levante, quell’incubo è per fortuna ormai lontano ma il ricordo di quel dolore a volte riemerge. L’artista di Caltagirone, vinta la paura e la vergogna, aveva trovato il coraggio di denunciare lo stalker che era arrivato a scriverle 980 mail in un mese e la ricattava minacciandola di diffondere i loro filmati privati.

Levante

Perché la decisione di parlarne solo oggi? “Ha presente – commenta Levante – quando, con estrema stupidità, qualcuno si domanda: ‘Ah, perché quella ci ha pensato vent’anni prima di denunciare che è stata stuprata?’. Perché 19 le sono serviti per perdonare sé stessa e l’ultimo per trovare il coraggio’. E poi, chi è che ama parlare dei propri fallimenti? Per tanto tempo ho percepito quell’esperienza come tale, un errore che ha portato dolore anche ad altre persone”.

Persecuzioni e femminicidi, “non riesco a non immedesimarmi”

A questo punto della sua vita la cantante di “Sirene” – una figlia di due anni e dieci di carriera alle spalle – può raccontare quella brutta esperienza il cui ricordo riaffiora ogni qualvolta i media riportano casi di persecuzioni nei confronti delle donne o di femminicidi. “Non riesco a non immedesimarmi. – dice Levante nell’intervista a Chiara Oltolini -. Ma il tempo, la maturità e anche l’essere diventata madre (di Alma Futura, due anni appena compiuti, ndr) mi hanno aiutata a elaborare, a non vergognarmi più di chi sono stata. A perdonarmi. E a voler uscire allo scoperto“.

Relazione tossica con un uomo geloso: “Mi controllava”

Levante racconta a “Vanity Fair” come, una decina di anni fa, si sia innamorata di un uomo che però, sin da subito, si è rivelato molto geloso. “Mi controllava: ‘Dove sei? Perché non mi rispondi?’. – rivela la cantante – Il più delle volte mi ero solo addormentata sul divano e non avevo sentito il cellulare. Eppure, in una sorta di meccanismo malato, dovevo giustificarmi con lui. Erano segnali, sia i suoi sia i miei. A ogni modo ho capito abbastanza in fretta che non ero innamorata e gliel’ho detto. Non potendomi più avere ha perso le staffe“.

Levante

Levante: “Mi scrisse 980 mail in un mese”

Anche se Levante dice di non essere mai stata picchiata, racconta dei tentativi di ricattarla messi in atto da quell’uomo: “Aveva dei nostri filmati, file privati. – dice – Mi chiamava in continuazione: ‘Sto male’, mi implorava, e così passavo ore al telefono a cercare di tranquillizzarlo. Mi ha scritto 980 mail nel giro di un mese, che significa circa 30 ogni giorno. Tutti attorno a me erano preoccupati: i famigliari, le amiche… Io ero spaventata, ma forse non abbastanza, in quel momento. Non pensavo che arrivasse a farmi del male, temevo più per lui, come raccontava alla sorella Giulia Cecchettin (la studentessa di Ingegneria uccisa l’11 novembre 2023 dall’ex fidanzato Filippo Turetta, ndr)… A me, a differenza sua, è andata bene. Sono viva“.

Levante: “Un mondo di maschi che protegge i maschi”

Per Levante, come per tante donne vittime di violenze e persecuzioni, non è stato facile decidersi di affrontare il problema in modo drastico e denunciare l’uomo. “A un certo punto ho provato soprattutto vergogna, molta vergogna – afferma la cantante – . Mi sentivo stupida: non sapevo come gestire la situazione che proseguiva da un paio di mesi. Fino a quando un amico avvocato mi ha consigliato di denunciare… Mi sono presentata nella prima questura con il malloppo di mail stampate – prosegue – C’era una donna carabiniere, fredda, che mi riempiva di domande: immagino che sia la prassi, però ero terribilmente a disagio, sono scoppiata a piangere. Mi ha indirizzata a un’altra questura. Lì l’unica cosa che percepivo era il giudizio del carabiniere di turno, il suo minimizzare: ‘Signorina, deve stare attenta! Perché non è stata attenta? Se ne sentono di storie così’. Del resto il nostro è un mondo di maschi, che protegge i maschi. Alla fine hanno vietato a quella persona di avvicinarsi a me, per quanto possa valere“.

Levante: “Ho perso mio padre a 9 anni, era duro e severo”

Anche se l’ex di Levante nel corso degli anni si è fatto vivo, lei non ha mai risposto anche se lo ha perdonato: “Ogni tanto mi scrive ancora e mi chiede scusa. Ci ha tenuto a dirmi che gli hanno diagnosticato un disturbo bipolare e che ha iniziato un percorso di psicoterapia. Io non gli rispondo e allora cancella i messaggi. Mi auguro solo che questa intervista non lo spinga a contattarmi… L’ho perdonato. Ho capito di non averlo incontrato nell’amore, ma nel dolore. Il suo e il mio. Questa persona ha rivelato anche un mio grande problema e cioè l’attaccamento a un certo tipo di uomo: mio padre Rosario, che ho perso quando avevo nove anni. Per quanto l’abbia conosciuto e lo ricordi, non era violento, però era duro, severo, intransigente. Per diverso tempo sono stata affascinata da persone che gli somigliavano“.