C’era un tempo in cui la colorazione dei capelli era impeccabile: chiome biondo platino curate con una precisione quasi maniacale, tonalità dorate sempre brillanti, castani intensi e corvini lucenti, senza nemmeno un accenno di ricrescita. Le visite al salone di bellezza erano frequenti e quasi rituali. Ma oggi, le cose sono cambiate profondamente, e non solo per motivi estetici. Anche il contesto economico gioca un ruolo importante. E così, il risultato è chiaro: meno appuntamenti dal parrucchiere e più naturalezza. È in questo contesto che emerge il fenomeno dei cosiddetti Recession Hair.
L’influenza dell’economia sullo stile
Non è la prima volta che una crisi economica influisce sulle abitudini di bellezza. Il termine Recession Hair era già emerso dopo il crollo finanziario del 2008, quando molte persone, anche le clienti più fedeli, hanno iniziato a rinunciare a trattamenti costosi in salone, optando per soluzioni fai-da-te o semplicemente lasciando crescere i capelli al naturale. Oggi la storia si ripete: i budget si restringono, le priorità cambiano, e il parrucchiere non è più in cima alla lista.
Recession Hair, una scelta estetica e pratica
Oggi, la ricrescita non è più vista come un problema da nascondere, ma come una parte del look. Si tratta di normalizzare la presenza delle radici come una scelta consapevole, non come un segnale di trascuratezza. I social media, in particolare TikTok, hanno contribuito a rendere questa nuova estetica più accettabile: centinaia di utenti condividono con orgoglio le loro chiome con ricrescita evidente, dimostrando che, anche in tempi difficili, la bellezza può adattarsi alle circostanze.
Il Recession Blonde
Il ritorno del biondo «spento» è un trend che sta prendendo piede, e il protagonista di questa tendenza è il Recession Blonde. Si tratta di un biondo più opaco e profondo, dove le radici scure vengono lasciate crescere liberamente, creando una transizione morbida e naturale verso le punte più chiare. Questo look richiede poca manutenzione e si concentra su riflessi caldi e tonalità meno uniformi. È una versione più autentica e matura del biondo, meno perfetta ma decisamente più portabile, che consente di allungare il tempo tra un appuntamento e l’altro dal parrucchiere senza compromettere lo stile.
Il Recession Brunette
E non è solo il biondo a seguire questa tendenza. Anche il castano si allinea con il Recession Brunette, pensato per chi ha tonalità più scure, dal castano al nero. Il concetto è lo stesso: meno visite in salone e più spazio per la texture naturale e la crescita libera delle radici. Non si tratta solo di un modo per risparmiare, ma di una scelta che riflette un atteggiamento più rilassato e realistico nei confronti della propria immagine.
Il boom dei Recession Hair sui social
Il fenomeno ha trovato un terreno davvero fertile sui social media . Video e foto mostrano donne e uomini che condividono le loro storie su come, per necessità o per scelta, abbiano deciso di abbandonare tinte e trattamenti costosi. In molti casi, questo cambiamento è stato accolto con un sospiro di sollievo: meno stress, meno impegno e un nuovo modo di relazionarsi con il proprio corpo.
I capelli, in questo contesto, diventano un riflesso della realtà economica, ma anche della voglia di semplificare la vita quotidiana. Inoltre, il trend dei Recession Hair si inserisce in una riflessione più ampia sulla sostenibilità e sul consumo consapevole. Meno trattamenti, meno prodotti chimici e meno sprechi: prendersi cura dei capelli in modo più semplice e naturale significa anche ridurre l’impatto ambientale delle proprie scelte di bellezza. Un approccio che, oltre a far bene al portafoglio, risponde a un’esigenza sempre più forte di vivere la bellezza in modo più etico e responsabile.