Con l’arrivo della stagione calda, i prodotti solari tornano a occupare un posto fisso nella nostra routine quotidiana. Se fino a oggi abbiamo valutato principalmente il fattore di protezione riportato sulle confezioni, è il momento di approfondire un altro aspetto fondamentale: la tipologia di filtri contenuti nelle creme. Non tutti, infatti, sono uguali. I solari si distinguono in base alla presenza di filtri fisici o chimici, e conoscerne le differenze può aiutarci a scegliere in modo più consapevole.

Cosa significa SPF

Quando ci troviamo davanti allo scaffale dei solari, il primo elemento che cattura l’attenzione è il numero stampato sulla confezione: 20, 30, 50 o 50+. Si tratta dell’SPF, ovvero il Sun Protection Factor, che indica per quanto tempo possiamo esporci al sole prima di scottarci rispetto a quanto accadrebbe senza protezione. Un SPF 30, ad esempio, teoricamente permette di restare al sole 30 volte più a lungo senza riportare danni. Tuttavia, questo valore non dice tutto: a fare la differenza è anche il tipo di filtro utilizzato.

I filtri solari: fisici o chimici

La protezione solare può essere garantita da due categorie di filtri: fisici (detti anche minerali) e chimici (o sintetici). Entrambi sono efficaci e sicuri, ma agiscono in modo diverso. I filtri fisici si basano su ingredienti naturali come biossido di titanio e ossido di zinco, che riflettono i raggi solari formando una barriera protettiva sulla pelle. Quelli chimici, invece, assorbono i raggi UV e li trasformano in calore attraverso una reazione chimica.

I vantaggi e i limiti dei filtri fisici

I filtri fisici iniziano a proteggere immediatamente dopo l’applicazione e non penetrano negli strati più profondi della pelle. Sono spesso consigliati per le pelli sensibili, proprio perché meno invasivi. Tuttavia, possono lasciare una patina biancastra, più visibile sulle carnagioni scure, e la loro consistenza più densa richiede un’applicazione accurata. Per questo motivo, chi cerca una protezione discreta e invisibile potrebbe trovarli meno pratici.

I filtri chimici e la loro azione

I solari con filtri chimici contengono sostanze come avobenzone e ossibenzone, che agiscono a livello più profondo. Vanno applicati almeno venti minuti prima dell’esposizione perché abbiano il tempo di attivarsi. Hanno il vantaggio di una texture più leggera e, proprio per questo, vengono spesso scelti per le formulazioni resistenti all’acqua. Sono indicati per chi fa sport o frequenta la spiaggia in modo più dinamico.

La corretta applicazione della protezione

Indipendentemente dal tipo di filtro scelto, è fondamentale applicare la protezione solare nel modo corretto. Deve essere stesa in abbondanza, su tutta la superficie esposta, e riapplicata ogni due ore, o dopo il bagno o un’intensa sudorazione. È bene evitare l’esposizione diretta durante le ore centrali della giornata e proteggere ulteriormente la pelle con cappelli, occhiali da sole e indumenti leggeri.

Protezione per tutti

Un errore comune è pensare che solo le carnagioni chiare abbiano bisogno di protezione. In realtà, tutte le pelli possono subire danni da esposizione solare. Anche chi si abbronza facilmente non è immune agli effetti nocivi dei raggi UV. L’utilizzo del solare deve essere parte integrante della skincare quotidiana, soprattutto nei mesi estivi e durante le vacanze.