Elizabeth Day amicizia
La scrittrice e giornalista Elizabeth Day

L’amicizia è una cosa seria

L'amicizia è il legame più profondo della nostra esistenza. Eppure a volte non gli diamo la giusta importanza. Lo confondiamo con l’amore. E pensiamo che non possa esistere tra un uomo e una donna. La celebre scrittrice inglese Elizabeth Day ne indaga la complessità nel suo ultimo libro

Per molto tempo Elizabeth Day è stata una “friendaholic”. Partecipava a party e cene, giri di shopping e feste di compleanno perché non voleva deludere l’amica o l’amico di turno e perché pensava che una persona senza amicizia fosse socialmente inaccettabile. La cosa, però, diventava stancante e non le faceva prestare abbastanza attenzione alle persone a cui teneva veramente.

L’amicizia vera

Ne è nata una lunga riflessione che la scrittrice e giornalista inglese, famosa anche per due podcast – How to fail e Best friend therapy, “Come fallire” e “La terapia della migliore amica” – argomenta ora in un libro: Confessioni di un’amica (Neri Pozza). Un po’ saggio, un po’ memoir, un po’ interviste ad amici e scrittori a cui ha chiesto cosa sia questo sentimento. «Ieri sera sono uscita e mi sono molto divertita» è la prima cosa che mi dice quando le chiedo come sta. E basta guardare il suo profilo Instagram per capire quanto la sua vita sociale sia movimentata. «A Londra, se vuoi, c’è sempre qualcosa da fare» mi spiega.

Ma l’amicizia è un’altra cosa. «Best friend therapy, il mio podcast, nasce insieme a Emma, la mia migliore amica, che è una psicoterapeuta. Confessioni di un’amica, il libro, è invece un altro progetto, nato durante il lockdown. Nel periodo della pandemia, quando non si poteva uscire di casa, ho capito per la prima volta nella mia vita che mi mancavano i miei amici più cari. Riguardando i miei diari, mi sono resa conto di quanto li avessi trascurati ultimamente. Ma il libro nasce anche dall’esigenza di trovare un vocabolario comune su cos’è l’amicizia, qual è il suo significato. L’amicizia è per me importantissima e scrivendo ho imparato molto, anche su che tipo di amica sono io per gli altri».

L’intervista a Elizabeth Day

Il libro sembra un progetto complesso, fatto di ricerca e di impressioni personali.

«L’amicizia è un concetto enorme e molto vario, composto da tante cose, e confesso che l’idea mi aveva travolta ma era difficile tradurla in parole. Poi ho capito che la strada migliore sarebbe stata quella di parlarne attraverso la mia esperienza, raccontando le persone che ho incontrato nella vita e il senso di generosità che ci lega. Era importante per me raccogliere testimonianze individuali così diverse dalla mia. Ho chiesto ai miei amici cosa pensassero del nostro rapporto e che tipo di amica fossi io. E sono andata a scavare nella storia e nella filosofia, per vedere come gli studiosi trattavano l’argomento. Ho cercato di fornire alcune basi per riflettere sul fatto che l’amicizia è una cosa seria. Lei ha ragione quando dice che questo libro è un progetto complesso, un insieme di generi diversi. Gli accademici usano le loro ricerche, gli scienziati i loro dati, io ho usato anche la mia esperienza, le mie storie, il modo in cui io e i miei amici comunichiamo».

Copertina Confessioni di un'amica
Confessioni di un’amica di Elizabeth Day (Neri Pozza) è un viaggio alla ricerca di storie e significati, realtà e falsi miti, testimonianze e parole capaci di spiegare quel legame che chiamiamo amicizia

Che cos’è l’amicizia?

Che idea si è fatta quindi dell’amicizia?

«Ho cambiato idea mentre scrivevo. Mi sono resa conto che noi tendiamo a sminuire quello che è amicizia. Usiamo un linguaggio superficiale quando ne parliamo, senza renderci conto di quanto profonda e importante sia questa relazione nella nostra vita. E poi si tende a pensare sempre bene degli amici: così in molte delle mie relazioni in passato era subentrato il senso di colpa o il fatto di non essere abbastanza o di non fare abbastanza per quell’amica o quell’amico. Se ti senti così, non è vera amicizia perché non c’è il giusto equilibrio fra le parti. Ora ho capito che la cosa più importante per me è la generosità di spirito e che la vera amicizia è potersi mostrare come si è davvero invece di cercare di cambiare per accontentare l’altro».

Lei scrive che si può essere amici con un uomo senza avere una relazione basata sul sesso. Ma come si distingue l’amore dall’amicizia?

«L’amicizia e l’amore sono parti dello stesso spettro. E per me spesso si confondono. Io amo i miei amici e non sono la sola a pensarla così. Il saggista e teologo britannico C.S. Lewis ha scritto un libro negli anni ’60 che si intitolava Quattro amori: tra questi c’è eros, l’amore romantico, e philia, l’amore che hai per gli amici. Se devo proprio trovare una differenza, è ovvio che non voglio fare sesso con i miei amici, ma non è solo quello. Con l’amore romantico c’è più “game playing”, più gioco delle parti, c’è il corteggiamento, l’interazione fra presenza e assenza, la passione e un’intimità che si basano sul fatto di non sapere sempre tutto dell’altro. Con l’amore per gli amici l’intimità, almeno per me, sta invece nell’essere in grado di mostrarsi come si è, persino con i pantaloni della tuta sfondati e i capelli sporchi. C’è un enorme grado di comfort nell’amicizia, non c’è giudizio, non c’è recita né quella sensazione di camminare sulle uova».

L’amicizia uomo-donna

Nel rapporto tra uomo e donna a volte possiamo sentirci giudicate non sullo stesso livello?

«C’è un capitolo nel libro in cui parlo di Satham, partendo dall’assunto che un uomo e una donna non possono essere davvero amici. Io e lui ci siamo incontrati con un appuntamento al buio e subito abbiamo pensato che avremmo dovuto flirtare, che avrebbe dovuto esserci quel gioco e che lui mi avrebbe percepita in modo sessuale o romantico. Niente di tutto ciò è successo, abbiamo capito subito che saremmo stati solo amici. Ma ho realizzato che per la maggior parte delle persone uscire da quello schema non è facile, soprattutto quando si tratta di relazioni uomo-donna. C’è un sottinteso per cui una donna viene percepita sessualmente. Ma se lasci da parte il sesso nella relazione, allora l’amicizia funziona. L’ho provato io stessa con i miei ex e ho anche amici meravigliosi con cui l’idea del sesso non è mai stata contemplata. Ho un amico che è gay e un altro che è sposato con una donna che io adoro. Non ci sono ruoli prefissati».

L’amicizia varia da Paese a Paese?

«Sì, ma non ci sono molte ricerche al riguardo. So che Snapchat, la social media company, l’ha fatto. Mi rendo conto che io parlo dal mio punto di vista di donna bianca e occidentale, che può frequentare chi vuole quando vuole, mentre molte donne nel mondo vivono in società patriarcali dove questi discorsi di amicizia uomo-donna sono inaccettabili».

C’è amico e amico

C’è amico e amico: anche l’amicizia ha una gerarchia?

«Non è solo possibile, ma necessario. Solo così puoi davvero essere un amico migliore. Lo racconto nel libro: per molti anni sono stata una accumulatrice di amici, correvo da una parte all’altra per mantenere vivi questi rapporti, e così trascuravo coloro a cui tenevo veramente, come Emma. Le etichette a volte servono, almeno per noi: Emma è la mia migliore amica, e in questa etichetta è sottinteso il suo valore, il fatto che lei è importante per me anche se sono occupata a mantenere altre relazioni».

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