Secondo Cicerone, la gratitudine era la madre di tutte le virtù. Per papa Francesco, un antidoto alla violenza. Ma non serve scomodare i grandi saggi per comprendere la potenza della gratitudine. Tutti ne facciamo esperienza: il mondo ci appare un posto migliore ogni volta che, anziché soffermarci sui desideri non ancora realizzati, scegliamo di concentrarci sui doni già ricevuti. Fossero anche solo le stelle sopra la testa e quel magnifico paio di sandali acciuffati ai saldi. Non è un’opinione, ma una verità oggettiva.
Nella parola gratitudine, c’è già tutto
“Gratitudine” viene dal latino tardo-antico “gratitudo” e ha come antecedente un termine greco, “charis”, che vanta tre significati: gratitudine, bellezza-grazia e gioia. Il valore di questa disposizione d’animo – perfettamente racchiuso nell’etimologia della parola che usiamo per indicarla – è stato dimostrato una volta ancora da uno studio recentemente pubblicato sul The Journal of Positive Psychology.
La gratitudine genera autostima
Per due anni, i ricercatori hanno seguito 564 studenti delle scuole secondarie di primo grado della città di Canton, in Cina, suddividendoli in tre gruppi in base alla loro predisposizione naturale a provare gratitudine. Al termine del progetto, è emerso che chi aveva la tendenza a riconoscere gli aspetti positivi della vita – e a gioirne – era riuscito a rafforzare la propria autostima, mantenendo nel tempo un umore più stabile e sereno.
Gratitudine non significa superficialità
«La gratitudine non è soltanto la capacità di dire grazie a chi ci circonda (abitudine, come vedremo, comunque preziosissima): è un’attitudine che si traduce nella consapevolezza delle cose belle che popolano le nostre giornate», suggerisce la dottoressa Barbara Mantellini, psicoterapeuta. «Il suo potere trasformativo è evidente: migliora la fiducia in noi stessi spingendoci a riflettere sulle nostre risorse e i traguardi tagliati. Chi è grato non smette di vedere quello che non va, ma decide di porlo in secondo piano».
La gratitudine è un boost di energia vitale
Allevia lo stress, attenua l’ansia: gli effetti positivi della gratitudine investono chiunque, a ogni età. «Ma prima si comincia a “praticarla” meglio è», afferma la dottoressa Mantellini. «A volte basta un po’ di attenzione. Facci caso la prossima volta che sei al telefono con la tua amica del cuore: quanto tempo passi a lamentarti dei guai e quanto, invece, ad aggiornarti sulle piccole gioie? Confrontarsi in caso di difficoltà è sacrosanto, ma dedica sempre qualche minuto a ricordare le tue fortune. Ti regalerai reciprocamente un bel boost di energia vitale».
Le tecniche per imparare la gratitudine
Un esercizio utile per tutti consiste nello scrivere il diario della gratitudine: potenzia positività, autostima e resilienza. «In estrema sintesi, si tratta di buttare giù, possibilmente ogni giorno, la lista delle cose di cui dovreste sentirvi grati», spiega la psicoterapeuta. «Scegli un bel quaderno, con una copertina che ti piace guardare. Tienilo sul comodino se ti accorgi che preferisci scrivere prima di spegnere la luce, oppure al risveglio. Non scoraggiarti se all’inizio fai fatica: per prenderci la mano, basterà un po’ di allenamento. Nei giorni brutti, quando non ti viene in mente proprio niente da aggiungere, puoi rileggere le pagine precedenti. Altra tecnica “tiramisù”, da provare: scrivi a te stessa una lettera per ringraziarti degli obiettivi raggiunti, degli ostacoli superati, dei bei momenti trascorsi, delle persone con cui sei riuscita a costruire rapporti appaganti». E a proposito di rapporti appaganti: i “grazie” – detti e ricevuti – contribuiscono a mantenerli sani e duraturi.
A ogni grazie, si accende una luce
Lo insegniamo ai nostri figli perché “è buona educazione”, ma non soltanto. «Dire grazie significa non dare l’altro per scontato e riconoscere che ha un ruolo importante nella nostra vita», chiarisce la dottoressa Mantellini. «Dovremmo farlo sempre, con gli amici, i parenti e i colleghi, ma anche con gli sconosciuti che ci regalano piccoli gesti di gentilezza. Un semplice grazie è una parola leggera, ma capace di accendere scintille di gioia anche nelle giornate più grigie».