Martina Colombari IV Therapy

Flebo di vitamine: cosa c’è da sapere sulla IV Therapy

Dopo le polemiche per il post di Martina Colombari sulle IV Therapy, le flebo di vitamine somministrate negli IV Bars, abbiamo chiesto pro e contro a un esperto: per chi sono indicate e cosa comportano

Si chiamano IV Therapy, dal nome utilizzato dagli Stati Uniti, dove sono nate e diventate molto popolari, non solo tra i Vip. Sono terapie che si effettuano in centri specializzati, che somministrano vitamine e minerali via flebo. In Italia si inizia a discuterne adesso, perché aumentano le cliniche che offrono questi trattamenti. A parlarne come di una terapia molto utile per il benessere e la salute, è stata tra le altre anche Martina Colombari, mentre negli Usa hanno già sperimentato le somministrazioni in endovena star come Rihanna e Kim Kardashian.

Cos’è la IV Therapy che fa anche Martina Colombari

In Italia le cliniche che offrono la IV Therapy stanno aumentando. Ad accendere i riflettori sulle flebo di vitamine e sali minerali è stata di recente Martina Colombari. La ex Miss Italia e influencer ha postato sul proprio account Instagram uno scatto di lei in un letto di una clinica, accompagnato da una didascalia nella quale spiega: «La IV Therapy è una terapia personalizzata conosciuta e richiesta per rafforzare il sistema immunitario, ridurre i segni dell’invecchiamento (trattamento anti-aging) e per liberare il sangue dalle tossine». «Proprio in questo periodo dell’anno, dove si riprendono i ritmi frenetici della vita di tutti i giorni, è importante prendersi cura di sé attraverso questo complesso di vitamine, minerali, amminoacidi e principi attivi che si infonde per via endovenosa con l’obiettivo finale di migliorare la qualità della vita, donare energia e salute», ha aggiunto Colombari.

A cosa servono le vitamine via flebo?

Sui siti che le pubblicizzano si può leggere anche che rappresenta una terapia all’avanguardia in grado di restituire benessere e salute. Le condizioni più indicate sarebbero quelle di stanchezza, calo di energia, ma anche disturbi della libido, della pelle e della tiroide, oltre ad anemie e difficoltà a perdere peso. «Va fatta una premessa importante: una corretta dieta mediterranea fornisce già un corretto apporto di vitamine e sostanze nutritive» spiega Giovanni Leoni, vicepresidente della Federazione Nazionale dei Medici di Medicina Generale (Fmomceo). «L’integrazione di vitamine può essere considerata come il pepe, può a volte servire, ma in minime quantità. La dimostrazione sta in uno studio, che mostra come a fronte di una necessità di 10 mm di vitamina C al giorno, in una normale dieta statunitense se ne assumano 90/100 al giorno: ben al di sopra del bisogno».

È vero che le IV Therapy possono essere utili?

Ma allora quando possono essere utili le flebo? «Purtroppo non esiste ancora letteratura scientifica che dimostri i benefici delle flebo di complessi vitaminici e minerali: significa che non sono ancora disponibili studi confrontabili, misurabili e riproducibili che offrano un’evidenza – chiarisce il dottor Leoni – Questo non vuol dire che non esista la somministrazione di farmaci o preparati farmaceutici, che però in genere avviene a una serie di condizioni: prima di tutto un’indicazione medica, prevista dalla legislazione italiana».

Occorre una prescrizione di un medico?  

«Sì. Negli Usa in generale la legge è più permissiva, anche se può variare a seconda degli Stati. Da noi occorre una prescrizione medica per l’accesso venoso, cioè il fatto di procedere con una somministrazione per via endovena, e occorre che questa sia effettuata da professionisti, quindi medici o infermieri professionisti», sottolinea il vicepresidente della Federazione dei medici di medicina generale.

Cosa si inietta?

«Non va sottovalutato, infatti, che va considerato cosa si inietta, che può variare da persona a persona e dunque va calibrato. Ma anche che queste sostanze andranno poi eliminate, per via renale o tramite il fegato, quindi occorre un controllo medico per evitare complicanze anche su questo aspetto. La stessa flebo, inoltre, avviene tramite un ago, dunque è di per sé una modalità traumatica per la vena (iniezioni ripetute possono dar luogo a flebite) e per alcuni soggetti che magari possono soffrire di crisi vasovagali», spiega Leoni. Quanto ai contenuti, possono variare di molto: negli Usa si effettua IV Therapy con “cocktail” di vitamine, sali minerali e farmaci specifici.

Quanto durano e quanto costano?

«Alcune cliniche e centri ospedalieri in Italia offrono lo stesso tipo di terapia, personalizzandola a seconda dei bisogni. Si tratta comunque di trattamenti molto costosi, che possono costare anche 300 o 400 euro, e che in media durano un’ora», aggiunge l’esperto.

Che precauzioni occorrono?

Anche la stessa durata del trattamento merita attenzione. Non sempre, infatti, la terapia funziona a dovere. Giulia, 40 anni, italiana ma residente da tempo negli Stati Uniti, di recente si è rivolta a un centro di IV Therapy in Virginia. Aveva già provato le flebo sia negli Usa che in Corea, dove ha vissuto per alcuni anni, ma l’ultima volta l’esperienza non è stata positiva: «La flebo scorreva in modo veloce, troppo veloce secondo me. Ho provato a farlo presente al responsabile dell’ambulatorio, ma lui ha insistito che la modalità era corretta. Dopo qualche minuto, però, ho iniziato a sentirmi male e ho chiuso io stessa l’erogazione. Mi mancava l’aria e l’infermiera, subito accorsa, mi ha fornito una mascherina con ossigeno finché non mi sono ripresa», ci racconta.

Che rischi si corrono?

Cosa può essere successo in questo caso? «Si tratta di una somministrazione importante di liquidi che aumentano rapidamente il carico a livello venoso, che dunque arriva al cuore (mentre il circolo arterioso parte dal cuore per andare alla periferia), e che può dar luogo a una ipertensione polmonare. Di fatto si carica il sistema venoso che di per sé è a bassa pressione, quindi si può avere una dispnea – spiega Leoni – Teniamo presente che a livello ospedaliero le infusioni endovenose si praticano in casi particolari, per esempio dopo un intervento chirurgico o un grave trauma o in presenza di disidratazioni importanti, con circa 2.000 cc in un individuo di peso standard di 70 kg, nell’arco delle 24 ore. Qui, invece, si parla di soggetti sani, o magari con problemi cardiaci, che ricevono 500 cc in pochi minuti».

La necessaria supervisione medica

Negli Usa non occorre una licenza statale per aprire gli IV Therapy center, né una prescrizione medica. Come anticipato, invece, in Italia c’è una legislazione più severa: «Sicuramente per aprire una clinica che offra anche questo tipo di terapia occorrono le autorizzazioni di legge del caso, ma soprattutto la supervisione da parte di un medico, che deve anche chiarire cosa inietta. In caso di imprevisto, infatti, bisogna anche sapere come procedere alla luce di quanto somministrato», chiarisce Leoni. «C’è una cosa che mi sento di ricordare: la corsa all’eterna giovinezza, che fa parte della civiltà del benessere, può essere perseguita anche con uno stile di vita corretto. Prendiamo per esempio Mick Jagger: il cantante rappresenta un caso di studio interessante. A 80 anni, escludendo il periodo segnato da abusi di alcol e sostanze, da tempo presta enorme attenzione alla sua alimentazione, mangiando giuste quantità di pollo, pesce e pasta integrale, ma fa anche moltissima attività fisica. Si allena per 3-4 ore al giorno seguito da un personal trainer e si calcola che ad ogni concerto si muova l’equivalente di 16 km di corsa. Ricorre a un’integrazione di vitamine per bocca, ma perché segue una dieta da atleta e quindi l’aumentato consumo di questi elementi è giustificato dal movimento».

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