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Polmoniti sospette in Cina, ecco qual è la causa

Per il boom di polmoniti atipiche le autorità di Pechino parlano di mix di agenti patogeni. Il dottor Fabrizio Pregliasco chiarisce: «È un micro-batterio che ha colpito anche in Francia». I sintomi a cui prestare attenzione nei bambini piccoli

Dopo il boom di polmoniti atipiche in Cina, anche in Francia si sono segnalati diversi episodi di bambini colpiti dalla grave infezione. I sintomi sono febbre alta e “fame d’aria”, come era capitato all’inizio della pandemia di Covid. Proprio per le similitudini, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha chiesto chiarimenti alle autorità cinesi, secondo le quali l’origine delle polmoniti “anomale” non è da ricondurre a un agente patogeno nuovo (per esempio un virus, come nel caso del Sars-Cov2), bensì a un mix” «In realtà in Francia, dove si sono segnalati alcuni casi, è stato individuato un micro-batterio che sarebbe responsabile delle forme infettive», spiega il virologo Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’IRCCS Galeazzi-Sant’Ambrogio e Direttore della Scuola di specializzazione di igiene e medicina preventiva dell’Università degli Studi di Milano.

Cosa sono le polmoniti anomale in Cina

Alla richiesta di informazioni avanzata dall’Oms, le autorità sanitarie cinesi hanno risposto confermando i focolai di polmoniti “atipiche” che si sono registrati soprattutto nel nord del Paese. Nel report hanno parlato esattamente di “polmonite non diagnosticata”, che colpisce soprattutto i bambini e in particolare quelli piccoli. Ma nelle scorse settimane si sono verificati casi in Francia, che hanno portato a una serie di analisi.

I casi in Francia: colpa di un batterio

«Stando a quanto accertato finora, in particolare dai colleghi francesi, si tratta di polmoniti causate da un microbatterio ben conosciuto. Sarebbe questo il responsabile di una serie di infezioni che spesso di presentano in forma blanda, specie negli adulti, ma nei bambini molto piccoli possono portare anche a casi più severi», chiarisce Pregliasco. «I più a rischio sono i bambini sotto i due anni, ma si sono registrati casi anche in ragazzi fino a 14 anni. Questa forma di polmonite può interessare anche gli adulti, ma in genere viene confusa con una forma influenzale, quindi i casi sono sottostimati», aggiunge il virologo.

I sintomi da non sottovalutare

«Non occorre creare allarmismo, però è bene prestare attenzione ad alcuni sintomi in particolare. Una caratteristica comune è la presenza di febbre, anche molto alta. Ciò che invece preoccupa soprattutto i genitori è la difficoltà a respirare (la cosiddetta “fame d’aria”) che può portare i bambini a inarcare il torace. Un altro campanello d’allarme sono le narici che si stringono e in qualche caso un colore cianotico, specie se c’è anche tosse produttiva, cioè grassa, caratterizzata dalla presenza di catarro», spiega il virologo.

La polmonite atipica si può curare

A tranquillizzare, però, è il fatto che la polmonite, per quanto atipica nella forma che si sta registrando, si può curare: «La terapia è a base di antibiotici, anche se non tutti sono efficaci, come nel caso delle penicilline. Si ricorre, invece, all’azitromicina, che è stata utilizzata – a volte anche a sproposito – durante la pandemia di Covid. In particolare, qualche medico aveva ecceduto nelle prescrizioni, ritenendola un antinfiammatorio adatto, cosa che invece si è rivelata non fondata», spiega Pregliasco.

Come si diagnostica: che accertamenti fare

Di fronte a una polmonite, con i sintomi indicati come la febbre alta e la difficoltà a respirare, è bene rivolgersi al pediatra o al medico di famiglia: «È certamente bene chiedere consiglio al medico di fiducia, che può decidere per un prelievo di muco o un tampone. Un altro esame che può chiarire la natura della malattia è la radiografia del torace quindi, se necessario, ci si può rivolgere al Pronto Soccorso», aggiunge il virologo, che però rassicura: «L’attenzione verso queste polmoniti è stata amplificata perché oggi c’è una maggiore sensibilità nei confronti delle malattie infettive, specie dopo la pandemia di Covid», spiega l’esperto.

Il timore di una nuova pandemia

Nel caso specifico si è temuta proprio una nuova epidemia in grado di superare i confini cinesi. «All’inizio c’era incertezza, perché rimangono dubbi sulla trasparenza delle notizie in arrivo da Pechino, dove si parla proprio di un mix di agenti patogeni conosciuti. A incidere sull’elevato numero di casi, però, è anche il fatto che la Cina ha tolto le restrizioni post-Covid più tardi, nel 2022, e ora vive ciò che noi abbiamo già visto lo scorso anno, cioè un aumento di patologie respiratorie come il virus respiratorio sinciziale, che colpisce anch’esso i bambini, o l’influenza. Certo la sovrapposizione tra diversi agenti patogeni, come influenza, rinovirus, adenovirus, Mycoplasma pneumoniae, può peggiorare le condizioni», conclude l’esperto.

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