Le mani di due giovani che vogliono salvare il pianeta

Cosa sono disposti a fare i giovani per salvare il pianeta: il sondaggio

Avere meno figli, smettere di usare le auto, diventare vegani. Sono alcuni dei cambiamenti nello stile di vita che le nuove generazioni sarebbero disposte a fare per combattere i cambiamenti climatici. Ma ci sono anche cose che preferirebbero non fare

I giovani europei sono più propensi rispetto alle generazioni precedenti a lottare e fare sacrifici per salvare il pianeta. Lo dimostra un sondaggio condotto in sette Paesi, da quale però emerge anche che, mentre sono disposti a fare grandi cambiamenti nello stile di vita, sono meno convinti da gesti più piccoli. Così, accetterebbero di avere famiglie più piccole, smettere di usare le auto e, magari, diventare vegani. Ma abbandonare la plastica monouso no.

A commissionare il sondaggio a YouGov è stato il britannico Guardian. I risultati hanno anche evidenziato che la recessione economica sta abbattendo le speranze dei giovani per il futuro. Infatti, più della metà afferma di temere che non potrà mai possedere una casa nel prossimo decennio.

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Avere meno figli per salvare il pianeta

L’indagine è stata condotta in Gran Bretagna, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Spagna e Svezia. Un’ampio numero di giovani tra i 18 e i 24 anni ha riferito di ritenere che le preoccupazioni economiche potrebbero dissuaderli dal creare una famiglia.

Alla domanda su quali sacrifici sarebbero disposti a fare per aiutare a combattere il riscaldamento globale, il 28% dei giovani tra i 18 e i 24 anni e il 30% di quelli tra i 25 e i 34 anni hanno dichiarato che sarebbero disposti ad avere meno figli di quelli che vorrebbero.

Rinunciare all’auto, carne e latticini

Inoltre, i giovani sono più disposti a rinunciare all’auto. Il 54% di chi ha tra i 18 e i 24 anni ha dichiarato di uscire solo a piedi, in bicicletta o usare i mezzi pubblici, contro il 45% delle persone di età superiore ai 65 anni. Allo stesso modo, il 41% passerebbe a un’auto elettrica contro il 21% delle persone di età superiore ai 65 anni.

Solo il 21% dei giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni ha dichiarato di essere disposto a tagliare completamente carne e latticini dalla propria dieta. Si tratta, comunque, di una percentuale significativamente più alta rispetto alle generazioni più anziane: lo farebbe solo il 17% delle persone di età compresa tra 55 e 64 anni e il 13% delle persone di età superiore ai 65 anni.

Pagare di più i viaggi aerei per salvare il pianeta

I giovani sono anche più propensi a pagare di più per i viaggi aerei: lo farebbe il 30% dei giovani tra i 18 e i 24 anni, contro circa il 22% delle persone di età superiore ai 55 anni. Sono anche disposti ad acquistare solo vestiti di seconda mano: lo farebbe il 35% dei giovani tra i 18 e i 24 anni e il 38% dei giovani tra i 24 e i 34 anni, contro il 26% delle persone di età superiore ai 65 anni.

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Cosa i giovani vorrebbero non fare

Tuttavia, per cambiamenti più piccoli, come la creazione di spazi verdi in casa, il consumo di prodotti di stagione o il non acquistare plastica monouso, i giovani sono meno propensi a farlo rispetto alle generazioni più anziane, che invece ne sarebbero felici.

Sì alle politiche radicali e ai divieti

Allo stesso modo, le generazioni più giovani sembravano più motivate a sostenere misure governative radicali in aree politiche chiave. Per esempio, un divieto di produzione e vendita di auto a benzina e diesel avrebbe il sostegno del 46% dei giovani tra i 18 e i 24 anni e del 42% di quelli tra i 25 e i 24 anni. Sarebbe, invece, d’accordo solo il 28% dei 55-64enni e il 22% degli intervistati di età superiore ai 65 anni.

Un limite imposto dal governo al consumo di carne e prodotti lattiero-caseari avrebbe un sostegno significativamente più forte tra le generazioni più giovani rispetto a quelle più anziane. Infatti, sarebbe d’accordo il 43% dei giovani tra i 18 e i 24 anni, contro il 25% delle persone di età superiore ai 65 anni.

Questi ultimi sosterrebbero di più il giro di vite del governo sugli imballaggi, i programmi per piantare più alberi, una tassa sui frequent flyer e misure rigorose per far rispettare le case ad alta efficienza energetica.

Per i giovani le decisioni spettano all’Ue

Indipendentemente dall’età o dal Paese, il sondaggio ha messo in evidenza che gli europei sono più propensi a pensare che l’Ue dovrebbe prendere decisioni su come affrontare la crisi climatica per conto dei suoi Stati membri. Italiani, spagnoli e britannici sono i più propensi a fare cambiamenti nello stile di vita per aiutare a combattere l’emergenza climatica. I tedeschi sono i meno probabili.

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Smettere di guidare per salvare il pianeta

In tutte le fasce d’età, i cambiamenti di stile di vita più popolari sono quelli più piccoli. La creazione di spazi verdi in casa ha avuto il sostegno più ampio, con il 79% dei britannici – fino al 66% dei tedeschi – che ha dichiarato di averlo già fatto, o che sarebbe disposto a farlo. Circa due terzi degli intervistati hanno dichiarato che sarebbero disposti a mangiare frutta e verdura di stagione, mentre rinunciare a carne e latticini è stato il cambiamento meno popolare, con gli italiani che sono i più propensi a farlo con il 27%.

Gli europei sono combattuti sull’idea di smettere di guidare. Circa il 58% dei francesi, il 57% degli italiani e il 56% dei tedeschi hanno dichiarato che sarebbero disposti a camminare, andare in bicicletta o usare i mezzi pubblici. Ma solo il 40% dei britannici, il 39% degli svedesi e il 35% dei danesi sarebbe disposto a farlo.

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