C’è un rovescio della medaglia nel vantare uno dei siti archeologici più belli del mondo. Ed è che la maggior parte dei viaggiatori si concentra solo su quello, sottovalutando tutto il resto del Paese. È il caso della Cambogia più autentica: i turisti si fermano ad Angkor, a volte venduta dalle agenzie solo come estensione del viaggio in Vietnam. Un volo per arrivarci, poche ore per visitarla e poi via, si riparte perdendosi tanto, tantissimo. Perché con un tour dalla Capitale Phnom Penh ai templi di Siem Reap si possono fare esperienze incredibili fuori dalle solite rotte battute. I chilometri non sono molti, le emozioni sì.

Un monaco in contemplazione ad Angkor Wat, la Cambogia autentica dei templi.
Un monaco in contemplazione ad Angkor Wat. Foto: Shutterstock

La leggenda della capitale della Cambogia Phnom Penh

La leggenda narra che Phnom Penh sia nata quando nel 1372 un’anziana signora di nome Penh trovò quattro statue del Buddha in un tronco che galleggiava sul Mekong e decise di costruire un tempio su una collina (Phnom) per custodirle. Visitare il Wat Phnom, con l’enorme stupa e la scalinata protetta da balaustre decorate con leoni e serpenti, è la perfetta introduzione alla cultura del Paese, soprattutto se poi si prosegue con una passeggiata tra gli edifici dai tetti a punta del Palazzo Reale. Qui la Pagoda d’Argento deve il nome al pavimento ricoperto da 5000 piastre da un chilo ciascuna e custodisce un Buddha di smeraldo e uno d’oro a grandezza naturale decorato con 2086 diamanti (il più grande conta 25 carati).

Una pausa originale di relax tra fiume e mare

Quando il sole cala tra le guglie del palazzo e le antenne dei grattacieli vicini, è tempo di spostarsi sulle rive del Mekong dove lunghe barche di legno illuminate da luci colorate percorrono il fiume simbolo dell’Indocina. Meglio preferire le crociere pubbliche a quelle turistiche: a bordo si incontra la gente del posto e si può sorseggiare una birra accompagnata da pesce essiccato, ammirando la città dall’acqua. Se di solito i giorni al mare si lasciano a fine vacanza, in questo viaggio verso il Nord della Cambogia più autentica è strategico programmare prima una pausa relax al sole.

Koh Rong – Foto Pexels

L’isola di Koh Rong, a 25 km dalla costa di Sihanoukville, si trova nel Golfo della Thailandia ed è un’oasi, poco conosciuta, di alte palme, spiagge bianche e mare cristallino. La tipica isola tropicale con una particolarità unica. L’acqua è così ricca di plancton bioluminescente che quando si fa il bagno di notte si scopre il corpo luccicare. Basta immergere una mano e muoverla per vedere accendersi migliaia di piccoli organismi: il mare si trasforma in un cielo di stelle e nelle notti senza luna le onde sembrano portare a riva un lenzuolo di seta ricoperto di brillanti. Di giorno si percorrono a piedi le strade di sabbia e si partecipa alle escursioni in barca per vedere la barriera corallina.

Battabang, la Cambogia autentica e dal fascino coloniale

Tornati sulla terraferma, la tappa successiva è a Battambang, città dal fascino coloniale che da anni attira artisti, cantanti e attori del Paese. Non è un caso che abbia sede qui il circo Phare che unisce teatro, musica e acrobazie per raccontare la storia del Paese. Il progetto nasce più di trent’anni fa dall’idea di nove ragazzi scampati a un campo profughi dopo il regime dei Khmer Rossi. Aiutati da un insegnante che usava le lezioni di disegno come terapia, hanno creato una scuola no profit per dare istruzione e lavoro ai giovani in difficoltà. Gli spettacoli sono speciali per i bravissimi acrobati e le coreografie coinvolgenti, ma anche perché aiutano a capire qualcosa di più sulla storia travagliata della Cambogia (pharecircus.org).

Spostarsi in Cambogia: Bamboo Train, lancia o tuk tuk?

In barca sul lago Tonle Sap. Foto: Pexels

C’è poi un’altra attrazione originale qui: il Bamboo Train, piattaforma di bambù appoggiata su ruote che scorrono sulla ferrovia a scartamento ridotto tra Battambang e Siem Reap, è il mezzo di fortuna usato dai contadini per trasportare riso e banane. Poiché il binario è uno solo, quando due carrelli si incontrano, la consuetudine vuole che a essere smontato e tolto dai binari sia il più leggero (i turisti che decidono di salire a bordo e provare l’esperienza devono evitare di chiedersi cosa ne penserebbe la loro assicurazione!).

Per arrivare ai templi di Angkor da Battambang si può scegliere la via dell’acqua. Ma non bisogna aspettarsi crociere con poltrone e ristorante. Si tratta piuttosto di piccole lance usate per trasportare merci e persone che in sei ore raggiungono, e poi attraversano, il Tonle Sap, il lago di acqua dolce più grande del Sud-est asiatico. La ricompensa? La possibilità di vedere come si svolge la vita nei villaggi galleggianti con le case su palafitte, i piccoli negozi che servono cocchi freschi e i bambini che si tuffano in acqua urlando di gioia per salutare i naviganti. Una volta arrivati all’attracco, a meno di non essersi organizzati con un’auto inviata dall’albergo, Siem Reap è a portata di tuk tuk.

Alla scoperta delle meraviglie del sito archeologico di Angkor

Ballerine di Apsara, la danza tradizionale cambogiana. Foto: Shutterstock

Più le aspettative sono alte, più aumenta il rischio di rimanere delusi. Un’equazione che non funziona ad Angkor, il sito archeologico di 400 km quadrati accanto a Siem Reap che tra il IX e il XV secolo ospitò la capitale dell’Impero Khmer e che oggi supera ogni ideale di meraviglia. Orientarsi tra le centinaia di templi induisti e buddisti non è semplice (aiutano le guide a piedi e in tuk tuk), ma un buon consiglio può essere quello di cominciare la mattina presto dall’ingresso est del tempio più grande, Angkor Wat, perché con il sole alle spalle si vedono meglio i dettagli della pietra scolpita e si ha una prima introduzione alle figure simbolo ricorrenti, come il serpente a sette teste Naga e l’uomo uccello Garuda.

La bellezza autentica della Cambogia e dei suoi templi

Un raggio di luce attraversa il tempio di Banteay Srei ad Angkor. Foto: Shutterstock

A seguire, tre templi: il Bayon è composto da 216 volti del Buddha che si alternano in una sorta di maestoso labirinto verticale, il Ta Phrom è stato conquistato dalla vegetazione (qui ci sono le radici di Banyan su cui correva Angelina Jolie in Tomb Raider) e poi c’è Angkor Thom con i suoi ponti protetti da statue di angeli e demoni. Questi gli imperdibili. Ma per uscire dalle rotte battute bisogna chiedere agli autisti di spingersi un po’ più in là, verso il Banteay Srei, il cui nome significa “Fortezza delle donne”. Passeggiare tra le sue rovine accende l’immaginazione. Regala l’emozione di rivedere le mille pietre preziose che riempivano quelli che oggi sono solo buchi. E di sentire la musica su cui danzavano le ninfe celesti che compaiono su ogni parete e architrave. Un’immersione unica in questa grande bellezza.

Carnet

Un piatto del Navutu Dreams Resort. Foto: Régis Binard

Come arrivare

A volte la soluzione più economica è comprare un volo per Kuala Lumpur e poi raggiungere Phnom Penh con la low cost Air Asia (airasia.com).

Dove dormire e mangiare

A Koh Rong il Golden Beach Resort ha camere anche familiari e un servizio di escursioni (da 100 euro la doppia, booking. com). Au Cabaret Vert, a Battambang, offre ville nascoste in un giardino tropicale (da 64 euro, aucabaretvert.fr). Tre piscine su cui cadono i fiori di frangipane, massaggi incredibili e un programma di retreat yoga e wellness: il Navutu Dreams Resort, a Siem Reap, ha un pacchetto di 4 notti con colazione e 3 pasti, 3 classi yoga, un trattamento Spa, due escursioni ad Angkor Wat e al Banteay Srey a 330 euro a testa (navuturesorts.com).

Shopping

A Koh Dach, l’isola della seta vicino Phnom Penh, si comprano stole realizzate al telaio. Il negozio nel campus Phare vende disegni e T-shirt realizzati dagli artisti della scuola (da 10 euro, phareps.org).

L’esperienza a Battambang Vannak Phou offre tour su misura e cooking class con visita al mercato e ricette tipiche (15 euro). Il suo ristorante ha ottimi piatti della tradizione (smokin-pot.com). INFO tourismcambodia.com

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