Da piccola ha sognato di essere missionaria, poi ballerina classica, fotografa, amazzone e infine psichiatra, ma il destino aveva per lei altri piani: la moda. Patrizia Sardo Marras, co-creativa della maison Antonio Marras, si racconta per la prima volta in La moda non è un mestiere per cuori solitari (Bompiani), il suo esordio narrativo. Un’autobiografia? Un memoir? Molto di più. Un’avventura che ne racchiude tante altre e poi diventa romanzo, un viaggio dell’anima che restituisce alla moda la voce autentica di chi la vive ogni giorno con passione e tenacia.

Patrizia Sardo Marras: una vita per la moda

«È colpa di Bianca Pitzorno!» scherza Patrizia, con il sorriso acceso dall’immancabile rossetto e la maglietta a righe sotto un outfit total black con decori di fiori. È stata proprio l’amica autrice, che firma la prefazione del libro, a spingerla a scriverlo, riconoscendo subito il talento nei suoi racconti brevi e ipnotici – in cui si fondono l’eco di storie dimenticate, leggende sarde e altre vibrazioni letterarie – nati per accompagnare le collezioni della maison.

«Ero stanca delle solite presentazioni stampa. Così ho iniziato a occuparmene io, fino all’elaborazione di piccole storie che faccio stampare in libretti attraverso cui vengono raccolte le ispirazioni della sfilata».

Spiega, seduta nel giardino incantato di Nonostante Marras, a Milano, ibrido tra show-room e spazio espositivo, espressione di una casa di moda che intreccia in un modo unico e irripetibile poesia ed emozioni, visioni e radici.

La copertina di La moda non è un mestiere per cuori solitari di Patrizia Sardo Marras (Bompiani)

La Sardegna di Patrizia Sardo Marras

Il libro “nasce” in Sardegna, terra amatissima e punto di partenza a cui sempre tornare, dai ricordi di un’infanzia felice tra Alghero, città natale, e Santa Teresa di Gallura, luogo d’origine dei genitori. Tra le pagine emergono personaggi eccentrici e donne magiche, come quelle della sua famiglia, da cui Patrizia Sardo Marras ha ereditato il senso dello stile e dell’eleganza. Ci sono ricordi poetici: le scalate sulle rocce, le ore al sole – non a caso il suo soprannome è zirichelta (lucertola, in gallurese) – circondata da profumi, colori e motivi che saranno fonte perpetua per la moda Antonio Marras. Senza dimenticare il tempo dedicato alla lettura, una passione talmente grande da portarla a sognare «una stanza fatta di materassi con le pareti ricoperte di libri». Patrizia è laureata in Lingua e letteratura inglese. La donna che più l’ha ispirata? «Virginia Woolf, penso che quello che ha scritto nel saggio Una stanza tutta per sé sia ancora attuale.

È molto importante per le donne avere un luogo autonomo dove poter far fiorire il proprio talento in libertà. Nel mio studio ora c’è un regalo stupendo che mi ha fatto mio marito: una bellissima scrivania».

Patrizia e Antonio Marras

Una storia d’amore e di moda

L’amore totalizzante per antoniomarras, che lei scrive proprio così, tutto attaccato e in minuscolo, è parte integrante del libro e non potrebbe essere altrimenti. È uno dei fili rossi, come i ligazzos rubios, le fettucce scarlatte che tenevano insieme valigie ed esistenze di chi emigrava dalla Sardegna, diventati per lei oggetti simbolo dei legami d’affetto inscindibili che percorrono il libro: uno tra tutti, quello con la maestra della fotografia Daniela Zedda. E poi c’è Antonio Marras. Compagno di una vita e allo stesso tempo nome del marchio creato dal connubio creativo di due cuori che si completano, Marras è cresciuto con Patrizia. Nessuno meglio di lei poteva raccontare una storia d’amore che ha fatto nascere una famiglia (con i figli Efisio e Leonardo) e ha scritto una pagina importante della storia della moda italiana. Dal colpo di fulmine che sancisce il loro incontro a quando Patrizia e Antonio iniziano a occuparsi dei negozi di abbigliamento ereditati dal padre di lui, commerciante di stoffe e primo a portare i capi Fiorucci in Sardegna.

Dalla sfilata Kenzo primavera-estate 2020 disegnata da Antonio Marras. Era ispirata i costumi tradizionali giapponesi

Dalla Sardegna a Kenzo

La moda arriva quasi per caso. Antonio, spinto dal suo estro naturale, inizia a modificare ciò che vende. Viene notato da un’azienda che gli propone di disegnare una collezione. È Patrizia a convincerlo ad accettare. Nasce così, nel 1987, la linea Piano Piano Dolce Carlotta, omaggio a un film interpretato da Bette Davis. Negli anni ’90 l’approdo nell’Alta Moda con le creazioni dedicate al lavoro dell’artista Maria Lai, interamente cucite da Tonina, madre di Patrizia, straordinaria sarta, poi il debutto nel prêt-à-porter e la direzione creativa di Kenzo per quasi 10 anni.

Dalla sfilata autunno-inverno Antonio Marras 2024/25, un omaggio a Eleonora D’Arborea, regina di Sardegna e simbolo di indipendenza

L’identità della moda secondo i Marras

Antonio e Patrizia procedono fianco a fianco. Lui esplosivo, lei riflessiva, entrambi dotati di una straordinaria sensibilità artistica. Insieme viaggiano per il mondo, tracciando geografie indipendenti lungo le vie tortuose della moda, fino all’ingresso nel gruppo Oniverse di Sandro Veronesi. «Dicono che la moda sia cinica» scrive Sardo Marras «ma non per noi». Per loro due è sentimento, sacrificio e passione. La volontà di mantenere la base ad Alghero, la lotta per preservare l’alto artigianato, il rifiuto della sovrapproduzione, la ribellione ai trend effimeri per costruire uno stile personale senza tempo e sempre fedele a se stesso, la scelta di muse come l’artista Carol Rama e icone come la ex modella Benedetta Barzini, la creazione di sfilate teatrali hanno modellato un’identità, ben precisa e riconoscibile, così rara nel panorama fashion attuale.

Dalla sfilata Antonio Marras Prefall 2025

Per Patrizia Sardo Marras la moda è vita

Stampe floreali, pizzi, broccati, righe, tartan e colori dall’écru al verde militare: sono questi alcuni dei codici stilistici di Antonio Marras, che veste uomini e donne con un’attitudine alla sfida e una forte personalità. Come la terra dalle mille storie da cui tutto ha avuto origine: la Sardegna.

«La moda è vita. Gioia. È decidere cosa mettermi la sera prima. Alzarmi per indossare un abito che mi piace.

Affezionarmi a un maglioncino che era di mia madre in viaggio di nozze a Roma. Essere sempre alla moda senza esserlo mai» dice Patrizia Sardo Marras.

Dalla Sfilata Antonio Marras autunno-inverno 2010/11

Un racconto in prima persona

Sharon Stone e Cate Blanchett due attrici che amano la moda dei Marras

Nel libro, Patrizia racconta anche come i vestiti le abbiano salvato la vita, soprattutto durante un’adolescenza difficile. Ma non c’è solo la moda. Ci sono anche l’amore per i figli, una rete solida di amiche, il tempo libero in barca a vela, l’affetto per i suoi cani. Soprattutto, c’è la voce di una donna determinata e ironica che scrive in prima persona la sua storia.

«Se non posso ballare, allora non è la mia rivoluzione».

Questa frase di Emma Goldman, pensatrice anarchica lituana, restituisce il senso di una ribellione quotidiana alle convenzioni e alle omologazioni, per celebrare la libertà di essere se stesse. Come punto di forza. Nella moda. E nella vita.