alimenti ultraprocessati

Depressione, uno studio la collega agli alimenti ultraprocessati

Dagli hot dog alle patatine fritte, dalle caramelle ai gelati: questi cibi possono avere un ruolo nell'insorgenza della depressione. Lo rivela una nuova ricerca

Cibi e bevande ultraprocessati e depressione: un nuovo studio svolto su un campione di donne ne mette in evidenza il potenziale collegamento. I ricercatori mettono particolarmente in guardia sul consumo di alimenti dolcificati artificialmente.

Il legame fra alimentazione e depressione

“Il nostro studio si è concentrato sul legame tra gli alimenti e il conseguente rischio di sviluppare un nuovo episodio di depressione”, ha affermato il coautore dello studio, il dottor Andrew T Chan, professore di medicina alla Harvard Medical School. “Tuttavia, esiste anche la possibilità che per gli individui affetti da depressione cronica, il cibo ultraprocessato possa peggiorare le loro condizioni”, ha affermato Chan.

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Analizzata la dieta di 32mila donne

Lo studio, pubblicato mercoledì sulla rivista JAMA Network Open , ha esaminato la dieta di quasi 32.000 donne di mezza età che fanno parte del Nurses’ Health Study II, uno sguardo longitudinale alla salute delle donne. Lo studio non ha incluso uomini, quindi i risultati non possono essere generalizzati.

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Cosa sono gli alimenti ultraprocessati

Gli alimenti ultraprocessati includono zuppe preconfezionate, salse, pizza surgelata, pasti pronti, hot dog, salsicce, patatine fritte, bibite, biscotti industriali, torte, caramelle, ciambelle e gelati. Si chiamano così perché contengono molti ingredienti aggiunti (per esempio sale, zucchero, coloranti, additivi) e perché spesso sono prodotti dall’elaborazione di sostanze (grassi, amidi eccetera) estratte da alimenti più semplici. Quando i ricercatori hanno esaminato gli specifici alimenti ultraprocessati, l’aumento del rischio di depressione è stato associato in particolare agli alimenti e alle bevande preparati con dolcificanti artificiali.

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Legame fra cibi ultraprocessati e infiammazione

Esiste un legame noto tra alimenti ultraprocessati e lo stato di infiammazione cronica, che è fra le cause principali di molte malattie come il cancro del colon-retto negli uomini, l’obesità, le malattie cardiovascolari e la morte prematura sia negli uomini che nelle donne.

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Bibite e depressione: uno studio del 2014

Uno studio del 2014 ha trovato un legame tra bibite dietetiche e bevande dietetiche alla frutta e depressione. Secondo lo studio, le persone che usavano dolcificanti artificiali nel caffè e nel tè avevano anche maggiori probabilità di sviluppare depressione.

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Il legame fra alimenti ultraprocessati e demenza

Esisterebbe inoltre un collegamento fra alimenti ultraprocessati e demenza. Secondo uno studio del 2022, se più del 20% delle calorie giornaliere di una persona proviene da alimenti ultraprocessati, il rischio di declino cognitivo aumenta di circa il 28%. Per una dieta da 2.000 calorie al giorno, sarebbero 400 calorie: per farsi un’idea, patatine fritte e cheeseburger di McDonald’s insieme contengono un totale di 530 calorie.

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Cibo, microbioma e depressione

“Esiste anche un legame tra il cibo ultraprocessato e la distruzione del microbioma intestinale”, ha detto Chan. “Si tratta di un potenziale importante meccanismo che collega il cibo ultraprocessato alla depressione poiché esistono prove emergenti che i microbi nell’intestino sono collegati all’umore attraverso il loro ruolo nel metabolizzare e produrre proteine ​​che hanno attività nel cervello”.

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La critica allo studio mossa da altri ricercatori

Alcuni ricercatori, che non hanno preso parte allo studio, mettono in guardia su una possibile lettura parziale dei risultati e sull’eccessiva enfasi causale fra cibi ultraprocessati-depressione: molte persone già affette da depressione, infatti, possono essere più inclini a lasciarsi tentare dal cosiddetto “cibo spazzatura” un po’ per compensare il proprio stato di disagio. “Nella misura in cui le bevande dolci e gli alimenti ultraprocessati offrono un ‘conforto’ acuto, anche se fugace, è anche plausibile che i primi disagi della crescente depressione motivino una maggiore dipendenza proprio da tali alimenti” ha commentato a tal proposito il dottor David Katz, specialista in medicina preventiva. “In questo senso, la depressione potrebbe provocare un aumento dell’assunzione di cibo ultraprocessato, anziché il contrario”.

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