La pace, l’unità della Chiesa, l’attenzione sociale sono sicuramente i temi che potranno scandire il Pontificato di Leone XIV, perché contenuti fin dal suo primo saluto dopo l’elezione. Ma quale ruolo potranno avere le donne nel mondo cattolico con il primo Papa americano? Robert Francis Prevost, infatti, è nato a Chicago, negli Stati Uniti di Donald Trump, che con le donne ha avuto (e ha) un rapporto “contraddittorio“, ma soprattutto in quegli stessi Stati Uniti protestanti dove proprio le donne possono celebrare messa e da dove provengono le maggiori attiviste cattoliche della Women’s Ordination Conference che chiedono il sacerdozio femminile.
La “questione femminile” nella Chiesa
Sicuramente il contesto da cui prende il via il Pontificato di Leone XIV è scandito da una serie di priorità, come l’urgenza di porre fine alle numerose guerre in corso nel mondo. Ma una domanda centrale in molti ambienti cattolici e laici è quale sarà il rapporto tra Papa Leone XIV e le donne. La scelta di Prevost, secondo gli esperti, è stata anche dettata dalla volontà di trovare una figura di mediazione, che lavori all’unità della Chiesa al suo interno, dove la “questione femminile” tiene banco. In molti ricordano ancora lo striscione che, un anno e mezzo fa, campeggiava in Vaticano all’apertura del Sinodo dei vescovi, il primo nella storia a concedere il diritto di voto a 54 delle donne presenti.
Le attiviste che chiedono il sacerdozio femminile
In quella occasione, a ottobre 2023, c’erano infatti anche le attiviste militanti della Women’s Ordination Conference. A guidarle era la direttrice esecutiva del movimento, nato nel 1975 per chiedere l’inclusione femminile ad ogni livello della Chiesa cattolica. Si tratta di un’americana, proprio come Robert Francis Prevost, il 267° Papa appena eletto come Leone XIV. Ed era lei a invocare la fine del cosiddetto “old boys club”, il “club dei vecchi uomini”, anche nel mondo della Chiesa, a favore di una maggiore emancipazione femminile.
Papa Leone XIV e le donne: dalla pace alla Madonna di Pompei
Oltre a invocare la pace – per ben 11 volte – le prime parole di Papa Leone XIV sono state di preghiera per la Madonna di Pompei, una figura femminile: che possano essere un preludio a una maggiore attenzione all’inclusione delle donne? «In realtà la devozione nei confronti della Madonna di Pompei è considerata un po’ più di “nicchia”. Per questo qualcuno prevede che il nuovo Pontefice sarà più legato alla tradizione rispetto a Papa Francesco, che invece ha infranto molti protocolli ed è stato dirompente. Riguardo alle donne, è presto per poter dire se cambierà qualcosa, ma stando alle sue dichiarazioni del passato, anche come Prefetto della Congregazione dei vescovi, la sua posizione è stata sempre molto ferma e contraria», osserva Costanza Miriano, giornalista esperta di questioni religiose, autrice e blogger.
Perché il sacerdozio è solo maschile
Il punto di partenza è che la Chiesa cattolica considera il sacerdozio come un ministero riservato solo gli uomini celibi (altra questione dibattuta). Perché? Si ritiene che siccome l’eucarestia è celebrata da Gesù, che è uomo, questo sacramento può essere impartito solo da una figura maschile. C’è anche chi fa notare che all’ultima cena i 12 Apostoli erano tutti uomini; eppure nella Bibbia non mancano figure femminili importanti e la stessa Madonna riveste un ruolo centrale, peraltro sottolineato molte volte anche da Papa Francesco.
Il sacerdozio femminile è ancora un tabù?
Le aperture di Bergoglio erano arrivate dopo l’ultimo “no” ufficiale al sacerdozio femminile del 1994 da parte di Giovanni Paolo II che nella Lettera apostolica Ordinatio sacerdotalis aveva confermato la convinzione che la Chiesa non possa cambiare le tradizioni millenarie che la contraddistinguono, compresa l’apertura alle donne-sacerdote e nonostante i cambiamenti sociali che sono avvenuti nel corso dei decenni. Il sacerdozio femminile, dunque, rimane in qualche modo un tabù, almeno nella Chiesa cattolica.
Il tetto di cristallo anche nella Chiesa cattolica
Intanto c’è chi parla di vera e propria discriminazione di genere, anche in questo ambito. Non che manchino istituti che rappresentano il mondo femminile, come il Coordinamento teologhe italiane. Lo stesso Papa Francesco nel 2021 ha aperto alle donne i ministeri del Lettorato e dell’Accolitato, cioè che prevedono rispettivamente di occuparsi delle letture e di aiutare il diacono o il sacerdote nelle azioni liturgiche, specialmente nella celebrazione della Messa. Di fatto sono due ministeri ‘laici’, quindi aperti ai battezzati in quanto tali, a prescindere che siano uomini o donne. Per questo il percorso per una vera inclusione femminile è ancora lungo e c’è chi sostiene che esista un tetto di cristallo anche nella Chiesa cattolica.
Le donne nella Chiesa americana
Diversa la realtà statunitense, da dove arrivano le maggiori istanze di apertura. Si tratta, però, di una realtà nella quale domina il protestantesimo: solo due sono stati i presidenti cattolici, Joe Biden e JFK. Proprio nell’America protestante non esiste una divisione tra mondo clericale e laico, ma soprattutto esistono donne-pastore che celebrano la Messa, predicano dal pulpito e indossano lo stesso abito talare dei “colleghi” uomini, oltre a essere anche mogli e madri, come lo sono padri e mariti i pastori-uomini.
Leone XIV, il primo Papa americano
Il fatto che Leone XIV sia il primo Papa americano lascia sperare il mondo femminista: «È vero che è nato a Chicago, la città dei Blue Brothers “in missione per conto di Dio”, ma è cresciuto come missionario agostiniano in America latina: non penso, onestamente, che possa essere condizionato dalla realtà delle donne protestanti statunitensi. Inoltre va detto che la Chiesa protestante americana sta registrando molte defezioni, più di quelle cattoliche, quindi non è detto che quel modello sia vincente. È piuttosto una spia di uno scollamento tra il mondo laico e quello religioso», osserva ancora Miriano.
Il mondo cattolico e quello laico: logiche diverse
«Il punto è proprio la volontà di applicare una logica laica al mondo cattolico. Il Vangelo è chiaro per quanto riguarda il celibato e la presenza delle donne nella Chiesa, che su questo ha sempre avuto una posizione nettissima: gli Apostoli e le donne hanno ruoli diversi. Esistono un munus petrino e uno mariano, dalla parola latina munus che significa proprio “ruolo”: a Pietro, al pastore, è affidato quello di indicare la dottrina, a Maria, quindi alla donna, quello di accogliere, prendersi cura ed entrare in relazioni più strette e particolari con l’altro. L’errore sta nel voler applicare istanze moderne al mondo della fede», spiega Miriano.
La società è cambiata, la Chiesa no
«La società indubbiamente è cambiata: a partire dal post illuminismo e soprattutto dal ’68 si è assistito a una rivoluzione copernicana per cui l’uomo si è posto al centro, desidera affermarsi per ciò che è o sente di essere, compresa la percezione del genere, che è diventato un diritto di cittadinanza. La fede, invece, presuppone di vivere percorrendo un viaggio verso Dio, una trasformazione in Gesù, come ha ricordato proprio Leone XIV nella sua prima omelia nella cappella Sistina, dopo l’elezione. La Chiesa, quindi, non dovrebbe essere vista come un luogo di potere, all’interno della quale ambire a posizioni di prestigio o maggiore responsabilità, perché queste istanze tipiche del mondo laico», dice la scrittrice.
Le donne-sacerdote, scomunicate
Eppure qualche donna-sacerdote esiste già, anche se scomunicata. Sono le circa 300 che appartengono all’Association of Roman Catholic Women Priests, che hanno ricevuto l’ordinazione da un sacerdote a sua volta scomunicato. Tra loro, guarda caso, l’americana Bridget Mary Meehan, originaria della Florida e collaboratrice pastorale della Mary Mother of Jesus Inclusive Catholic Community, e la presbitera Mary Theresa Streck, di Albany (New York), collaboratrice pastorale della Upper Room Inclusive Catholic Community. Non è un caso neppure che si considerino le “Rosa Parks” della Chiesa cattolica, in riferimento all’attivista americana, icona del movimento che si batteva per i diritti civili e l’uguaglianza negli Stati Uniti. Sono convinte che nella Chiesa ci sia e ci debba essere posto per tutti, compreso il mondo LGBTQ+.
Molte donne lasciano la Chiesa cattolica
Come spiega Costanza Miriano, autrice tra gli altri di “Sposati e sii sottomessa”, «La donna negli anni si è dovuta reinventare completamente in tutti gli ambiti, da quello lavorativo a quello familiare. In ciascuna trova un suo particolarissimo e delicatissimo equilibrio, che muta anche con gli anni e le fasi della vita, prima impegnata nella crescita dei figli, poi nella carriera o alle prese con la cura dei genitori che invecchiano. Ma la Chiesa rimane se stessa, con i suoi valori e principi, e salvo alcune aperture non è stata intaccata da questi cambiamenti. Pensiamo proprio al mondo LGBTQ+: neppure il più aperturista dei Papi, Francesco, ha portato innovazioni. Dubito che lo faccia Leone XIV», conclude Miriano.