Chiara Ferragni con pandoro Balocco griffato

Pandoro griffato, Chiara Ferragni indagata per truffa aggravata

Chiara Ferragni e Alessandra Balocco finiscono nel registro degli indagati della Procura di Milano. L'influencer: "Sono serena, ho agito in buona fede"

Chiara Ferragni indagata dalla Procura di Milano per truffa aggravata nella vicenda del “Pandoro Pink Christmas“. Iscritta nel registro degli indagati anche Alessandra Balocco, amministratore delegato e presidente della azienda piemontese produttrice del dolce natalizio sponsorizzato dalla influencer.

L’iscrizione delle due imprenditrici è arrivata per decisione del procuratore aggiunto Eugenio Fusco: prima di Natale l’apertura del fascicolo conoscitivo, poi la delega al Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di Finanza che alla fine dell’anno ha raccolto negli uffici dell’Antitrust le carte del procedimento, finito in primo grado con una maxi multa da oltre un milione di euro per l’influencer. Ora l’ulteriore passo in avanti in modo da poter compiere gli accertamenti del caso.

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Come si è arrivati all’indagine per truffa aggravata

A cambiare lo scenario investigativo è stata la relazione della Gdf: si tratta dell’esito dell’analisi della documentazione del procedimento che si è svolto davanti all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato che ha contestato alle due società di Chiara Ferragni e a Balocco un comportamento “scorretto”, ossia pubblicità ingannevole in materia di beneficenza.

Le Fiamme Gialle, nella loro informativa, hanno in particolare valorizzato alcune e mail agli atti dell’incartamento dell’Authority, che gli staff della influencer e dell’azienda si sono scambiati già a partire dal settembre 2021, nelle quali “si dà conto della definizione comune dei contenuti” da pubblicare. Due mesi dopo è poi stato siglato il contratto da cui emergerebbe la consapevolezza – si legge nel provvedimento del Garante – che la donazione, 50 mila euro, era avvenuta nel maggio precedente e “non era legata alla vendita del prodotto” pubblicizzato via social dalla influencer per un cachet di un milione.

Questa corrispondenza, assieme ad altri elementi, hanno portato a contestare la truffa aggravata dalla minorata difesa del consumatore che sarebbe stato invitato ad acquistare il dolce, a prezzo maggiorato, per sostenere una struttura sanitaria che cura bimbi gravemente malati attraverso il sistema informatico, ossia le piattaforme web dell’imprenditrice.

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Ferragni: “Turbata dalla strumentalizzazione mediatica”

“Sono serena perché ho sempre agito in buona fede e sono certa che ciò emergerà dalle indagini in corso – è il commento di Chiara Ferragni, difesa da Marcello Bana e Giuseppe Iannaccone -. Ho piena fiducia nell’attività della magistratura e con i miei legali mi sono messa subito a disposizione per collaborare e chiarire ogni dettaglio di quanto accaduto nel più breve tempo possibile”. “Sono, invece, profondamente turbata – ha aggiunto – per la strumentalizzazione che una parte dei media sta realizzando, anche diffondendo notizie oggettivamente non rispondenti al vero“.

Pandoro Balocco griffato Ferragni

Balocco: “Emergerà la nostra assoluta buona fede”

“Collaboreremo con le autorità – in cui riponiamo piena fiducia – certi che emergerà la nostra assoluta buona fede“. È quanto dichiara la Balocco, commentando gli sviluppi della vicenda dei “Pandoro Pink Christmas”. Si legge nella nota dell’azienda: “Le recenti vicende ci hanno profondamente turbato, anche pensando ai valori che ci guidano e all’etica che ci ha sempre contraddistinto. Da oltre un anno, e soprattutto nelle ultime settimane, sono state riportate numerose informazioni non corrette, anche frutto di scarsa conoscenza, di errata interpretazione dei fatti, e in alcuni casi di strumentalizzazione”. “Siamo fortemente dispiaciuti – spiega la Balocco – che l’iniziativa sia stata fraintesa da molti“.

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Quali saranno i prossimi passi delle indagini

Ora Chiara Ferragni, Alessandra Balocco e i manager dei rispettivi team che hanno seguito l’operazione verranno convocati in Procura per fornire la loro versione. Questo per consentire di ricostruire punto per punto la vicenda e appurare se ci sia stato o meno un profitto illecito e un danno. In merito a ciò la Gdf si è anche recata a Fossano, in provincia di Cuneo, nella sede della Balocco per l’acquisizione di altri documenti.

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Inquirenti al lavoro su altre sponsorizzazioni

Oltre all’affaire del pandoro, gli inquirenti e gli investigatori hanno intenzione di far luce anche sui casi delle uova di Pasqua delle Dolci Preziosi, della bambola Trudi e su altri simili a quelli già nel mirino in cui è stato manifestato, con post e ripost, un intento benefico, per verificare se così è stato.

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