Strage di Erba, Rosa Bazzi e Olindo Romano

Strage di Erba, si decide per la revisione del processo: che cosa potrebbe cambiare

A quasi 18 anni dalla strage di Erba, i giudici decideranno sull'istanza di revisione presentata dalle difese di Olindo Romano e Rosa Bazzi

La Corte d’Appello di Brescia ha ammesso il ricorso di Olindo Romano e Rosa Bazzi, condannati in via definitiva all’ergastolo per la strage di Erba. Fissata al 1° marzo l’udienza al termine della quale i giudici decideranno sull’istanza di revisione della sentenza di condanna presentata dalle difese dei due coniugi e dal sostituto pg di Milano, Jacob Cuno Tarfusser.

Potrebbero dunque riaprirsi i giochi per la strage avvenuta a colpi di coltello e spranga nel paese del Comasco l’11 dicembre 2006 che causò la morte di Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini.

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Strage di Erba, Olindo e Rosa condannati all’ergastolo

Olindo e Rosa, vicini di casa di Raffaella Castagna, confessarono inizialmente di essere gli autori dell’pluriomicidio, motivato dalla rabbia per le continue liti e vessazioni da parte di Raffaella e di suo marito Azouz Marzouk. Quest’ultimo poi fu arrestato per spaccio e nel processo manifestò improvvisamente dubbi sulla colpevolezza della coppia.

Alla “mattanza” sopravvisse solo Mario Frigerio, marito di Valeria Cherubini, nonostante una profonda ferita alla gola. Fu lui a riconoscere, tra il fumo e le fiamme davanti alla porta dell’appartamento dei Castagna, a cui era stato dato fuoco, Olindo Romano. Un riconoscimento effettuato anche in dibattimento, quando Frigerio, che morì alcuni anni dopo, si trovò faccia a faccia con gli imputati.

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Revisione della sentenza, su cosa punta la difesa

Gli avvocati Fabio Schembri e Nico D’Ascola, per Olindo Romano, e Luisa Bordeaux e Patrizia Morello, per Rosa Bazzi, puntano a una serie corposa di consulenze e su nuovi testimoni. Uno di questi, “mai sentito all’epoca dei fatti”, è un uomo che abitava nella casa della strage, legato ad Azouz Marzouk. L’uomo aveva riferito di una faida con un gruppo rivale, nella quale anche lui fu ferito, sostenendo che la casa della strage “era la base dello spaccio che veniva effettuato nella vicina piazza del mercato e il posto dove erano depositati gli incassi”. Questa, per lui, l’origine della strage, non l’odio dei coniugi. Altro testimone citato dalla difesa è “un ex carabiniere che riferisce delle indagini e delle parti mancanti del 50% dei momenti topici delle intercettazioni“.

Strage di Erba, Rosa Bazzi e Olindo Romano

Arrivano nuove consulenze

Le consulenze sostengono l’incompatibilità con la ricostruzione fatta dai coniugi – e poi ritrattata – della strage con quella emersa dalle indagini. Un elaborato riguarda la testimonianza di Mario Frigerio, diventato teste chiave dell’accusa che riconobbe Olindo in aula. Una versione in dibattimento che, per i legali, contrasterebbe con quanto dichiarato da Frigerio nell’immediatezza, nel letto d’ospedale. Anche la ricostruzione nelle sentenze della morte della moglie di Frigerio, Valeria Cherubini, contrasterebbe con quella emersa dalle loro consulenze.

Le istanze di revisione accolte riguardano inoltre le confessioni di Olindo e Rosa, rese ai carabinieri e pm di Como e le intercettazioni ambientali. Ci sarebbe poi la traccia ematica attribuita a Valeria Cherubini, ed elemento fondante del processo, individuata sul battitacco dell’auto di Olindo Romano, bollata dagli avvocati come “suggestione ottica” e che sarebbe smontata da nuove consulenze genetiche e materiali fotografici.

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Strage di Erba, cosa potrebbe succedere ora

Sulla novità di queste prove e se possano portare al proscioglimento degli imputati la Corte d’appello di Brescia potrà decidere se riaprire un processo, con l’acquisizione dei nuovi elementi, oppure respingere le istanze.

La soddisfazione del pg Tarfusser

“Non dico che” Rosa e Olindo “devono essere assolti. Ho fatto la richiesta di revisione affinché si rifaccia il processo, perché ritengo che le prove che all’epoca hanno in qualche modo portato alla loro condanna all’ergastolo siano prove che non giustificano la loro dichiarazione di colpevolezza“. Così Cuno Tarfusser, sostituto procuratore generale della Corte di Appello di Milano riguardo la revisione del processo sulla strage di Erba.

In quindici anni la scienza e la tecnica si sono sviluppate molto di più della giurisdizione. Noi siamo molto conservatori, mentre la scienza e la tecnica fanno passi in avanti”, ha spiegato ai microfoni di “Cinque minuti” su Rai1. “Io sostengo che già allora le prove erano debolissime e poco consistenti, se mai si può parlare di prove, questa è la mia valutazione. Anche se c’è il rispetto di fondo verso le sentenze. Però anche le sentenze possono sbagliare e io credo che siano sbagliate”, ha aggiunto. “Ci sono stati degli sviluppi che gettano una luce completamente nuova su prove che erano poco consistenti, e con le nuove prove vengono spazzate via”.

Strage di Erba, Rosa Bazzi e Olindo Romano

Familiari delle vittime: “Non troveranno mai un’altra verità”

La decisione di riaprire il processo ha innescato inevitabili reazioni da parte della famiglia delle vittime. A parlare a LaPresse è Beppe Castagna che nella strage perse la madre Paola Galli, la sorella Raffaella e il nipotino di due anni Youssef Marzouk. “Per noi la verità giudiziaria è stata già scritta. Siamo convinti che, se dovessero rifare questo processo non una, ma due, tre, sette volte, darebbe lo stesso risultato comunque. Non abbiamo il minimo dubbio che siano colpevoli – prosegue -. Non parteciperemo come parte civile se si dovesse rifare un nuovo processo”. E aggiunge: “Ogni volta che ci arrivavano notizie di iniziative della difesa o mediatiche provavamo dolore, ora è quasi noia: siamo stati anche attaccati personalmente”.

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