È di un mese fa l’ordinanza firmata dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara sul valore dato al voto in condotta, che diventerà determinante incidendo sia sull’ammissione all’Esame di Stato 2025 che al punteggio finale. Un atto che ha suscitato malcontento e sollevato forti critiche all’interno della comunità studentesca che ha deciso di inviare una diffida formale al ministro chiedendo l’immediato ritiro dell’ordinanza.

Maturità, il valore del voto in condotta

L’ordinanza firmata da Valditara prevede che qualora il candidato riporti, allo scrutinio finale, una valutazione inferiore a sei decimi, non sarà ammesso all’Esame di Stato. Se, invece, la valutazione del comportamento sarà pari a sei decimi, in sede di colloquio discuterà un elaborato critico in materia di cittadinanza attiva e solidale fondata sul rispetto dei principi costituzionali.

La definizione dell’argomento oggetto dell’elaborato sarà effettuata dal Consiglio di classe nel corso dello scrutinio finale; l’assegnazione dell’elaborato ed eventuali altre indicazioni ritenute utili, anche in relazione a tempi e modalità di consegna, saranno comunicate al candidato entro il giorno successivo a quello in cui si è svolto lo scrutinio.

La valutazione della condotta inciderà sui crediti per l’ammissione all’Esame di Stato. Infatti, il punteggio più alto potrà essere assegnato esclusivamente agli studenti che avranno ottenuto un voto di comportamento pari o superiore a nove decimi. La disposizione si applica anche ai fini del calcolo del credito degli studenti frequentanti, nell’attuale anno scolastico, il terzultimo e penultimo anno.

ragazzi sui banchi dentro un'aula di scuola

La posizione degli studenti

La reazione degli studenti sui nuovi criteri di valutazione non si è fatta attendere. «L’ordinanza a firma del ministro dell’Istruzione e del Merito prevedrebbe – spiega il coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi Paolo Notarmicola – che il punteggio più alto nell’ambito della fascia di attribuzione del credito scolastico spettante sulla base della media dei voti riportata nello scrutinio finale possa essere attribuito se il voto di comportamento assegnato è pari o superiore a nove decimi». E dunque, temono gli studenti, i tanti alunni coinvolti in autogestioni, occupazioni, manifestazioni, che spesso si accompagnano ad un abbassamento del voto in condotta, potrebbero subire ripercussioni, «una scelta che è in forte contrasto con lo statuto delle studentesse e degli studenti, che sancisce come il voto in condotta non possa influire sul profitto scolastico».

La diffida a Valditara

Proprio per questo motivo, uno studente della Rete degli Studenti Medi del Lazio ha scelto di inviare una diffida formale al ministro chiedendo l’immediato ritiro dell’ordinanza. Un atto, quello della diffida, spiega l’organizzazione studentesca, che è un primo avvertimento nei confronti del ministro dell’Istruzione: qualora tale provvedimento dovesse colpire degli studenti, il sindacato studentesco sarà pronto a battersi fin dentro le aule dei tribunali.

«Quella del ministro Valditara rappresenta l’ennesima scelta di voltare le spalle alla comunità studentesca, portando avanti una linea repressiva – spiega ancora Notarnicola -. Da tempo, come sindacato studentesco chiediamo di essere convocati, per confrontarci e discutere sulle scelte che il Ministro sta portando avanti in maniera unilaterale».

«Sin da quando il Governo Meloni si è insediato, assistiamo ad una svolta autoritaria, che all’interno della scuola pubblica si traduce con questa ordinanza – sostiene Bianca Piergentili, coordinatrice Regionale della Rete degli Studenti Medi – durante quest’anno, all’interno della nostra regione, sono state molte le richieste di supporto a seguito di provvedimenti disciplinari e denunce dovute a manifestazioni e occupazioni scolastiche, in crescita rispetto agli anni passati e con delle conseguenze sicuramente più dure».