Ermal Meta

Stupro di Palermo, duro sfogo di Ermal Meta. E le altre vittime gli scrivono

Dopo la dura presa di posizione di Ermal Meta sullo stupro di gruppo di Palermo, sul profilo social del cantautore stanno arrivando decine di testimonianze di donne vittime di violenza sessuale

Ermal Meta ha commentato sui social l’orrendo stupro di Palermo e le sue parole hanno avuto un effetto travolgente e inaspettato. Sul profilo instagram del cantautore hanno iniziato a scrivere tantissime vittime di violenza sessuale, donne che spesso non ce la fanno a raccontare né a se stesse né agli altri le brutalità che hanno subito e che hanno segnato le loro vite per sempre. L’artista ha riportato queste testimonianze – con i nomi omessi per rispetto – sulle proprie stories. Ne emerge un quadro desolante: emerge come gli stupri sulle donne, le violenze sessuali su bambine e bambini non siano casi “eccezionali” ma parte di quel lato nascosto società che le vittime fanno fatica a denunciare perché minacciate, intimorite, in posizione di debolezza nei confronti di aguzzini che spesso sono fidanzati possessivi, amici di famiglia, gli stessi mariti o padri. Commentando i fatti di Palermo, il cantante aveva scritto su Instagram: “Quando stupri una donna uccidi il suo futuro, la sua fiducia nel prossimo e nella vita e senza quella fiducia comprometti la sua capacità un domani persino di avere dei figli. Questo compromette l’umanità  intera. Lo stupro è un crimine contro l’umanità. Quale è la pena proporzionale per una cosa del genere?”.

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Ermal Meta: “Sono persone reali, di un paese reale”

Le testimonianze di vittime di violenza sessuale hanno iniziato ad arrivare dopo che Ermal Meta ha preso posizione sui social contro gli stupratori di Palermo. “Questi sono solo alcuni dei moltissimi messaggi che mi sono arrivati. – scrive l’autore di ‘Non mi avete fatto niente’Vi ringrazio di averlo fatto, si deve aver coraggio per scrivere alcune cose soprattutto quando sono incise sulla propria pelle. Persone reali, con dolori reali, senza filtri, senza finzioni, senza sconti. Fanno male, ma certi dolori è necessario conoscerli. Mentre fingete di indignarvi per le mie parole, provate a leggere le loro. Il #paesereale è la fuori, non qui dentro. Prenderne consapevolezza è il primo passo. Mi sembra chiaro se servano leggi stringenti per far sentire le donne che subiscono abusi e molestie in grado di denunciare senza alcuna remora, senza sfiducia e senza paura. Se per questo volete crocifiggermi, non stancatevi a tirarmi su che sulla croce ci salgo da solo”.

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“Sono stata stuprata il 26 dicembre…”

Sono stata stuprata a 15 anni“: è l’inizio di una delle tante testimonianze di vittime di violenza. “Caro Ermal, – scrive un’altra utente al cantante – sono stata stuprata il 26 dicembre del 2000…dopo 23 anni non riesco ancora a confessarlo a mio marito, provo vergogna“. Una donna, stuprata dallo zio a 5 anni, confessa: “Vorrei dire a quelle persone che parlano, parlano, parlano che vivere con un trauma così non è facile, lavarti fino a farti uscire il sangue dalla pelle perché ti senti sporca è un orrore“. E poi la testimonianza di una donna, che racconta della sua amica che, nonostante un marito e una figlia amatissimi, non ce l’ha fatta più a sostenere l’enorme dolore che lascia uno stupro e una mattina, dopo aver portato la bimba a scuola, “è tornata a casa e si è impiccata”.

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Elena Sofia Ricci: “Abusata a 12 anni da un signore stimato”

Tra i commenti al post, anche quello dell’attrice Elena Sofia Ricci: “La tua anima bella non può essere fraintesa. A 12 anni tentai di proteggermi con un disegno che avevo fatto… un foglio di carta colorato, dall’abuso di un signore molto grande e molto stimato che conosceva bene la mia famiglia. Ho potuto parlarne solo pochi anni fa. Segni che restano per sempre“.

Frankie Hi Nrg: “Artisti, perché non prendete posizione?”

Frankie Hi Nrg

Sulla vicenda sono intervenuti via social altri artisti, da Frankie Hi Nrg, da Nina Zilli a Fiorella Mannoia,
che hanno espresso sdegno per la vicenda invitando i loro colleghi a prendere pubblicamente posizione. “Mi rifiuto di pensare che artisti giovani, maschi e femmine, esterni alla mia ‘bolla’, non stiano prendendo posizione sui casi di violenza sessuale di questi giorni: sono io che non li conosco. Mi date una mano a scoprirli? Grazie“: ha scritto su X, l’ex Twitter, il rapper Frankie Hi Nrg. Gli ha risposto lo stesso Ermal Meta: “Non conviene esporsi su certi temi. I vari paladini delle cause che fanno trend lo sanno bene. Non cercare dove non c’è niente amico mio, perdi solo tempo“.

Nina Zilli: “Sembra alto medioevo”

Sulla violenza sessuale di Palermo è intervenuta Nina Zilli, che su X ha commentato lapidaria: “ragazzini oggi… Questo 2023 sembra alto medioevo

Fiorella Mannoia senza parole

Fiorella Mannoia

Fiorella Mannoia su X si limita a un “Mi mancano le parole. Davvero” e a proposito di un altro caso, a Firenze, ribadisce che “Sesso senza consenso… È STUPRO. PUNTO“.

Le dichiarazioni di Ermal Meta dopo i fatti di Palermo

Ermal Meta

All’indomani delle notizie sullo stupro di gruppo a Palermo ai danni di una 19enne, Ermal Meta aveva chiesto pene esemplari per i responsabili. Ben sei messaggi sui suoi profili social da parte del cantautore, profondamente indignato per l’episodio. “Lì in galera, se mai ci andrete, ad ognuno di voi cani auguro di finire sotto 100 lupi in modo che capiate cos’è uno stupro“, aveva scritto su uno dei post pubblicato su Twitter riferendosi a uno degli agghiaccianti messaggi scambiati dagli indagati dopo la violenza (“eravamo cento cani sopra una gatta”).

“Come salviamo una ragazza di 19 anni?”

“Conosco donne, che da uno stupro non si sono riprese mai più. – aveva scritto ancora Meta – Che scattano in piedi appena sentono un rumore alle loro spalle, che non sono più riuscite nemmeno ad andare al mare e mettersi in costume da bagno come se non avessero nemmeno la pelle. Vogliamo salvare e recuperare un branco? Ok, sono d’accordo. Ma come salviamo una ragazza di 19 anni che d’ora in poi avrà  paura di tutto?“. Ermal Meta aveva sottolineato come l’attenzione pubblica si sia concentrata maggiormente sul recupero degli aggressori in carcere o in comunità , mentre poco è stato speso nei confronti della vittima: “Perché la responsabilità sociale la sentiamo nei confronti dei carnefici e non in quelli della vittima? Se c’è una qualche forma di responsabilità  collettiva nei confronti dei carnefici, allora dovremmo provare a sentirci responsabili anche per quella ragazza e per tutte le vittime di stupro perché è a loro che dobbiamo veramente qualcosa, sono le vittime che vanno aiutate a ricostruire la propria vita“.

“Pene esemplari assolutamente necessarie”

Per quanto riguarda le pene esemplari – aveva concluso il cantante – credo che siano assolutamente necessarie per un semplice motivo: nessun atto criminale viene fermato dalla paura della rieducazione, ma da quella della punizione. L’educazione deve funzionare prima che si arrivi a compiere un abominio del genere. Ovviamente siamo tutti garantisti finche’ la ‘bomba’ non ci cade in casa“.

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