Manifestazioni per il diritto all'aborto in Ohio

Usa, l’Ohio approva il diritto all’aborto: Biden esulta

Si tratta del settimo Stato americano a proteggere il diritto all'aborto dopo che lo scorso anno la Corte Suprema aveva ribaltato la storica sentenza Roe vs Wade

L’Ohio si schiera a favore dell’aborto. In un referendum, gli elettori hanno approvato l”Ohio Issue 1“, misura che stabilisce il diritto all’interruzione di gravidanza nella Costituzione dello Stato americano del Midwest. Si tratta del settimo Stato a proteggere il diritto all’aborto dopo che la Corte Suprema, lo scorso anno, aveva abolito il diritto federale all’interruzione di gravidanza stabilito nel 1973 con la sentenza Roe contro Wade.

Ohio, diritto all’aborto inserito nella Costituzione statale

Nel passaggio che sarà inserito nella Costituzione, chiunque si trovi in Ohio avrà diritto “ai trattamenti di medicina riproduttiva di cui ha bisogno, incluso l’aborto”. Il testo, inoltre, vieta allo Stato di “penalizzare o proibire” questo diritto.

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Esulta il presidente americano Joe Biden: “Questa notte, gli americani ancora una volta hanno votato per proteggere le loro libertà fondamentali“.

“In Ohio – afferma il presidente in una dichiarazione – gli elettori hanno protetto l’accesso alla salute riproduttiva nella loro Costituzione statale. Gli elettori dell’Ohio e del resto del Paese hanno respinto i tentativi dei Repubblicani MAGA (i supporter di Donald Trump, ndr) di imporre divieti estremi sull’aborto che metterebbero a rischio la salute e le vite delle donne, costringerebbero le donne a viaggiare per centinaia di miglia per curarsi, e minaccerebbero di criminalizzare i medici e gli infermieri per aver somministrato le cure che i loro pazienti necessitano e che sono formati a fornire. Questa agenda estremista e pericolosa non è in linea con la vasta maggioranza degli americani. La mia amministrazione continuerà a proteggere l’accesso alla salute riproduttiva e invita il Congresso a reintrodurre una volta per tutte le protezioni della sentenza Roe contro Wade nella legge federale”.

Manifestazioni per il diritto all'aborto in Ohio

Come si arrivò alla sentenza Roe vs Wade?

Un caso storico per i diritti delle donne negli Usa è quello di Norma McCorvey, conosciuta come Jane Roe (pseudonimo usato per proteggere la sua identità). Nata in Louisiana nel 1947 da una famiglia di origine Cherokee e Cajun, Norma ha una vita difficile, segnata da un matrimonio precoce e violento, dal quale ha due figlie. Quando rimane incinta per la terza volta, entra in contatto con un gruppo di avvocati che decidono di portare il suo caso in tribunale, per rivendicare il suo diritto a interrompere la gravidanza. L’avvocato Henry Menasco Wade difende lo Stato del Texas nel processo del 1970.

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Nel 1972 il caso arriva alla Corte suprema degli Usa che deve stabilire se la Costituzione federale garantisca un diritto all’aborto anche quando non ci sono motivi di salute della donna, del feto o di altre situazioni che non siano la libera volontà della donna.

La sentenza arriva il 22 gennaio 1973 ed emette un verdetto favorevole alla McCorvey (7 voti contro 2). Ci si basa in questo caso su una lettura non inedita del XIV emendamento della Costituzione in materia di diritto alla privacy inteso come diritto alla libera scelta per quanto riguarda le questioni legate alla sfera intima della persona, e pertanto anche a una interruzione di gravidanza.

Il ribaltamento della sentenza Roe contro Wade

La sentenza Roe vs Wade è stata ribaltata dalla Corte suprema il 24 giugno 2022 dopo il caso Dobbs vs Jackson Women’s Health Organization. Si trattava di stabilire se una legge del Mississippi del 2018, che proibiva l’aborto dopo la quindicesima settimana di gestazione salvo rare eccezioni, fosse conforme alla Costituzione degli Usa. Le Corti federali di grado inferiore avevano sospeso l’attuazione della legge, ritenendola incostituzionale e portando il contenzioso davanti alla Corte suprema.

Quest’ultima, con una maggioranza di 5 voti a 4, ha stabilito che il diritto all’aborto non fosse garantito dalla Costituzione, distaccandosi dalla precedente sentenza Roe contro Wade.

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Conseguenza ne è stata che la regolamentazione dell’aborto è tornata nelle mani degli Stati federati, molti dei quali avevano pronte le cosiddette leggi “Trigger” (grilletto), progettate e approvate per essere emanate immediatamente dopo la pronuncia dei giudici di Washington”. Così effettivamente è stato. Non appena l’orientamento della Corte in Roe contro Wade è mutato, molti Stati americani hanno reintrodotto leggi che abolivano il diritto l’aborto.

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