Montecitorio

Montecitorio, anche per entrare alla Camera bisogna rispettare un preciso dress code: quale?

A Montecitorio si lavora per introdurre specifiche disposizioni in materia di dress code, perché l'abbigliamento di parlamentari, dipendenti e visitatori sia consono al rispetto «della dignità e del decoro». Cosa potranno indossare i nostri politici e quali look saranno vietati?

Ti sembrerà scontato che chi frequenta la Camera debba optare sempre per un dress code adeguato, eppure non esistono indicazioni precise in materia. Almeno per ora… Con 181 voti a favore e 100 contrari, Montecitorio ha approvato due ordini del giorno al bilancio sul dress code con l’obiettivo di «valutare l’opportunità di introdurre specifiche disposizioni» in materia di abbigliamento per tutti coloro che frequentano la Camera. Quale sarà l’outift richiesto a politici e visitatori?

Camera, le ipotesi sul dress code

C’è stato un dress code per l’incoronazione di Carlo III, quando si parla di abbigliamento hostess e piloti di Ita Airways devono sottostare a nuove regole e persino per il matrimonio nulla deve essere lasciato al caso. Per i politici, invece, non esistono regole precise, ma forse ancora per poco… Due odg a firma di Salvatore Caiata di Fratelli d’Italia e di Martina Semenzato di Noi Moderati impegnano l’ufficio di presidenza e i questori a valutare l’introduzione di specifiche linee guida sull’abbigliamento da indossare a Montecitorio. Il dress code di parlamentari, dipendenti e visitatori deve essere rispettoso «della dignità e del decoro» dell’istituzione.

Rigettate invece le indiscrezioni iniziali. Nel testo, infatti, è saltato il «divieto indistinto per chiunque – parlamentare, collaboratore, dipendente o visitatore – dell’utilizzo di scarpe da ginnastica ogni qualvolta acceda nelle sedi della Camera» e «l’obbligo per i deputati, collaboratori, dipendenti e visitatori di sesso maschile di indossare sempre la cravatta». Ai questori quindi il compito di elaborare ex novo un decalogo su ciò che è possibile indossare a Montecitorio.

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Non mancano però le prime ipotesi. C’è chi pensa di seguire le orme del Senato e adeguarsi a quelle disposizioni, semplicemente introducendo l’obbligo di cravatta per gli uomini e limitandosi a sottolineare la necessità di un “abbigliamento consono”. Niente di più. In alternativa, non è ancora esclusa l’ipotesi di adattare a Montecitorio il regolamento adottato in altri Parlamenti, anche europei, con tanto di regole scritte. Insomma, se da un lato c’è chi si affida alla buona fede di ciascuno, dall’altro c’è chi teme outfit poco decorosi per un luogo così formale e, per questo motivo, chiede a gran voce l’introduzione di disposizioni chiare e precise.

Favorevoli e contrari

A fare chiarezza sul provvedimento che presto potrebbe coinvolgere gli habitué di Montecitorio è Martina Semenzato di Noi Moderati, la quale ha sottolineato: «La Camera dei Deputati è la casa del Parlamento italiano insieme al Senato della Repubblica. È assolutamente ragionevole chiedere che gli ospiti e i frequentatori di questa casa abbiano un abbigliamento paragonabile all’importanza delle sue funzioni». L’odg presentato a nome del suo partito è volto a «prevedere che l’abbigliamento dei deputati, dei dipendenti e di tutti gli altri frequentatori delle sedi della Camera sia consono alle esigenze di rispetto della dignità e del decoro dell’istituzione». Quindi ha puntualizzato: «L’odg non è né limitativo della libertà di espressione né impositivo. La decisione verrà demandata all’ufficio di Presidenza dove tutti sono rappresentati, un organo collegiale dove tutti potranno dare il loro contributo».

Alle sue parole fanno eco quelle della collega leghista Simonetta Matone, che in Aula ha dichiarato: «Il rispetto per chi ci ha votato passa anche dall’abbigliamento. Con le scarpe da ginnastica si va da altre parti. Qui non stiamo facendo footing».

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Prevedibilmente però, le reazioni non sono tardate ad arrivare. È il caso di Benedetto Della Vedova di +Europa, che si è detto favorevole a «un invito generale al contegno e al decoro», tuttavia – ha tenuto a precisare – «il ritorno alla cravatta credo sarebbe un anacronismo. Il richiamo generale va bene, evitiamo l’anacronismo». Più dura la reazione del deputato pentastellato Riccardo Ricciardi, che durante la discussione è tornato ad attaccare il Governo Meloni e a parlare del reddito di cittadinanza. «Se in giacca e cravatta riuscite a sputare sulle istituzioni come fate, potete venire anche in smoking. È decoro un sms a 169mila persone per dire che non avranno più il reddito?», ha commentato.

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