Barbie

Incassi record e marketing colossale: il fenomeno “Barbie”

Uscito da pochi giorni, "Barbie" sbanca il botteghino in Italia come negli Stati Uniti. La febbre per il film con Margot Robbie è accompagnata da una campagna di marketing impressionante

Come ampiamente previsto “Barbie” ha sbancato il botteghino dei cinema. In Italia ha incassato la bellezza di 7.7 milioni di euro in quattro giorni attestandosi come miglior esordio dell’anno (e siamo in piena estate…). Negli Stati Uniti il film scritto e diretto da Greta Gerwig, costato 128 milioni di dollari, ha toccato la vertiginosa cifra di 155 milioni di dollari di incasso al box office. La cosa forse più impressionante è la macchina di marketing messa in campo da Mattel e Warner Bros per promuovere la pellicola con Margot Robbie, e relativo merchandising, grazie ad accordi con decine di marchi.

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Barbie da record in Italia

Fra i film usciti quest’anno, “Barbie” ha ampiamento superato negli incassi di esordio dei “primatisti” “Fast X” (6,3 milioni) e “Super Mario Bros. – Il film” (5,7 milioni ). Dallo scoppio della pandemia, la pellicola sulla bambola più famosa del mondo ha registrato il terzo miglior fine settimana di esordio in assoluto dopo “Avatar: La via dell’acqua” (8,4 milioni) e “Spider-Man: Non Way Home” (8,3 milioni).

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Gli incassi nel weekend in Italia

Grazie agli incassi di Barbie, il box office italiano di quest’ultimo fine settimana è schizzato – secondo i dati Cinetel – a un +192% su quello precedente. Fra sabato e domenica il film di Greta Gerwig ha superato agevolmente “Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte Uno”, che la scorsa settimana guidava la classifica del box office e che incassando altri 856 mila euro si porta a a 3.1 milioni complessivi. Terza posizione per “Indiana Jones e il quadrante del destino”, con 289.000 e un totale di 5.3 milioni di euro. Vedremo come “Barbie” se la vedrà con “Oppenheimer”, l’attesissimo film di Nolan che in Italia uscirà il 23 agosto.

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Successo strepitoso di Barbie negli Usa

Con suoi 155 milioni di dollari di incasso nel weekend, “Barbie” fa impallidire sul mercato Usa lo stesso “Oppenheimer” di Christopher Nolan, già uscito nella sale statunitensi (che ha comunque fatto intascare alla Universal la ragguardevole cifra di 80.5 milioni di dollari). Su cinque persone che sono andate al cinema negli Stati Uniti da venerdì, quattro hanno scelto “Barbie” (circa 13 milioni di biglietti staccati) o il biopic “Oppenheimer” (6 milioni di spettatori). Se si guarda alle sale di tutto il mondo, il film con Margot Robbie e Ryan Gosling sono da capogiro: 337 milioni di dollari in 69 paesi. Barbie segna il miglior debutto di sempre negli USA per un film girato da una donna: con i suoi 155 milioni, l’opera firmata da Greta Gerwing ha infatti battuto “Captain Marvel” co-diretto da Anna Boden che fece guadagnare 153 milioni nei primi tre giorni di programmazione.

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Sollievo per i produttori di Hollywood

Per produttori, distributori ed esercenti, il risultato al box office di Barbie rappresenta una boccata d’ossigeno in un momento particolarmente difficile per Hollywood. Prosegue infatti la protesta di attori e sceneggiatori contro gli Studios per questioni contrattuali: le produzioni sono ferme e le attività di promozione dei film sospese.

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Una colossale campagna di marketing

La campagna pubblicitaria e di marketing – stimata in 150 milioni di dollari – messa in moto da Warner Bros e Mattel in occasione dell’uscita di “Barbie” è colossale. Avere come protagoniste la bambola più amata da generazioni di bambine (e una delle attrici cult di questi anni, Margot Robbie) ha consentito di creare un’attesa febbrile intorno al film. Mattel, la società che produce l’iconica bambola, ha fatto accordi con dozzine di aziende che hanno lanciato prodotti in linea con Barbie, rigorosamente rosa shocking (Pantone 219-C per l’esattezza).

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Dall’abbigliamento ad Airbnb

Dai tappeti alle candele, dai bicchieri agli spazzolini elettrici, la macchina del merchandising è in piena attività. Marchi di moda come Forever 21, Gap e Primark hanno disegnato linee di abbigliamento ufficiali pensando a Barbie; il marchio di valigie Beis ha rilasciato una collezione di borse da viaggio rosa brillante; e NYX Cosmetics un set per il trucco ispirato a Barbie. Per non parlare dell’accordo con Microsoft sul fronte Xbox e, negli Stati Uniti, iniziative turistiche e di intrattenimento che stanno già andando a gonfie vele: a Malibu, per esempio, c’è una “Barbie Dreamhouse” prenotabile tramite Airbnb e vicino a Boston organizzano crociere in barca a tema Barbie.

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L’intento di rendere Barbie sempre più inclusiva

La Barbie, a lungo criticata per aver promosso standard di bellezza irrealistici per le ragazze, è diventata negli ultimi anni molto più inclusiva attenta alle minoranze. Una linea introdotta nel 2016 mirava a portare il marchio nel 21° secolo, cercando di interpretare messaggi di inclusività sulla diversità razziale e corporea. Alcune bambole utilizzavano sedie a rotelle o arti protesici; una collezione successiva introdusse Barbie calve o affette da vitiligine. Il film di Greta Gerwig rappresenta un passo ulteriore verso il tentativo di far rinascere la bambola della Mattel in un tempo nel quale l’inclusività non è più soltanto un’istanza sociale sempre più avvertita ma anche una fondamentale leva strategica per le aziende.

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