neonato invecchiamento

I primi mille giorni di vita decidono come invecchierai

L’invecchiamento in salute dipende al 70% dai primi 1.000 giorni di vita. L’esperto spiega perché e cosa fare anche da adulti

La longevità dipende in larga parte dai primi 1000 giorni di vita, ossia principalmente dei primi due anni di vita. A incidere su un invecchiamento in salute, inoltre, sono anche il periodo del pre-concepimento e della gravidanza, ma anche da over 60 esistono alcuni consigli anti-age preziosi.

Cosa incide sull‘invecchiamento (e la buona salute)

Le statistiche parlano chiaro: malattie come le infezioni respiratorie acute, malaria, tubercolosi, ma anche l’Aids sono diminuite da inizio secolo e sono destinate a calare entro il 2030. Lo stesso vale per le morti legate a problemi alla nascita o incidenti stradali. A preoccupare, invece, è la tendenza all’aumento di patologie cardiovascolari (come ischemie) o cerebrovascolari, insieme al cancro. Gli esperti, infatti, prevedono una crescita di disturbi cronici, come diabete, malattie neurodegenerative (Alzheimer, Parkinson e sclerosi multipla) o depressione. Molto dipende dallo stile di vita e la salute inizia fin dal grembo.

La longevità si costruisce fin da neonati

«I primi 1.000 giorni dello sviluppo umano, inclusi il pre-concepimento e la gravidanza, incidono per il 70% sulla qualità della vita futura», spiega Sergio Pecorelli, ostetrico e ginecologo, Presidente della Fondazione Giovanni Lorenzini Medical Foundation di New York, Rettore dell’Università di Brescia. Il motivo sta nella genetica: «Dobbiamo ricordare che tutti noi siamo figli di due cellule, uno spermatozoo e un ovulo. Queste rappresentano gli stili di vita e l’ambiente delle due persone che hanno dato vita a quell’essere umano, tramite il Dna. È vero che questo è immutabile, ma il nostro fenotipo, cioè ciò che siamo, può essere influenzato dal nostro comportamento. Questo è valido soprattutto nelle fasi precoci, ma anche nel corso di tutta la nostra vita», spiega l’esperto.

Perché sono così importanti i primi mille giorni

«Gli studi hanno dimostrato che i geni risentono di quello che definiamo ambiente e che in passato si limitava a considerare l’aria che respiriamo, il cibo che mangiamo o l’acqua che beviamo. Oggi, invece, sappiamo che conta anche ciò che ci circonda come le relazioni umane, i pensieri e le emozioni. I fattori ambientali, quindi, condizionano i geni e dunque la nostra vita, in ogni momento. Se sono buoni possono modificare in senso positivo anche quelli cattivi: chiaramente questa possibilità è maggiore quanto più siamo giovani, per questo i primi mille giorni – dal pre-concepimento e fino ai primi due anni di vita – contano moltissimo. Possono anche consentire un’eredità genetica positiva, la cosiddetta epigenetica. Ma le azioni che compiano influenzano anche in età matura il nostro stato di salute», spiega ancora il ginecologo.

I fattori che influenzano la longevità

Gli studi indicano che sono quattro, in particolare, i fattori che incidono negativamente sulla salute: fumo, abuso di alcol, alimentazione scorretta e inattività fisica. «Gli aspetti da prendere in considerazione, se si punta alla longevità in salute, sono quattro: il primo è il movimento ed esercizio fisico e vale dal pre-concepimento in avanti; la nutrizione; gli stress, che a loro volta possono essere chimici (come l’esposizione a tabacco, alcol, droghe, ma anche agenti ambientali come le polveri sottili, ecc.) ed emotivi. In quest’ultimo caso ci si riferisce alla sfera della socializzazione», sottolinea Pecorelli.

Attenzione allo stress

Che si voglia diventare genitori o che si sia appena diventati, il consiglio è quindi importante prestare attenzione al proprio stile di vita, pensando soprattutto alle fonti di stress: «L’Organizzazione mondiale della Sanità parla di stressor indicando le fonti di stress a cui possiamo essere sottoposti nel corso della vita. Tra quelle ambientali ci possono essere le temperature, i suoni, l’illuminazione eccessiva, il sovrappopolamento, ma anche gli stress quotidiani, come perdere le chiavi di casa, vivere nel traffico, avere pensieri economici o problemi di lavoro con il capo o i colleghi, o ancora i cambiamenti bruschi nella vita, come può accadere in caso di lutti o separazioni – spiega Pecorelli – Ricordiamo, però, che gli stress possono anche essere positivi».

Le emozioni positive che aiutano la longevità

«Le emozioni e i pensieri possono incidere in modo positivo sulla vita e la salute, perché stimolano risposte positive che incidono anche sui nostri geni. In una ipotetica gravidanza ideale, i genitori dovrebbero stare attenti al giusto esercizio fisico, che dovrebbe prevedere almeno mezz’ora di movimento quotidiano. Fondamentale è anche l’alimentazione, perché le nostre cellule sono fatte da ciò che mangiamo. Da non trascurare, poi, una vita con meno stress possibile, magari ricorrendo a meditazione e mindfulness, o alla musica – spiega l’esperto – Uno studio sperimentale su 43mila donne in gravidanza ha mostrato come in coloro che ascoltavano musica preferita per 2 volte al giorno e almeno 15 minuti, quasi nessuno dei figli aveva una sindrome autistica, contro 2,1% di coloro che non lo avevano fatto. Si tratta di lavori da confermare, ma già indicativi degli effetti positivi di alcune azioni».

Come contrastare stress e infiammazioni

«Lo stesso vale per altri comportamenti che contribuiscono a ridurre le fonti e i livelli di stress. Una di queste è l’arte: visitare una mostra, per esempio, può avere effetti positivi, così come avere un’immagine positiva di se stessi. Al contrario, essere sottoposti a stress, in particolare in gravidanza ma non solo, porta ad innalzare i livelli di ormoni come il cortisolo, che a sua volta influenza la placenta ed espone il feto a effetti a lungo termine che incidono sulle risposte cognitive del futuro bambino e futuro adulto. Per essere più chiari, si possono attivare infiammazioni che possono portare a malattie croniche», sottolinea l’esperto.

Quali consigli per gli adulti: dal movimento ai nutrienti

Ma cosa aiuta a invecchiare meglio, anche da adulti? «Sicuramente anche lo stile di vita adulto influisce – conferma Pecorelli – Un fattore fondamentale è l’esercizio fisico regolare, almeno 30/40 minuti al giorno, iniziando a bassa intensità, per poi aumentare il ritmo e infine tornare a ridurlo. Questo perché si migliora la vascolarizzazione e si producono nuovi neuroni che sostituiscono quelli che man mano muoiono. Così ne beneficiano l’attività cognitiva e la memoria. Il movimento combatte anche le malattie metaboliche come il diabete e neuropsichiche come la depressione. Aiuta anche a prevenire recidive ed eventi tumorali, in particolare alla mammella. Ma non deve essere disgiunto da una nutrizione adeguata, perché le membrane delle nostre cellule sono costituite da ciò che mangiamo: per esempio, non devono mancare alcuni grassi e nutrienti come omega 3 e omega 6».

L’importanza della socializzazione

«Infine, non va trascurata la socializzazione, specie dopo i 60 anni. Numerose ricerche ne dimostrano gli effetti “anti age”, come nel caso del volontariato. Oltre alla citata meditazione, è molto utile la scrittura a mano per almeno 20 minuti, che alcuni studi indicano avere un’azione antinfiammatoria importante a livello cerebrale. Può aiutare anche immergersi nella natura o dedicarsi alla spiritualità, o ancora alla danza specie negli adulti in età avanzata: non solo aiuta la socializzazione, ma unisce gli effetti positivi della musica a quelli mnemonici, nel ricordare i passi da eseguire. Sono tutte azioni naturali e non farmacologiche che aiutano la longevità», conclude l’esperto.

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