Francesca Ammaturo con una borsa del suo brand Label Rose

Borse Label Rose: un’etichetta rosa per abbattere tutte le altre

Si può essere alla moda senza spendere cifre da capogiro? Ci ha pensato Francesca Ammaturo a cancellare il punto di domanda. Qui racconta la storia del suo brand di borse Label Rose: un'etichetta rosa nata per abbattere tutte le altre

«Non penso che la mia storia sia più importante di altre. Però penso che storie come la mia debbano essere raccontate». Si commuove Francesca Ammaturo mentre ci parla con voce emozionata della sua vita e di quella del suo brand Label Rose. Fondato quattro anni fa, il marchio di borse e accessori ha chiuso il 2023 con un fatturato di 4,4 milioni di euro, 120mila pezzi venduti, una clientela di oltre 100mila donne e più di 300mila followers sui canali social. Ma, per quanto significativi, la storia di Label Rose va ben oltre i soli numeri. A raccontarlo è la stessa Francesca, partita tanti anni fa da un sogno nel cassetto e da un interrogativo: si può essere fashion senza spendere cifre astronomiche? Label Rose nasce così, dalla risposta a quella domanda. “Sì, si può”.

Label Rose non è uno shop: è una Storia

In certe fiabe, il “c’era una volta” è importante tanto quanto il “vissero felici e contenti”: l’inizio è tutto. Così è stato anche per Francesca Ammaturo. «Mi sono innamorata del mondo della moda, e in particolare degli accessori, lentamente, un passo per volta», spiega la founder di Label Rose. Che a quattro anni ha iniziato a disegnare borse e creare moodboard ritagliando riviste, cresciuta respirando l’aria creativa dell’ufficio stile dell’azienda di famiglia: un piccolo bazar in una strada super commerciale di Napoli. Città che però lascia presto, ancora giovanissima, per un’altra arte: la danza. Francesca frequenta l’accademia di Roma e diventa ballerina professionista; si trasferisce prima a Dresda, poi in Repubblica Ceca. A 19 anni abbandona il mondo della danza, torna in Italia per finire gli studi («la libertà nasce dalla cultura») e crea da zero un brand che rispecchi la sua personalità. «L’ho chiamato Label Rose (letteralmente “etichetta rosa”) perché mi piacciono tanto i fiori e il colore rosa. Ma ad oggi il nome racchiude anche tanto altro del brand: un team tutto al femminile, un progetto pensato per le donne, una community che si supporta».

Estetica girly a prezzi accessibili

Il bestseller di Label Rose è il modello Aida (lo trovi più in basso, nella gallery), borsa a mano in similpelle da tutti i giorni: semplice, pratica ma con il perfect appeal da fashionista. Il prezzo? 53€ per la versione standard, 48€ per quella mini. I modelli Label Rose non superano mai i 65€ e questa per Francesca è la componente fondamentale della mission del brand. «Poco prima di creare Label Rose mi sono chiesta: perché le persone si focalizzano su ciò che indossi e non su ciò che sei? Non volevo che il giudizio su di me venisse dato in relazione al prodotto che indossavo. Volevo poter essere considerata per la pienezza della mia personalità e delle mie esperienze, non di certo per una borsa senza logo. Label Rose è quindi, in un certo senso, un riscatto emotivo».

L’idea di Francesca Ammaturo è che le borse, da semplici accessori, possono diventare estensione della personalità di chi le sceglie e le indossa. Questo è stato ed è il tratto vincente di Label Rose, che è riuscito a democratizzare il mercato di borse e pelletteria, unendo un’estetica accattivante a un prezzo contenuto. La founder ha mantenuto fede al suo obiettivo: creare un prodotto accessibile e al tempo stesso versatile, cool e di tendenza. Che non faccia sentire “catalogate”, che non faccia spendere cifre da capogiro, che possa essere acquistato da tutte. Un’etichetta contro le etichette.

Francesca Ammaturo Label Rose

Il modello di business di Label Rose amplia e rinnova costantemente l’offerta nel corso della stagione, intercettando i trend del momento e creando nuovi oggetti del desiderio in produzioni volutamente contenute nei volumi, immediatamente sold-out. «Realizziamo due nuovi modelli a settimana: non abbiamo stagionalità o collezioni, ma continue novità», spiega Francesca. Che così non lascia mai calare il sipario sulla proposta Label Rose.

Dalle donne per le donne: il valore della community

Chi acquista e indossa le borse dall’etichetta rosa? «Le donne moderne, aggiornate ed esigenti, in continuo movimento e alla ricerca di un gusto contemporary-chic che coniughi praticità e classe». Sono 100mila le clienti di Label Rose, 300mila le persone che seguono Francesca e il suo brand sui canali social. La founder, infatti, ha trovato la sua strada nella vendita on line e ha scelto di esporsi in prima persona su Instagram e TikTok, sia mostrando il suo volto (e le sue scelte quotidiane di stile) sia raccontando il suo percorso di vita. Tante persone hanno così iniziato ad affezionarsi a Francesca, alla sua storia, alla sua visione e, come per osmosi, anche alle sue borse.

Francesca Ammaturo Label Rose

«Teniamo fortemente al comfort delle nostre clienti e nella fiducia delle persone che ci seguono. La community per noi è fondamentale». L’assistenza prevendita è infatti uno dei principali punti di forza del brand. Avviene per lo più via Instagram, sotto forma di consigli con cui Label Rose guida le consumatrici alla scelta del prodotto migliore date le loro esigenze (proprio come farebbe un’amica durante una sessione di shopping). C’è chi si fa mandare fotografie per capire meglio le dimensioni delle borse, chi propone nuovi colori, chi esplicita le proprie necessità e si fa consigliare sul modello più adatto. «Per me è fondamentale riuscire a capire che cosa vogliono le donne, quali sono le loro reali necessità. L’attenzione al dialogo con il consumatore ci permette di migliorare costantemente i prodotti», spiega Francesca. Non sorprende quindi che gli eventi live organizzati da Label Rose raccolgano tante persone unite da un senso di appartenenza. Il brand nasce per loro, «protagoniste consapevoli dell’era 3.0, eroine coraggiose e sognatrici camaleontiche in grado di cambiare al mutare dei trend, senza mai però snaturarsi o tradire ciò a cui tengono sopra ogni cosa: se stesse».

Imprenditrici, femminile plurale

Dolcezza, femminilità, perseveranza: queste le sfumature di rosa dell’etichetta di Francesca. Un pantone ben preciso che però, come anticipato dalla founder, vuole comunicare anche qualcos’altro. «Nel nome Label Rose c’è la nostra storia. Dico “nostra” e non “mia” perché è un progetto che non riguarda più solo me, ma anche le altre ragazze che lavorano al mio fianco tutti i giorni. Per me Label Rose è la possibilità di poter regalare un futuro professionale a tante giovani donne nelle quali rivedo la Francesca ventenne». L’azienda oggi conta infatti 14 dipendenti, di cui la maggior parte donne under 30 ispirate dal percorso di Ammaturo, che vuole essere un esempio di imprenditoria giovane e al femminile. «Non penso che la mia storia sia migliore di altre, tutte noi abbiamo una storia da raccontare. Penso però ci sia bisogno in questo mondo di più donne ai vertici di imprese e per far sì che ciò accada dobbiamo iniziare a diffondere storie di imprenditoria che siano fonte di ispirazione». Proprio come quella di Label Rose.

Alcuni dei modelli Label Rose per la SS24

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