Una donna di 34 anni, mamma di un bimbo di tre anni, che cade da un cavalcavia di notte e muore. Lì per lì sembrava un suicidio, o un incidente. Ma, secondo gli investigatori, è l’ennesimo caso di femminicidio. A uccidere Giada Zanola sarebbe stato il suo compagno, Andrea Favero, 39 anni, camionista. Il fatto è avvenuto alle 3.30 del mattino del 29 maggio sull’autostrada A4 in direzione Milano, in corrispondenza del cavalcavia in località Vigonza.

Quando il corpo è precipitato sull’asfalto si è pensato a un suicidio. Ma poi gli investigatori hanno ricostruito le ultime ore di vita della vittima, ascoltando anche i familiari e il compagno. Le parole di quest’ultimo non hanno convinto. Tanto che alla fine è stato arrestato.

Una relazione in crisi

Interrogato, l’uomo avrebbe ammesso che la relazione con la sua compagna era in crisi e che lui temeva che lei gli portasse via il figlio. La coppia avrebbe dovuto sposarsi il 21 settembre, ma le nozze erano sfumate. La notte in cui Giada Zanola è morta avrebbero litigato, lei sarebbe uscita di casa e lui l’avrebbe raggiunta.

Gli investigatori avrebbero accertato che alle 3,30 di notte l’uomo era con lei sul cavalcavia che si affaccia sull’A4. Poi, però, alle 7.30 del mattino, dopo che dall’A4 erano arrivate segnalazioni degli automobilisti che parlavano di un corpo sull’asfalto, l’uomo era a casa a dormire. Il che ha insospettito gli inquirenti. Tanto più che, durante l’interrogatorio, avrebbero notato escoriazioni sul braccio dell’uomo. Come i segni di una lite o di un tentativo di difesa. Inoltre, Favero si sarebbe contraddetto nel rispondere agli investigatori. Per questo motivo è diventato il principale sospettato.

Giada Zanola: arrestato il compagno

L’uomo è stato interrogato a lungo dal magistrato che segue il caso. Alla fine è stato fermato per omicidio volontario aggravato. Secondo gli investigatori, non solo avrebbe buttato Giada Zanola giù dal cavalcavia facendola precipitare per circa 15 metri, ma avrebbe anche orchestrato una maldestra messinscena per allontanare da sé i sospetti. In particolare, avrebbe effettuato una chiamata sul cellulare di lei e le avrebbe inviato un messaggio per accusarla di essere uscita senza salutare lui e il figlio.

Sei andata al lavoro? Non ci hai nemmeno salutato”, ha scritto Favero. Poi ha scambiato altri messaggi con un’amica di sua moglie, dai quali lasciava intendere di non sapere cosa fosse successo alla compagna.

Il vuoto di memoria

Interrogato dal magistrato, l’uomo non avrebbe saputo spiegare che cosa è successo dopo che la compagna, in seguito al loro litigio, è uscita di casa e lui l’ha raggiunta, e insieme sono arrivati sul cavalcavia. Ha detto di avere un “vuoto”, e che a un certo punto ha fatto inversione ed è tornato a casa. Ha aggiunto di non ricordare che Giada era caduta giù. “Ricordo solo che continuava a offendermi e a ricattarmi dicendo che avrebbe portato via mio figlio”, avrebbe detto.

Giada Zanola e Andrea Favero: liti continue

Secondo gli inquirenti, Giada e Andrea vivevano ormai da separati in casa. Pare che lei avesse simpatie per un altro e che la coppia litigasse spesso per il figlio. Lei, poi, aveva trovato un nuovo impiego presso un distributore, dove lavora anche il presunto rivale in amore. Tutte queste cose, sarebbero sfociate in atteggiamenti violenti da parte del camionista.

Un’amica della vittima ha raccontato di ecchimosi dopo un litigio. Anche i vicini di casa hanno parlato di liti frequenti e lividi sul corpo della donna. Poi l’epilogo.