Giovane donna guarda lontano dalla finestra seduta sul divano a casa.

Il ddl contro la violenza sulle donne è legge: approvato all’unanimità

Nelle ore delle anime scosse dall'omicidio di Giulia Cecchettin il Parlamento approva il disegno legge Roccella. E c'è l'intesa Meloni-Schlein sui corsi anti-violenza a scuola

Maggioranza e opposizione si uniscono in Parlamento per fare fronte comune contro la piaga della violenza sulle donne. Così, dopo la Camera, anche il Senato dà il via libera all’unanimità al disegno di legge messo a punto dai ministri Roccella, Piantedosi e Nordio per un giro di vite rispetto a una strage divenuta ormai quasi quotidiana. E il voto viene accolto da un lungo applauso dell’Aula.

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Violenza sulle donne, le misure approvate

Il provvedimento prevede il rafforzamento delle misure cautelari, disposizioni in materia di allontanamento d’urgenza dalla casa familiare e l’arresto in flagranza differita. Potenziate inoltre le misure di prevenzione attraverso il rafforzamento dell’istituto dell’ammonimento sui reati spia e dell’utilizzo del braccialetto elettronico. Infine la distanza non inferiore a 500 metri dai luoghi frequentati dalla vittima.

“Ci sono delle modifiche al codice penale e al codice di procedura penale, come l’ampliamento della portata dell’ammonimento del questore, visto in un’ottica preventiva, o l’arresto in flagranza differita, molto importante perché quando il presunto autore della violenza non è arrestato in flagranza di reato, si può procedere al suo fermo anche nelle 48 ore successive”, ha spiegato la senatrice di FdI Susanna Donatella Campione, relatrice del ddl anti-violenza di genere.

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“C’è un’altra significativa norma sull’uso del braccialetto elettronico, che prevede anche la reclusione nel caso di una sua manomissione, o ancora il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima”, ha detto ancora l’esponente di Fratelli d’Italia.

Aula semivuota

Sul clima bipartisan, un’ombra c’è stata: l’Aula semideserta di Palazzo Madama a inizio seduta, fotografata e postata sui social dalla senatrice Pd Susanna Camusso. Col passare delle ore, gli scranni sono poi andati riempiendosi.

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La telefonata Schlein-Meloni

La giornata di sintonia tra maggioranza e opposizione ha trovato strada spianata da un’inconsueta telefonata della segretaria Pd Elly Schlein alla presidente del consiglio Giorgia Meloni. Nelle ore delle anime scosse dall’omicidio di Giulia Cecchettin è stato trovato terreno comune per far fare un passo avanti al Paese sulla prevenzione della violenza di genere. E un primo step in questo senso si è già concretizzato in Senato con l’approvazione di due ordini del giorno del Pd, che, combinati a uno di maggioranza, accelerano i tempi per una discussione in Aula sull’introduzione di corsi antiviolenza nelle scuole.

La conferma arriva dalla stessa Schlein: con Meloni “ci siamo sentite in queste ore. Apprezzo il segnale della maggioranza al Senato, che ha dato parere favorevole su un odg che chiede di mettere risorse in quella legge sulla formazione delle operatrici e ha approvato l’odg in cui chiediamo di calendarizzare in tempi rapidi la proposta di legge sulla prevenzione”.

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Nelle stesse ore, il governo ha presentato il progetto “Educare alle relazioni”, dedicato agli studenti, per affrontare “il tema del maschilismo – ha spiegato il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara – del machismo e della violenza psicologica e fisica sulle donne”.

Violenza sulle donne, Schlein: “Agire dentro alle scuole”

“Tra qualche giorno – sottolinea la segretaria dem Elly Schlein – è il 25 novembre, la giornata internazionale contro la violenza di genere. La tragedia di Giulia Cecchettin ci ha scosso tutti nel profondo. Non è morta, è stata uccisa dal suo ex che ne dovrà rispondere. Non bastano le condanne, il dolore, l’indignazione, non possiamo assistere alla strage. E non bastano le leggi, non basta la repressione se non si fa prevenzione. Una cultura tossica del patriarcato esiste e resiste in questo Paese”. Per questo “serve un profondo cambiamento culturale o non fermeremo mai questa mattanza”. A cominciare da “educazione, cultura, e bisogna agire dentro le scuole“.

Quale educazione? Diversità di vedute

Le uniche crepe nell’unità di intenti arrivano proprio su questo punto: la maggioranza punta su un’educazione affettiva e non vuol sentire parlare di educazione sessuale per i più piccoli. “Non siamo favorevoli a cose strane fatte da drag queen nelle scuole”, dice intervenendo in Aula il capogruppo al Senato di FdI Lucio Malan, scatenando la bagarre delle opposizioni. Sul fronte opposto è la senatrice 5 Stelle Maiorino a invitare invece la premier a farsi chiamare “la” presidente del Consiglio, “per dare un segnale ai giovani”. Mentre Renzi sottolinea di non credere “che ogni uomo si debba sentire responsabile”, ma “dobbiamo essere consapevoli che è un nostro problema e dobbiamo affrontarlo insieme alle donne”.

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La soddisfazione di Roccella: “Superate divisioni e appartenenze”

Alla fine di una lunga giornata però l’unanimità c’è, e Roccella sottolinea che “questa di oggi è una bella pagina che abbiamo scritto insieme: questa legge introduce misure che possono fare, in tanti casi, la differenza tra la vita e la morte, e averla votata tutti insieme testimonia che c’è davvero una volontà politica condivisa, che supera le divisioni e le diverse appartenenze”. Il voto di oggi “è solo un primo passo, ma è davvero un passo importante”.

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