Giulia Cecchettin

“Se domani non torno…”, la poesia diventata virale dopo la morte di Giulia Cecchettin

Elena Cecchettin, sorella della studentessa di 22 anni uccisa dall'ex fidanzato, ha affidato il suo dolore, la sua rabbia e lo sconforto per questo ennesimo femminicidio ai versi dell'attivista peruviana Cristina Torres Cáceres. Che sono subito diventati virali sui social

“Se domani sono io, se domani non torno, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima”. Sono i versi di una poesia dell’attivista peruviana Cristina Torres Cáceres. A rilanciarli sui social network è stata la sorella di Giulia Cecchettin, la 22enne di Vigonovo, in provincia di Venezia, scomparsa sabato 11 novembre in compagnia dell’ex fidanzato Filippo Turetta e ritrovata morta in un canalone in provincia di Pordenone. In men che non si dica queste parole sono diventati virali, molti utenti le stanno utilizzando come foto del proprio profilo.

Chi è l’autrice dei versi diventati virali

Elena Cecchettin ha voluto affidare il dolore, la rabbia, lo sconforto per quello che è accaduto a sua sorella, vittima dell’ennesimo femminicidio, ai versi che Cristina Torres Cáceres scrisse nel 2011. Una poesia che è diventata una denuncia contro la violenza sulle donne e che anche tanti vip stanno rilanciando.

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Quella di Giulia, infatti, è stata una vicenda che ha tenuto l’intero Paese con il fiato sospeso. Per giorni tutti gli italiani hanno seguito le ricerche della coppia di ex fidanzati, assistendo attoniti, man mano che le ore passavano, al manifestarsi di una tragica realtà. Dopo il ritrovamento del corpo della studentessa che avrebbe dovuto laurearsi, e che invece non ha potuto presentarsi alla seduta di laurea perché vittima del suo ex, un’ondata di indignazione ha attraversato l’Italia. Da quel momento sui social si rincorrono pensieri dedicati a Giulia e a tutte le vittime di femminicidio, 103 dall’inizio del 2023. Tante, troppe.

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La poesia di Cristina Torres Cáceres

E allora prendono ancora più senso le parole dell’attivista Cristina Torre Cáceres, che aveva composto i suoi versi in omaggio alle donne vittime di violenza in America Latina. Scritta in prima persona e rivolta a una madre, la poesia mostra tutto quello che accade nei casi di femminicidio: come viene vissuto dalla vittima, dai familiari, dalla società. E allora val la pena rileggerli. Eccoli.

Se domani non rispondo alle tue chiamate, mamma.
Se non ti dico che non torno a cena. Se domani, il taxi non appare.
Forse sono avvolta nelle lenzuola di un hotel, su una strada o in un sacco nero (Mara, Micaela, Majo, Mariana).
Forse sono in una valigia o mi sono persa sulla spiaggia (Emily, Shirley).
Non aver paura, mamma, se vedi che sono stata pugnalata (Luz Marina).
Non gridare quando vedi che mi hanno trascinata per i capelli (Arlette).
Cara mamma, non piangere se scopri che mi hanno impalata (Lucia).
Ti diranno che sono stata io, che non ho urlato abbastanza, che era il modo in cui ero vestita, l’alcool nel sangue.
Ti diranno che era giusto, che ero da sola.
Che il mio ex psicopatico aveva delle ragioni, che ero infedele, che ero una puttana.
Ti diranno che ho vissuto, mamma, che ho osato volare molto in alto in un mondo senza aria.
Te lo giuro, mamma, sono morta combattendo.
Te lo giuro, mia cara mamma, ho urlato tanto forte quanto ho volato in alto.
Ti ricorderai di me, mamma, saprai che sono stata io a rovinarlo quando avrai di fronte tutte le donne che urleranno il mio nome.
Perché lo so, mamma, tu non ti fermerai.
Ma, per carità, non legare mia sorella.
Non rinchiudere le mie cugine, non limitare le tue nipoti.
Non è colpa tua, mamma, non è stata nemmeno mia.
Sono loro, saranno sempre loro.
Lotta per le vostre ali, quelle ali che mi hanno tagliato.
Lotta per loro, perché possano essere libere di volare più in alto di me.
Combatti perché possano urlare più forte di me.
Perché possano vivere senza paura, mamma, proprio come ho vissuto io.
Mamma, non piangere le mie ceneri.
Se domani sono io, se domani non torno, mamma, distruggi tutto.
Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima.

I messaggi dei vip per Giulia Cecchettin

Intanto, sono tanti i vip italiani che chiedono alla politica di intervenire con un’azione più incisiva contro la violenza sulle donne. Paola Cortellesi ha rilanciato l’appello del giornalista Massimo Gramellini, che ha affermato: “Litigate su quello che volete. Ma sulla violenza contro le donne, no. Approvate subito quelle riforme e approvatele insieme”.

Fiorella Mannoia ha scritto di non trovare le parole per esprimere quello che prova: “Stavo cercando le parole giuste ma non le trovo, lo scoramento è troppo forte, non so più che cosa dire. Povera ragazza e povera famiglia”. Laura Pausini ha scritto sui social: “Educa tuo figlio” e poi “Basta”.

Le scuse di Simona Ventura

Simona Ventura ha chiesto scusa: “Cara Giulia scusa se non siamo riusciti a proteggerti, scusa se succede ogni volta e ogni volta piangiamo, ma poi non riusciamo a salvare letante vittime come te. Ogni volta ci interroghiamo come questo sia possibile e cosa possiamo fare di più. Le risposte però cadono nel vuoto. Stringo forte fortissimo la tua famiglia”.

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Il dolore di Federica Pellegrini

Anche Federica Pellegrini ha espresso il proprio dolore, rivolta alla bambina che darà alla luce tra qualche settimana. “Mai come oggi spero di riuscire a proteggerti, a renderti forte, a insegnarti a saper scegliere. Ma soprattutto ti costringerò a sentirti libera a ogni passo”, ha scritto sui social.

Chiara Ferragni ha rilanciato le parole di Elena Cecchettin: “Non c’è un solo posto dove, come donna, puoi essere sicura in Italia. Lo Stato ha fallito. Rendi responsabile quell’amico che fa sempre battute inappropriate, che tratta le donne come oggetti. Qualcosa deve cambiare”.

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Le scuse dei vip a Giulia Cecchettin

Il calciatore Claudio Marchisio ha detto: “Il problema sono gli uomini. Non tutti, certo, ma molti, troppi. Educhiamo i nostri ragazzi, non nascondiamoci da questa grande, enorme responsabilità”. Mentre Piero Pelù ha affermato: “Mi vergogno di essere uomo. Siamo tutti da rifare”.

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