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Ragazza ricoperta di cioccolato nel resort sardo: bufera social

Ancora una volta il corpo di una donna usato come "intrattenimento": una ragazza ricoperta di cioccolato distesa sul buffet di un hotel in Gallura. Ma un cliente del resort non ci sta ed esprime tutta la sua indignazione: "È stata usata come una stoviglia"

Una ragazza in bikini ricoperta di cioccolato distesa sul buffet di un hotel in Sardegna. Questo sconcertante trionfo del cattivo gusto – che forse nelle intenzioni degli autori voleva essere una trovata “divertente” – si è rivelato un boomerang per il “Voi Colonna Hotel” di Golfo Aranci. Un cliente del resort che fa parte del gruppo Alpitour – il manager milanese Federico Mazzieri ospite della struttura assieme alla figlia adolescente – è rimasto sconcertato di fronte alla discutibile messinscena, ha scattato una foto e l’ha pubblicata su Linkedin dove ha espresso tutta la propria indignazione per un corpo femminile ancora una volta usato come oggetto. Decine i messaggi sui social da parte di utenti allibiti di fronte all’immagine della ragazza esposta come malizioso “addobbo” fra i dolci. A danno avvenuto, sono arrivate le scuse della catena.

Distesa fra i pasticcini a bordo piscina

Nella foto postata dal cliente dell’hotel in Gallura si vede una ragazza in costume completamente ricoperta di cioccolato: è distesa in posizione fetale su una lunga tovaglia bianca al centro di un buffet di pasticcini. La scena è stata ripresa a bordo piscina durante la notte di Ferragosto.

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Il cliente: “Rimango senza parole”

A riportare le parole indignate di Federico Mazzieri è “L’Unione Sarda”. “Ieri sera, dopo una bella giornata in cui tante persone hanno lavorato duramente per far passare un giorno spensierato ai tanti ospiti, – scrive il manager – rimango senza parole guardando questa scena: buffet dei dolci a bordo piscina, su un tavolo una ragazza ‘in costume’ ricoperta di cioccolato, stesa in mezzo ai pasticcini”.

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“Il corpo di una donna equiparato a una stoviglia”

“Voi Hotels sta per Vera Ospitalità Italiana, – continua Mazzieri – ma cosa significa? Cosa ne pensano i manager di Alpitour di questa rappresentazione del corpo femminile? Quando ho espresso il mio disappunto in hotel mi hanno detto che era ‘la statua di cioccolato’. Come si possono pubblicare sul proprio sito valori aziendali come tradizione e innovazione e permettere che nelle proprie strutture ci siano questi comportamenti, dove il corpo di una donna, di una lavoratrice, sia equiparato a quello di una stoviglia per assecondare l’occhio malizioso di qualcuno?.

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La figlia: “Papà, che schifo”

L’uomo ha anche riportato il commento della figlia 14enne: “Papà, che schifo, questo non è un Paese dove potersi realizzare”, ha detto. E ha concluso: “Parlare di sostenibilità e di etica è molto semplice, rendere questi valori aziendali vivi nel quotidiano è sicuramente molto più difficile”.

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L’indignazione del popolo social: “Disgustoso”

Allo sconcerto del manager lombardo hanno fatto eco decine di utenti che sui social hanno manifestato il loro disgusto per questa trovata umiliante. “Ma che senso ha?”, “Il corpo femminile come oggetto, vassoio, bocconcino senza identità da consumare come ghiottoni”, “disgustoso”, “neanche tutto l’oro del mondo vale una cosa così degradante”, “io sono sconvolta”. Sono solo alcuni dei commenti di condanna che sono fioccati sui social.

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Le scusa di “Voi hotels”

A stretto giro sono arrivate le scuse di Voi Hotels per l’accaduto. “Desideriamo, prima di tutto, porgere a lei, alla sua famiglia e in particolare a sua figlia, nonché ai nostri clienti, le più sincere scuse a nome di tutto il management Voi hotels – scrivono su Linkedin – Ci rammarichiamo profondamente per l’incidente verificatosi e desideriamo ribadire con fermezza che non abbiamo mai avuto alcuna intenzione di rappresentare valori diversi da quelli che abbracciamo. Stiamo intraprendendo azioni immediate per affrontare questo episodio in modo costruttivo e per garantire che in futuro nessun cliente debba sentirsi offeso in alcun modo”. Dalla direzione della struttura, invece, per il momento silenzio assoluto.

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