Generazione Z

La Generazione Z invecchia più velocemente dei Millennials?

Una domanda è diventata virale su TikTok: la Generazione Z invecchia più velocemente dei Millennials? Alcuni fattori di rischio ci sono: troppo cibo spazzatura, continuo utilizzo degli smartphone e stress legato alla precarietà e all'indecisione sugli obiettivi da raggiungere

È vero che la Generazione Z (nati tra il 1997 e il 2012) invecchia più velocemente dei Millennials (nati tra il 1981 e il 1996)? La domanda sta circolando insistentemente su TikTok dopo che un noto influencer ha rivelato la propria età anagrafica, 26 anni, lasciando perplessa la maggioranza dei follower che gliene dava una decina in più.

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Invecchiamento: i rischi per la Generazione Z

Rughe premature, capelli grigi, volti segnati: cosa si nasconde dietro questo presunto invecchiamento precoce dei nati tra il 1997 e il 2012? La ragione potrebbe risiedere in una combinazione di fattori: aumento dello stress, fast food e cibi lavorati, stili di vita sedentari e mancanza di scopi nella vita.

Il caso dell’influencer di TikTok

Un popolare influencer di TikTok, Jordan Howlett, ha scioccato i suoi 12 milioni di follower quando ha rivelato di avere solo 26 anni. Nessuno riusciva a credergli. “Non hai tipo 35 anni!?” ha chiesto un follower; “Ho 34 anni e pensavo che tu avessi la mia età”, ha detto un altro. Lo stesso Howlett ha affermato di ritenere che i membri della Generazione Z stiano invecchiando molto più velocemente rispetto alle generazioni precedenti.

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Generazione Z stressata per raggiungere il successo

In un video di TikTok, che ha raccolto oltre 19 milioni di visualizzazioni, Howlett ha risposto a una clip di “Staying Up Podcast” che trattava il tema e attribuiva la causa al fatto che i ragazzi della Gen Z sono costantemente online, il che li renderebbe depressi e stressati. L’influencer ha dichiarato a “Business Insider” che le preoccupazioni sono dovute allo stato attuale dell’economia, all’inflazione e ai tentativi disperati di mettere da parte qualche soldo con stipendi non sufficienti. “In più – ha affermato Howlett – stiamo provando a capire che cosa fare delle nostre carriere nel lungo termine e sentiamo un’immensa pressione nel tentativo di raggiungere il successo prima dei trent’anni“. Howlett ha fatto notare che lui come molti dei suoi amici della Gen Z sembrano molto più vecchi della loro età reale e che gli estranei, a volte, lo scambiano addirittura per il fratello maggiore di sua madre.

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L’impatto dei social sul livello di ansia

Il “Daily Mail” ha chiesto ad alcuni esperti di esprimere un parere su questa percezione della Gen Z. Suzanne Ferree, medico presso la Vine Medical Associates di Atlanta, mette l’accento sulla competizione che si vive sui social. “L’età biologica aumenta con l’aumentare dello stress. – ha dichiarato -. Il cortisolo è l’ormone rilasciato nei nostri corpi in risposta allo stress ed è un ormone catabolico. Al contrario degli ormoni anabolici, come il testosterone, che causano la crescita e rafforzano, quelli catabolici causano la rottura di sostanze, come per esempio il collagene, o i tessuti cerebrali e la mucosa intestinale”.

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Sedentarietà e utilizzo massiccio dei device

Suzanne Ferree sottolinea come problema delle ultime generazioni la sedentarietà, che fa sicuramente “invecchiare prematuramente”. “Lo stile di vita sedentario – spiega – caratterizza la Gen Z e certamente velocizza l’invecchiamento: quando si fa esercizio, i muscoli creano dei bellissimi messaggi chimici che dicono al tuo corpo di attivarsi. Se si rimane a casa, al computer o a giocare ai videogiochi, quei segnali non vengono inviati”. Infine il tempo che la Gen Z trascorre davanti ai device, aggiunge l’esperta, sta influenzando la capacità di dormire bene la notte: “Quella luce blu spegne la produzione naturale di melatonina e la funzione naturale della ghiandola pineale nel cervello, che è il centro di quel ritmo circadiano, il passaggio giorno-notte. Questa diminuzione nella differenziazione giorno-notte influenzerà sicuramente l’invecchiamento rendendolo più rapido”.

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Precarietà del lavoro e cibo spazzatura

Robert Friedland, professore di neurologia all’Università di Louisville, ha concordato nell’associare stress e precarietà del lavoro: “Lo stress cronico ha certamente un effetto negativo sul cervello, sul cuore, sul metabolismo del glucosio e su altre cose”. E ha puntato il dito con la qualità del cibo che sta peggiorando: “Più fast food, più alimenti trasformati, più consumo di bibite e altre bevande che non sono nutrienti“. “Il fast food ha un effetto deleterio sui batteri intestinali – ha detto Friedland al Daily Mail – E i batteri intestinali sono molto importanti per la nostra salute e per le infiammazioni durante tutta la vita.”

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