No pain, no gain, nessun dolore, nessun risultato. Negli anni Ottanta questo motto vagamente minaccioso ha fatto il giro del Pianeta. Lo ripeteva nei suoi celebri VHS Jane Fonda, la regina del fitness dell’epoca, il piglio d’acciaio e il body ultra-sgambato. L’obiettivo? Conquistare un fisico più magro e tonico, anche a costo di sfiancarsi. A quattro decenni di distanza, l’universo fitness è cambiato radicalmente. Tutti i 20enni a saltellare e i 50enni relegati a fare stretching è un’immagine che ha la stessa impronta vintage degli scaldamuscoli della Fonda.
Di base sono cambiate le motivazioni che ci spingono ad allenarci. Scolpire il corpo resta un desiderio, ma oggi l’intento è più ambizioso e, al tempo stesso, più semplice: stare bene. Anzi, stare bene il più a lungo possibile. Lo conferma una ricerca presentata da Virgin Active all’ultimo Milan Longevity Summit, che fotografa una nuova idea di fitness, caratterizzata da “più costanza e meno ossessione”. Secondo il sondaggio – condotto da YouGov su un campione di 1.028 intervistati – due italiani su tre sono alla ricerca di un benessere profondo, che metta in bolla fisico, mente e spirito. È nel contesto di questo real wellness che 64 persone su cento fanno movimento almeno una volta alla settimana. A motivarli, il bisogno di ridurre lo stress (47%), seguito dalla voglia di definire la silhouette (44%) e di incrementare la forza muscolare (39%).
L’allenamento per restare giovani interessa anche ai ventenni
«L’avvento del Covid ci ha convinti una volta per tutte che il nostro corpo ha bisogno di essere curato, e non solo esteriormente» spiega Giulia Griselli, psicoanalista specializzata in psicologia del benessere e dell’invecchiamento. Una presa di coscienza che ormai interessa anche i più giovani, tanto che il 43% dei 18-34enni ritiene che convenga iniziare a preoccuparsi del tema della longevità presto, tra i 20 e i 35 anni. «L’abitudine a fare sport fin da bambini e il grande flusso di informazioni ora a disposizione di tutti hanno portato a una consapevolezza anticipata di quanto sia importante impegnarsi per restare in salute, a cui fa eco una maggiore permeabilità dei confini tra le generazioni». Che spariglia le carte anche in palestra: oggi sono sempre di più i giovani innamorati di discipline dolci ma anche, e soprattutto, i 50enni che si appassionano alle attività più toste.
L’allenamento per restare giovani: agli over 50 piacciono le attività ad alta intensità
Camminare, correre, ma non solo. In palestra, cresce il numero degli over 55 che si mettono alla prova con corsi ad alto impatto. «È una tendenza evidente tra i soci di Virgin Active» conferma Manuel Dei Rossi, personal trainer e formatore Virgin Active. «Tra le discipline più amate, ci sono Boxing, il format a circuito GRID Training, ideale per chi cerca un boost metabolico, Functional Training che migliora forza, postura e coordinazione grazie ad attrezzi come le kettlebell (gli ormai celebri pesi di forma sferica dotati di maniglia, ndr) e Cycle Burn, seduta di indoor cycling immersivo».
Tutti questi corsi prevedono un’intensità elevata e sono caratterizzati da movimenti esplosivi, cambi di ritmo e coinvolgimento muscolare globale. «Se ben dosati e supervisionati, hanno effetti positivi a cascata e sono un toccasana per chi non è più giovanissimo: aiutano a dimagrire, a mantenere il proprio peso forma e a definire la silhouette, stimolano il sistema cardiovascolare, accrescono potenza, agilità e resistenza, ma anche equilibrio e densità ossea, contribuendo a prevenire osteoporosi e sarcopenia (la perdita di massa e forza muscolare legata all’invecchiamento, ndr)» prosegue Dei Rossi. «Inoltre favoriscono il rilascio di endorfine, aumentano l’autostima, aiutano a gestire stress e ansia».
Attenzione a non esagerare in palestra
«Nella nostra società altamente prestazionale, la parola chiave è velocità» interviene la psicoanalista. «Stare dietro ai ritmi sempre più serrati non è facile per nessuno, e l’età non aiuta. Una delle conseguenze è la tendenza a trascurare il corpo, che in palestra torna protagonista: un’attività fisica che fortifica contribuisce a farci sentire presenti nel mondo e neutralizza le tensioni accumulate». Via libera, quindi, alle attività più toste per tutti? «Al solito, serve buon senso» risponde Griselli. «È comprensibile che chi si è sempre dedicato a sport ad alto impatto voglia continuare e, con l’ok del medico, è giusto lo faccia.
Le persone che non si sono mai cimentate in discipline del genere e decidono di cominciare dopo i 50 dovrebbero chiedersi perché sentono l’esigenza di sfidare i propri limiti. Occhio se lo si fa per negare che il corpo stia cambiando e dimostrare di essere prestanti come a 20 anni. Il rischio di esagerare è dietro l’angolo». «In genere, consigliamo 2 o 3 sessioni settimanali di attività ad alto impatto (ovviamente non indicate in caso di problematiche ortopediche o cardiovascolari non compensate, e nel post-operatorio, ndr), alternate a sedute a basso impatto o di recupero attivo, come yoga e pilates» spiega il personal trainer. «Allenarsi troppo o male può portare a sovraccarichi muscolari, affaticamento e infortuni articolari: insieme al parere del medico e alla supervisione di un personal trainer, l’ascolto del corpo è fondamentale.
Per restare giovani conta l’allenamento, ma anche l’alimentazione
Se ci si sente molto stanchi, si hanno cali di concentrazione, dolori muscolari persistenti o difficoltà a dormire, è opportuno rivedere l’intensità o aumentare i tempi di recupero». Attenzione, infine, all’alimentazione. «Aspettate di aver mangiato da almeno un paio d’ore prima di allenarvi» suggerisce Flavia Bernini, biologa nutrizionista. «Se il pasto è ben distanziato, potete prevedere un piccolo spuntino a base di carboidrati, come pane e marmellata, una banana o un pezzetto di cioccolato. E ricordate che affrontare allenamenti d’intensità se si è disidratati significa non apportare abbastanza sangue e ossigeno ai muscoli e aumentare il senso di fatica: bevete acqua prima, durante e dopo l’allenamento».
Le under 30 si appassionano a yoga e pilates
Cominciare a prendersi cura del proprio corpo presto, e continuare a farlo ogni giorno, nel tempo: come dimostra la ricerca di Virgin Active, sempre più giovani sono persuasi dell’importanza di questa scelta. «L’invecchiamento fa una grande paura: alcuni reagiscono negandolo, altri, al contrario, cercano di trattarsi bene da subito» spiega la psicoanalista Giulia Griselli. Anche in quest’ottica, è facile capire l’aumento di persone twenty-something appassionate di yoga e pilates, pratiche che aumentano la consapevolezza corporea, promuovono il benessere psicofisico, riducono lo stress, stimolano un senso di pace e rilassamento.
Sono comunemente chiamate discipline dolci, e lo sono sicuramente nel senso che rispettano il corpo e propongono movimenti studiati in modo intelligente e attento. Ma chi pensa che siano poco efficaci dal punto di vista dell’allenamento, si sbaglia di grosso. Per “tenere” gli asana – le posizioni dello yoga – ci vogliono forza, resistenza, equilibrio e flessibilità.
I muscoli lavorano intensamente, e lo stesso fanno mentre si pratica il pilates, non a caso nato a scopo riabilitativo, che propone, tra gli altri, esercizi che si concentrano sui muscoli profondi di addome, schiena, glutei e pavimento pelvico. «Queste pratiche favoriscono il miglioramento della mobilità, della postura, della respirazione e del focus mentale» interviene Manuel Dei Rossi, personal trainer e formatore Virgin Active. «Per chi viene in palestra, inserirle nella propria routine – anche solo una o due volte a settimana – contribuisce a migliorare la performance sportiva generale e a costruire una base solida per qualsiasi altro tipo di allenamento».