Kate Middleton

Kate Middleton e la possibile ileostomia

La principessa del Galles potrebbe essere stata operata di ileostomia, come avviene in casi di problemi al colon-retto

Il mistero sulle condizioni di Kate Middleton, già al centro della bufera per la foto ritoccata, si infittisce con una nuova ipotesi sulla causa dell’intervento che la sta tenendo lontana dalla vita pubblica. La principessa del Galles, infatti, potrebbe aver subito una ileostomia (o anche ileoctomia), come rivelato dalla blogger americana Jessica Reed Kraus, ritenuta una fonte attendibile. Ecco di cosa si tratta e cosa comporta l’intervento.

La nuova ipotesi: l’ileostomia

Come se non bastasse il “caso” della foto ritoccata pubblicata da Kate Middleton e per la quale lei stessa ha dovuto parlare di “suo errore”, adesso si torna a parlare delle condizioni di salute della moglie di William. A formulare una nuova ipotesi sulla causa del ricovero e della lunga degenza è stata, infatti, Jessica Reed Kraus, già nota per alcune rivelazioni su Britney Spears e Johnny Deep, che la dicono lunga su quali e di che tipo siano le sue fonti. È stata proprio la blogger americana a scrivere per prima che Kate avrebbe subito una ileoctomia. A seguire anche l’avvocatessa Jane Barr, sempre dagli Usa, ha postato sul suo account Instagram dedicato ai royals @fromberkshiretobuckingham l’indiscrezione, aggiungendo un particolare: a rendere necessario l’intervento sarebbe stata una «perforazione intestinale».

Cos’è una ileostomia e quando è necessaria

Ma cos’è una ileostomia? Intanto non va confusa con l’ileoctomia: «Quest’ultima è un’operazione chirurgica di resezione di una parte di intestino. In genere si rende necessaria in caso di malattie croniche intestinali di tipo infiammatorio. Quella parte di intestino, infatti, è più soggetta a patologie di questo tipo rispetto a problematiche neoplastiche. In genere, infatti, l’intestino tenue di per sé è abbastanza riparato da neoplasie, per questo se c’è un intervento in quella parte di intestino la problematica è verosimile che sia di tipo cronico e infiammatorio, come il morbo di Crohn. L’altra malattia infiammatoria intestinale possibile e più frequente è invece la rettocolite ulcerosa, che colpisce una zona dell’organo ben più bassa, del colon e del retto, quindi intestino crasso. In questo caso si procede con l’ileostomia», spiega ancora Muratori.

L’esigenza di un sacchettino esterno

Anche questa resta, però, un’ipotesi forse più accreditata della prima, dal momento che le fonti sostengono che adesso Kate Middleton avrà bisogno di un sacchetto esterno. «Si tratta di una ileostomia, una deviazione. In pratica si taglia la parte più bassa dell’intestino, appunto colon-retto, e la si abbocca, cioè si unisce l’ileo alla cute in modo da permettere l’espulsione delle feci dopo la rimozione della normale via di uscita. A differenza della ileoctomia, quindi, non è sufficiente rimuovere la parte di ileo e unire le parti di intestino che rimangono, ma appunto occorre unire questo alla parete addominale. Il sacchetto diventa necessario proprio per eliminare le feci. La casistica, in questo caso, è più riferita a problematiche di natura neoplastica», spiega il chirurgo.

Un intervento complesso: la tempistica

Trattandosi di un intervento complesso, i tempi di recupero potrebbero essere compatibili con la lunga convalescenza affrontata dalla principessa del Galles. A far propendere per questa ipotesi, così come quella di una diverticolite acuta che implicherebbe lo stesso tipo di intervento, sarebbe anche il luogo del ricovero di Kate, la London Clinic di Maryleone, dove ha operato a lungo il dottor John Nichols, specialista in chirurgia colon-rettale, che 82enne, che ha lasciato le redini al suo staff: «I tempi di recupero possono variare molto: da una decina di giorni di ricovero fino a un lasso maggiore. Molto dipende dalle condizioni del paziente prima dell’intervento, dalla sua età e da eventuali co-morbidità quindi la presenza di eventuali altre patologie: dipende quindi da caso a caso» spiega Muratori. A Riguardo la Kraus ha scritto dell’esigenza di 12 settimane di guarigione.

Età e genere: quali sono più a rischio

Anche in questo caso non è possibile stabilire un “identikit” delle persone a rischio: «Non c’è una fascia di età specifica, ma in genere i soggetti che subiscono ileostomia (o ileoctomia) sono quelli che hanno malattie infiammatorie intestinali o appunto problematiche neoplastiche: possono essere di media età e c’è una leggera prevalenza dell’incidenza femminile rispetto a quella maschile», chiarisce il chirurgo interno dell’Università di Bologna. «Eventuali rischi dell’operazione sono connessi alla problematica sottostante, che ha reso necessario l’intervento».

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