Perdonare fa bene: dimentica un torto per essere meno ansiosa e depressa

Se sei poco incline al perdono faresti bene a rimediare. Ecco il motivo

Metti da parte l’orgoglio ed evita di serbare rancore: se hai subito qualche sgarro sul posto di lavoro, se un’amica ti ha delusa o quello che pensavi fosse il tuo principe azzurro ti ha tradita, è arrivato il momento di ricominciare. Superare un periodo difficile richiede nervi saldi e una grande dose di pazienza, ma sappi che perdonare fa bene: gli studi lo confermano…

Perché perdonare fa bene

Perdonare è un’arte preziosissima, anche se a volte sembra impossibile. Al contrario, i benefici per il tuo benessere sono molteplici.

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Non lasciarti travolgere dai sentimenti negativi, attenua la tua rabbia e scoprirai che perdonare è liberatorio. È l’ideale per guardare avanti e non restare ancorati a un passato doloroso. A confermarlo sono psicologi ed esperti del settore. Lo dimostrano gli studi di Everett Worthington, psicologo e consulente matrimoniale secondo cui perdonare fa bene alla propria salute mentale. Nella sua lunga carriera accademica, Worthington – che è professore emerito alla Virginia Commonwealth University – si è dedicato in particolare alla scienza del perdono. Lo studio realizzato insieme a diversi colleghi e condotto in cinque Paesi ha dimostrato che il perdono se insegnato, praticato e ricevuto, assicura un miglior benessere mentale e generale.

Lo studio

L’indagine è stata eseguita su un campione di 4.598 persone divise tra Hong Kong, Indonesia, Ucraina, Colombia e Sudafrica. Alla metà di loro è stato chiesto di svolgere e completare alcuni specifici esercizi nell’arco di due settimane. Ne è emerso così che favorire il perdono riduce significativamente i sintomi di depressione e ansia. Attraverso libri di lavoro, esercizi e altri suggerimenti, lo psicologo aiuta a indagare rabbia e risentimento, imparando a sbarazzarsene. «Il perdono può cambiare le dinamiche relazionali e prevenire fatti molto onerosi che possono accadere nella società. Ci sono ingiustizie che subiamo ogni giorno. Le persone non sono obbligate a perdonare: è una scelta che possono fare o non fare», ha precisato Worthington, la cui terapia matrimoniale – non a caso – si basa su specifiche tecniche «per imparare a lasciar correre».

A evidenziare i benefici del perdono è anche VanderWeele, coautore della ricerca presentata ad Harvard nel corso di una conferenza ad hoc. Lo studioso ha ricordato che «l’esperienza di subire un torto» è «abbastanza comune», ma «questo metodo può esser utilizzato per affrontare il perdono e migliorare la salute mentale». Quindi ha sottolineato: «Se esso fosse ampiamente sviluppato e diffuso, gli effetti sulla salute mentale generale della popolazione potrebbero essere sostanziali».

Persino i bambini traggono non pochi benefici… Se in grado di perdonare, ottengono risultati scolastici migliori, la pressione sanguigna è generalmente più bassa, migliora la qualità del sonno e l’ansia si attenua.

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Ma qual è il primo passo verso il perdono? Decidere di perdonare, naturalmente. La forza di volontà, come sempre, può fare la differenza. Il perdono avrà effetti positivi sulla tua salute solo se sei davvero sicura della tua scelta. Per prima cosa quindi, smettila di pensare al torto che hai subito. Rimuginare su quanto successo si rivela spesso inutile e controproducente. Ricorda piuttosto le parole di Worthington: «Il perdono non risolve tutti i problemi, ma il perdono è liberatorio. È la risposta giusta al sentirsi offesi». Insomma, è quello che ci vuole per recuperare la serenità, scacciare l’ansia che ti attanaglia, placare lo stress e accantonare depressione e sentimenti negativi.

Lo studio si è concentrato in particolare sul metodo di perdono denominato REACH. In cosa consiste?

  • Ricordare il dolore;
  • Empatizzare con la persona che ti ha ferita;
  • Fare un gesto altruistico;
  • Impegnarsi nel perdono;
  • Conservare il sentimento: quanto accaduto non cambierà, ma le tue emozioni possono evolversi e modificarsi.
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